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 2017  giugno 21 Mercoledì calendario

Il flop dell’Europa. Uno studio tedesco: molti Stati non riescono a rispedire nei Paesi d’origine i migranti che non hanno ottenuto asilo

La strategia dei rimpatri forzati, com’è stata applicata finora, non funziona: l’Italia, ma anche Francia, Germania e Svezia non riescono a rispedire nei loro Paesi di origine gran parte dei profughi che non hanno ottenuto asilo, con una significativa eccezione, quella dei migranti provenienti dai Balcani. È quanto emerge da un nuovo rapporto del think tank Esi (European Stability Initiative). In Italia i rimpatri forzati sono stati 4.330 nel 2014, sono scesi a 3.655 nel 2015 e sono tornati nel 2016 ai livelli dei due anni prima, cioè a 4.505. In Francia si è assistito a un calo dai 12.415 del 2014 ai 9.220 del 2016. La Germania sembra far meglio: le espulsioni sono salite da 10.884 a 25.375, ma riguardano, in quasi tre casi su quattro, cittadini dei Balcani. Il fallimento dell’attuale approccio è evidente dal caso della Nigeria, il primo Paese di provenienza dei migranti giunti in Italia nel 2016: dei 18.542 nigeriani arrivati, 521 (meno del 3%) hanno ricevuto lo status di rifugiato. Se si escludono quelli che hanno ottenuto la protezione sussidiaria o umanitaria, tre su quattro (13.823) non avrebbero diritto a restare in Italia. Ne sono stati espulsi 120. «Per quale motivo i Paesi dell’Africa occidentale come Nigeria o Senegal, per i quali le rimesse dall’estero giocano un ruolo importante, dovrebbero aiutare all’improvviso l’Italia o gli altri Paesi europei dopo che negli anni scorsi non l’hanno fatto? Non porsi questa domanda evidente significa auto-ingannarsi», ci spiega il presidente dell’Esi, Gerald Knaus. Il quale è convinto che sia necessario un cambio di strategia: bisognerebbe stipulare con gli Stati dell’Africa occidentale degli accordi sul modello di quello tra Ue e Turchia, con i quali i Paesi si impegnano, a partire da un giorno X, a riprendere tutti i cittadini che sono arrivati in Italia e non hanno ottenuto asilo. In cambio la Ue offre loro dei contingenti per l’arrivo sicuro e legale di studenti e lavoratori, tramite quote annuali.
Intanto quel che è certo e confermato dai numeri è che in Europa arrivano sempre più persone: secondo i dati forniti ieri dall’Unhcr per la Giornata mondiale del rifugiato (ieri), l’anno scorso 65,6 milioni di persone hanno dovuto abbandonare le proprie case, il dato più alto mai registrato.