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 2017  maggio 26 Venerdì calendario

Macron debutta stringendo forte la mano di Donald: «L’intesa sul clima resti importante»

PARIGI Criticare liberamente, e poi incontrare tutti. Emmanuel Macron sembra applicare questo principio per il debutto sulla scena internazionale, che è cominciato ieri a Bruxelles con Donald Trump e Recep Erdogan e, passando per il G7 di Taormina, arriverà al colloquio di lunedì con il presidente russo Vladimir Putin a Versailles.
Nei mesi scorsi, Macron ha accusato Turchia e Russia di essere «regimi autoritari», con i quali però era «necessario rilanciare il dialogo». Una svolta nella politica estera francese rispetto all’era Sarkozy – intransigente con la Turchia – e Hollande, i cui rapporti con la Russia sono caduti talmente in basso che nell’ottobre scorso Putin ha annullato la visita a Parigi per l’inaugurazione della nuova cattedrale ortodossa.
Quanto al presidente Trump, da candidato Macron si è spinto a invitare in Francia gli scienziati americani delusi dal nuovo presidente, ma ieri si è mostrato sorridente e cordiale con un leader di oltre trent’anni più anziano.
Se è l’America a venire spesso associata all’energia della giovinezza rispetto a un’Europa vecchia e stanca, il 39enne Macron è sembrato capovolgere i ruoli. A cominciare da piccoli segnali forse rivelatori del carattere, come la stretta di mano che di solito vede Trump nella parte del dominatore.
Un disinvolto Macron ha accettato la sfida stringendo con forza la mano di Trump fino a che le nocche non sono diventate bianche, ed è Trump alla fine che ha cercato di divincolarsi per primo dalla presa.
Al linguaggio risoluto del corpo si è accompagnata la franchezza di Macron sul tema che più gli stava a cuore, la difesa dell’accordo di Parigi sul riscaldamento climatico, che Trump minaccia di cancellare.
«Gli ho ricordato l’importanza di questi accordi per noi», ha detto Macron dopo il «pragmatico» pranzo di un’ora e un quarto con Trump. «La mia speranza è che su questo tema gli Stati Uniti non prendano alcuna decisione precipitosa».
Poco prima Trump – che come Putin avrebbe preferito Marine Le Pen all’Eliseo – si era complimentato con Macron parlando della sua «incredibile campagna elettorale» che lo ha portato a una tremendous (termine tipicamente trumpiano) vittoria.
L’ambizione di Macron sembra essere quella di abbinare difesa dei principi e dei valori europei con una certa realpolitik che non sempre ha funzionato sotto Hollande. Al G7 di Taormina, sottolineano fonti dell’Eliseo, il neo-presidente francese incontrerà solo due veterani, la cancelliera tedesca Merkel e il premier giapponese Abe. Gli altri leader sono il canadese Justin Trudeau, alla sua seconda partecipazione, e poi l’italiano Gentiloni, la britannica May e Trump, debuttanti come lui.
Lunedì Macron approfitterà della mostra dell’Ermitage sui 300 anni della visita in Francia dello zar Pietro il Grande per accogliere Putin al Grand Trianon di Versailles. Un modo per provare a porsi subito come il leader di una nuova Europa, che prova a rinascere e con la quale il Cremlino dovrà fare i conti.