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 1979  febbraio 13 Martedì calendario

Forti dichiarazioni di Carmelo Bene contro gli studenti e il sindacato

Prima di partire in tournée con l’Otello, Carmelo Bene è tornato sugli incidenti di sabato scaorso: «Non mi andava, non mi è mai andato a genio recitare per le scolaresche (che tra l’altro invadono il  palcoscenico e, a tutto attestato della tanto gridata civiltà, insegnanti in testa, rovinano e addirittura  intascano oggetti e merletti di scena). La rivoluzione a teatro mi fa ridere. I tecnici mi hanno dovuto proteggere rischiando la vita. Alcuni giorni fa gli studenti avevano tranciato, in loggione, alcuni cavi elettrici». A proposito dello sciopero serale dei tecnici in solidarietà con gli studenti: «Comprendo perfettamente il loro giovanilismo incontrollato, ma non può e non deve interessarmi. Chi viene a vedermi a teatro deve preventivare tutto. È un gioco, quello mio, che non ha prezzo. Lo pago con la vita. il mio comportamento estetico, anche negli incidenti, non può essere sbagliato e giudicato da un elettricista anche al massimo del suo professionismo (ricordo a  proposito che le cosiddette ’luci’ di scena sono creazioni esclusivamente artistiche). Ai signori tecnici spetta soltanto l’esecuzione. Essendo lautamente  retribuiti non hanno alcun diritto di associarsi agli spettatori paganti».
Carmelo Bene cosi prosegue:  «L’amministrazlone della mia compagnia si pregia di informare che Otello ha battuto ogni record-Quirino di incassi (tre milioni 500 mila lire di media giornaliera). Nella sola ultima domenica sono stati incassati nove milioni 200 mila lire in doppio spettacolo. Mi sembra davvero un bel servizio reso all’Eti. Per finire: nessun giornale ha riportato l’autentico trionfo decretato dal ’tutto esaurito’ del pubblico romano alle ultime due rappresentazioni dell’Otello (chi viene a vedermi non frequenta di solito altri teatri ’di prosa’). Ripeto: trionfo come nelle grandi occasioni parigine o alla ’Scala’ di una volta. Si rassegni all’evidenza chi vuole, e chi non vuole non si rassegni. Sono fatto cosi: o tutto o niente. Prendere o lasciare. Lascio (e magari bastasse a farmi felice) la Roma teatrale trionfalmente. Non mi si potrà mal mettere alla porta. Se voglio, esco da me»