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 2017  maggio 23 Martedì calendario

Terrore al concerto di Manchester: «L’esplosione, poi le urla e i morti»

Tragedia al concerto della cantante americana Ariana Grande allo stadio di Manchester. Una forte esplosione alla fine dello spettacolo ha causato il panico fra gli spettatori, che si sono dati alla fuga in preda al terrore: si temono numerose vittime, testimoni hanno parlato di decine di corpi a terra sanguinanti, non è chiaro se a causa dello scoppio o della ressa che ne è seguita. La polizia ha confermato che si è trovata di fronte a un numero imprecisato di morti, forse venti, e feriti e parla di possibile atto terroristico.
La polizia e le ambulanze sono intervenute subito: l’area circostante è stata isolata e le forze di sicurezza hanno avvertito la popolazione di stare lontana dalla zona. Poco dopo sono arrivati gli artificieri e i cani in gradi di fiutare esplosivi. Il dispiegamento di sicurezza è stato definito «massiccio» dalla Bbc. Elicotteri sorvolavano la zona poco dopo l’incidente. Lo stadio dove si svolgeva il concerto può ospitare fino a ventimila persone.
Non è stato subito chiaro dove fosse avvenuta l’esplosione: un testimone ha detto che lo scoppio si sarebbe verificato accanto alla biglietteria, all’ingresso dello stadio.
«Tutti urlavano e cercavano di uscire», ha raccontato un’altra testimone. Le prime immagini circolate sui social media mostravano la folla all’interno dello stadio che si accalcava verso le uscite, mentre in altri video era possibile scorgere una lunga colonna di ambulanze all’esterno dell’arena.
«Quando siamo usciti all’esterno abbiamo visto tanti poliziotti correre verso di noi – ha riferito una testimone – e tutta la vicina stazione ferroviaria era circondata dagli agenti». «Tutti urlavano che c’era una bomba e qualcuno parlava anche di uno sparatore», ha aggiunto.
Anche una donna che abita in appartamento vicino allo stadio ha raccontato di essere stata svegliata dall’esplosione e di aver visto gente scappare nelle strade circostanti.
Un’altra testimone ha riferito che si è trattato di un’unica esplosione e che tutto il pubblico si è riversato dalla parte opposta dello stadio cercando di raggiungere le uscite: «Tutti urlavano e si chiamavano gli uni con gli altri».
«Ho visto un bagliore e poi ho sentito la voce dell’allarme che diceva di stare calmi e di uscire al più presto possibile», ha aggiunto un’altra spettatrice. Sembra che l’incidente sia avvenuto dopo che il concerto era appena finito. Ariana Grande aveva appena lasciato il palco e le luci si erano riaccese quando si è avvertita l’esplosione. Molti hanno parlato di un acre odore di fumo che si era diffuso nell’aria.
Lo stadio di Manchester si trova in una zona centralissima della città, accanto alla stazione, alla cattedrale e a numerosi ristoranti. È un’arena coperta e al concerto di Ariana Grande erano accorsi molti giovanissimi: la cantante è particolarmente popolare fra i teenager e anche i bambini.
La polizia non ha diffuso subito ipotesi sulle cause dell’incidente ma in molti hanno pensato a un attacco terroristico, anche se non si poteva escludere l’incidente. Fra le prime ipotesi, oltre alla bomba, si faceva anche quella dello scoppio di un impianto di amplificazione.
La Gran Bretagna resta in stato d’allerta dopo l’attacco di due mesi fa a Westminster, quando un terrorista falciò cinque persone sul ponte di fronte al Parlamento a bordo di un’auto prima di accoltellare a morte un poliziotto ed essere infine abbattuto da un agente di sicurezza.
Un mese fa un altro sospetto terrorista è stato arrestato in possesso di coltelli a poca distanza da Downing Street. Nelle ultime settimane la polizia ha condotto diversi raid a Londra e in altre città che hanno portato a diversi arresti. A Londra tre donne sono state incriminate con l’accusa di preparare altri attacchi a colpi di coltello.
La Gran Bretagna è in piena campagna elettorale in vista delle elezioni anticipate convocate per l’8 giugno. Senza dubbio la tragedia di Manchester avrà un impatto sulla situazione politica, anche se ieri sera ovviamente non si registravano ancora reazioni ufficiali.