Corriere della Sera, 14 marzo 1958
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Lo Scià ha divorziato da Soraya
BONN – L’ultima notizia pervenuta ieri a tarda ora da Teheran annunciava che i ritratti di Soraya erano andati rapidamente sparendo nel corso della giornata dagli uffici pubblici e dai molti negozi in cui figuravano accanto a quelli dello Scià e ciò aveva lasciato prevedere a Bonn che, da un momento all’altro, sarebbe stato pubblicato l’atteso comunicato ufficiale sullo scioglimento del matrimonio dei due augusti coniugi. Difatti, la radio germanica diramava stamane la decisione di Teheran nella sua prima emissione delle otto. Più tardi, l’addetto stampa dell’Ambasciata dell’Iran presso la Repubblica federale asseriva che anche Soraya l’aveva appreso, come tutti gli altri comuni mortali, dalla radio e dai giornali. Questo è vero solo in parte.
Soraya non sapeva quando esattamente il comunicato sarebbe stato reso di pubblica ragione, ma era stata informata che lo si sarebbe diramato nello spazio di tre giorni, fra giovedì 13 e sabato 15. Tutto era stato concordato. Lo Scià aveva voluto che il testo del comunicato fosse sottoposto all’approvazione di Soraya e anche concordato è stato il comunicato di Soraya, diffuso successivamente per mezzo dell’ agenzia ufficiosa germanica. Se ora ci si appresta a leggere con attenzione i due comunicati, appare chiaramente, attraverso le stesse parole dei protagonisti, il doloroso dramma cui li ha condannati la ragione di Stato e al quale essi, specialmente Reza Pahlavi, avevano tentato di sottrarsi cercando vanamente una soluzione di compromesso.
Lo Scià ha annunciato lo scioglimento del matrimonio con la donna che certo ancora ama «con profondo turbamento», ne indica l’esclusiva ragione nella mancanza dell’erede al trono che Soraya non ha potuto dare, tiene a sottolineare di essersi dovuto inchinare all’opinione espressa dal Consiglio della Corona, il quale ha ritenuto indispensabile un principe ereditario «per la sicurezza della Nazione, per la conservazione della monarchia costituzionale, per evitare disordini nel Paese». Non c’è il minimo dubbio che questi pericoli si andavano addensando da tempo, come nubi di tempesta, sull’Iran. E il sovrano non aveva altra via, in mancanza di un erede al trono in regola con le norme costituzionali, che sacrificare se stesso rinunciando alla bella e fedele compagna di sette anni di vita. Non solo: Reza Pahlavi ha voluto esaltare l’amor patrio di Soraya, la sua costante ineccepibile devozione al Paese, ha voluto dire alto e forte che dal primo all’ultimo giorno del suo. matrimonio, ella è stata «ben degna di sedere sul trono».
Il medesimo amaro stato d’animo traspare dal comunicato di Soraya. Esso dice testualmente: «Poiché Sua Maestà Mohamed Reza Pahlavi ritiene necessario, per la continuazione della monarchia costituzionale iraniana, che il successore al trono sia un suo discendente diretto in linea maschile, ho deciso, con profondo dolore, di sacrificare la mia propria felicità all’interesse dello Slato e al bene del popolo e di consentire alla separazione dall’imperatore». Si noti il termine «separazione-», che sul piano giuridico non risponde alla realtà, in quanto il vincolo matrimoniale è stato sciolto. Soraya lo ha scelto per significare che per lei ha poco peso la formula giuridica, mentre la separazione dal marito è il suo fatto umano e la triste rinuncia all’uomo che ama e al quale tuttora la legano tante vicende insieme vissute.
