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 1979  dicembre 05 Mercoledì calendario

Il tasso di sconto balza di tre punti al 15%

Il saggio ufficiale di sconto, cioè il tasso al  quale la Banca d’Italia presta denaro al sistema bancario, è stato aumentato dal 12 al 15 per cento. La decisione, annunciata improvvisamente ieri sera a testimonianza  dell’urgenza con la quale il provvedimento si è reso  necessario (solitamente esso viene preso a fine settimana quando i mercati valutari  sono chiusi) avrà effetto da oggi. Il «taglio» alle forniture  dall’Arabia Saudita ha fatto  precipitare ieri pomeriggio una decisione che da tempo sembrava sempre più inevitabile a causa delle persistenti tensioni internazionali. Queste  tensioni, ha fatto sapere ieri il  Tesoro, si erano ulteriormente  aggravate. Segno tangibile della crisi erano stati gli sforzi  massicci che la Banca d’Italia è stata costretta a compiere per sorreggere il cambio della lira che scivolava  progressivamente, seguendo quello del dollaro, su un piano inclinato rispetto alle valute forti dell’Europa (soprattutto marco e franco francese, giunti nei giorni  scorsi ai massimi storici rispetto alla nostra moneta). Sebbene le nostre autorità abbiano da tempo deciso di agire sul costo del denaro con ritocchi ampi piuttosto che ridotti e molto frequenti, il balzo di tre punti indica che la crisi economica ha raggiunto un grado preoccupante di gravità. La caduta della lira ieri da 813 a 821 sul dollaro è stato  l’ultimo campanello d’allarme. Il comunicato del ministero del Tesoro non nasconde le ragioni di questa dura decisione. «Le tensioni intemazionali e  interne che avevano indotto ad  aumentare dall’8 ottobre il tasso di sconto dal 10,50 al 12 per cento — dice il comunicato — si sono sensibilmente  aggravate. Sul plano interno l’inflazione sta crescendo di intensità. I prezzi all’ingrosso dei manufatti sono cresciuti in dodici mesi del 18,4 per cento con una  netta accelerazione nel periodo più recente. Analogo è  l’andamento dei prezzi al consumo. Si tratta del tasso di inflazione più elevato fra quelli dei  maggiori paesi industriali» (dal Corriere della Sera del 6 dicembre)