28 gennaio 1979
I computer in mostra alla Fiera di Milano annunciano la solitudine dei nostri discendenti
«Quello che più impressiona nei nuovi giochi elettronici esposti in questi giorni in quell’immenso, labirintico e anche un po’ angoscioso Salone del giocattolo che si tiene alla Fiera di Milano, oltre ai prezzi, è che quasi tutti prevedono che il piccolo ’ utente sia sempre solo. D’altra parte questo linguaggio fatto di in-put e out di circuiti e frequenze, di variabili, impulsi e pulsanti digitali come potrebbe coinvolgere nel gioco, per esempio, la mamma, i genitori o i nonni? E d’altra parte alcuni di questi giochi portano l’avvertimento: -Troppo difficile per gli adulti». Quali sono allora i giochi e i giocattoli permessi anche agli adulti? Quelli con cui si può giocare, raccomandati dagli psicopedagogisti che ricordano con malcelata nostalgia il gioco dell’oca, e la tombola degli animali capaci un tempo di radunare tre generazioni almeno intorno a un tavolo? Per restare sempre fra gli elettronici — che naturalmente saranno i best-sellers del 1979 — c’è per esémpio «Wall Street», un Monopoli riveduto e corretto con il computer che dà le quotazioni del rialzo e ribasso delle azioni, della vendita e acquisto dei lingotti d’oro, argento e rame. Che allegria. E c’è la battaglia spaziale elettronica col monitor calcolatore delle diverse zone di guerra fra le galassie. Forse la mamma può ancora giocare col suo bambino di tre anni a cui è dedicato il più facile — ma forse più divertente — gioco elettronico: una matita collegata a un piccolo amplificatore che passando e ripassando su una tastiera disegnata su un cartoncino crea musichette e suoni o soltanto rumori, che però sono quelli voluti da chi muove la punta di grafite». (Giulia Borgese sul Corriere della Sera)