Si dirà che le parole dei comunicati, in occasioni del genere, valgono quel che valgono. Ma il fatto è che, per la prima volta nella storia dell’Iran, un matrimonio imperiale è stato sciolto con il consenso anche della moglie. E bisogna pure ricordare come diversamente andarono le cose nei riguardi della prima moglie dello Scià, la principessa Fauzia, che oltre a tutto era la prediletta sorella di re Faruk. Nel 1947 Fauzia lasciò l’ Iran e, sei mesi-più tardi, un comunicato alquanto laconico di Teheran annunciò semlicemente che lo Scià l’aveva ripudiata. Soraya ha passato la giornata nella sede dell’Ambasciata iraniana a Colonia. Qualcuno del suo piccolo seguito aveva fra l’altro provveduto a far sapere a giornalisti e fotografi che, per oggi almeno, il loro vigile assedio intorno all’edificio era del tutto inutile. Aggiunse pure, non senza una qualche amarezza, che, cosi stando’le cose, si sarebbe fatta cosa gradita a Soraya restituendo alla Parkstrasse, dove ella abita, la sua normale quiete. Giornalisti e fotografi hanno cavallerescamente aderito al cortese invito e se ne sono andati quasi tutti. Oggi, nelle prime ore del pomeriggio, le parecchie decine di automobili che nei giorni scorsi stazionavano nella Parkstrasse erano ridotte a due, e anche la polizia, forse in seguito agli spiacevoli incidenti dell’altro ieri, era presente con soli due agenti fermi a un angolo della strada,
Il gran cerimoniere di Corte, Garagozliu, che è il personaggio più importante dell’esiguo seguito di Soraya e anche il più devoto, ha mantenuto il suo solito rigoroso riserbo con i giornalisti, ma ha confidato a un industriale tedesco, alloggiato nel suo stesso albergo, che quella di oggi è stata la peggiore giornata dell’ex-imperatrice. Ella era preparata da tempo al triste evento della sua definitiva separazione da Reza Pahlavi e si è dimostrata sempre calma e padrona di sé fin da quando, il 12 dello scorso febbraio, anniversario del suo matrimonio, era stata costretta ad abbandonare Teheran in seguito alla nota intimazione dei suoi avversari, comunicatale dallo stesso Scià.
Ma oggi ella, abitualmente serena e perfino sorridente anche nei momenti più gravi della crisi di queste settimane, era visibilmente triste. Se ha pianto, ha pianto da sola. Difatti è stata chiusa ore e ore nella sua stanza, in compagnia soltanto del suo cane Toni. Aveva perfino pregato sua madre di lasciarla sola, e sua madre, amareggiata e rattristata dallo scioglimento del dramma, dal cupo stato d’animo della figlia, non ha resistito all’atmosfera creatasi in casa e se ne è andata a cercare conforto da un’amica, nel quartiere di Muehlheim, ai margini della città. Contrariamente ai suoi primi propositi di non attendere a Colonia l’annuncio dello scioglimento del matrimonio, Soraya ha finito invece col rimanerci. Tutto ben considerato, è apparso chiaro a lei e ai suoi che ella, da qualunque parte fosse andata, sarebbe stata inseguita e assediata com’è accaduto anche a Colonia. Ma a Colonia, oltre ad essere accanto ai genitori, ella abita nella sede di un’Ambasciata protetta dalla extra-territorialità e dalle autorità del Paese. In ben altra situazione sarebbe venuta a trovarsi se, andandò altrove, si fosse rifugiata in un albergo: non sarebbe potuta sfuggire come, tutto sommato, le è riuscito nei giorni scorsi, a giornalisti, fotografi e curiosi in generale. Quali sono le sue intenzioni, adesso che non è più imperatrice dell’Iran, ma soltanto una bella e elegante donna che ha concluso un periodo da «Mille e una notte» per la sua esistenza ed è tuttavia troppo giovane per ritirarsi dalla vita? Ebbene, per ora, Soraya non sa assolutamente che cosa farà, ne nell’immediato,né nel più lontano avvenire.. Per ora rimarrà con i suoi genitori, alla sorte del quali, almeno nei prossimi tempi, è in certo modo legata.
Negli ambienti diplomatici di Bonn si ritiene che suo padre, il principe Esfandiari, manterrà la sua carica e non si vuole dare alcun credito alle voci corse nei giorni passati circa l’eventualità che egli possa esserne esonerato. Lo Scià, almeno per quanto può fare nella situazione difficile in cui si trova, gli manterrà certo la sua fiducia e il suo appoggio. Non si esclude, invece, che possa essere lui stesso, entro un certo giro di tempo, a rassegnare le dimissioni, tanto più che, a quanto pare, ha bisogno, dopo la caduta in cui si è fratturato la caviglia, di un periodo di riposo e convalescenza. Ilprincipe Esfandiari ha delle pròprietà a Berlino e alcuni pensano che egli, almeno per un certo periodo, si ritiri nella ex capitale germanica, dove ha vissuto in altri tempi molti anni.
Riguardo alla sistemazione economica che lo Scià ha sicuramente concesso a Soraya, non si hanno elementi di fonte ufficiale, si naviga in un mare di congetture. Di recente, quando si accennò che Reza Pahlavi conferisse a Soraya una sostanza di circa duecento milioni di lire, nell’« entourage» della sovrana si disse che la cifra era inferiore alla vedità. oggi si parla addirittura di un milione di sterline, cioè circa 1800 milioni di lire, ciò che sembra un po’ troppo, anche se il patrimonio personale dello Scià è valutato fra i tre e i quattrocento miliardi di lire, però in gran parte investiti in terreni e in beni immobili nell’Iran. La cifra del milione di sterline è stata fatta da una signora persiana residente a Bonn in altolocata posizione e anche parente alla lontana ì della dinastia imperiale.
Secondo la donna i conti bisognerebbe farli cosi: Soraya ’ riceverebbe un notevole capitale liquido, dai due ai trecento milioni su una banca svizzera; inoltre una rendita vitalizia che, capitalizzata, corrisponderebbe ad altri tre o quattrocento milioni; infine, oltre a tutto il suo vestiario e a molte preziose pellicce, lo Scià le lascerebbe i numerosissimi gioielli di grande valore che egli le ha donato, ad eccezione di un diadema e di una collana di smeraldi appartenenti al tesoro della corona. Se i conti si fanno così, ecco allora che si raggiungerebbe il milione di sterline. Comunque sia non si i può dubitare che lo Scià abbia assicurato alla sua ex-consorte mezzi più che sufficienti per vivere con larghezza e, diciamo pure, nel lusso adeguato a una ex-sovrana.
Anche per quanto concerne le condizioni cui lo Scià avrebbe subordinato il principesco trattamento siamo nel regno delle ipotesi. Si dice che Soc raya abbia dovuto impegnarsi a non rimettere più piede in Persia e questo è ovvio; ma il corrispondente da Teheran di un autorevole giornale britannico crede di sapere che Soraya dovrebbe, per volontà dello Scià, lasciare l’Europa e stabilirsi nell’America meridionale e questo è invece smentito n nell’«entourage» dell’ex – imperatrice; né maggior fondamento hanno le notizie diffuse da un’agenzia tedesca che Soraya pianterà le tende in Svizzera, o in Austria. Crediamo piuttosto a quello che si diceva prima e cioè che ella stessa non sappia ancora nulla di ciò che farà.
Per la prima volta, oggi, Soraya ha ricevuto molti fiori, Grandi mazzi di rose e di garofani sono giunti all’Ambasciata iraniana. Chi siano i donatori non si. sa. Certo è pure che Soraya ha ricevuto diversi inviti da amici suoi residenti in Italia e in Francia e può darsi che ella si decida ad accettare quello che le sembrerà, nelle attuali circostanze, il più conveniente. Ospite in una villa, o in una casa privata, si sentirà certo meglio che non in un albergo. L’annuncio dello scioglimento del matrimonio ha suscitato, anche se ormai atteso, grande impressione in Germania, specie tra la gente minuta.