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 2017  marzo 28 Martedì calendario

La furia vegana di una mamma pronta a tutto per la pubblicità

Da qualche giorno gira sui giornali, specie quelli di cronaca toscana, una notizia sconcertante: la mamma vegana di una bimba vegetariana sarebbe stata aggredita fuori scuola da un gruppo di mamme ultras carnivore.
Le ultras non le perdonerebbero il fatto che durante la mensa scolastica sua figlia dica agli altri bambini che quel pezzo di carne o di pesce che hanno nel piatto è un animale morto. È un cadavere.
La tensione sarebbe degenerata a tal punto che alcune madri avrebbero atteso la mamma vegana fuori scuola, l’avrebbero strattonata e tirata per i capelli per poi addirittura rigarle la macchina.
Il tutto è sfociato in una denuncia che la signora vegana ha depositato e da un fiume di interviste in cui la vittima di bullismo alimentare afferma: “Io sono vegana, mia figlia vegetariana per scelta. Erano mesi che venivo minacciata, io e il padre della bimba saremo costretti a cambiare scuola!”. Sembra la storia di Cappuccetto Rosso col suo cesto di mele rosse biologiche e del Lupo Cattivo che ha fatto un barbecue con la nonna. A indagare meglio invece, questa vicenda ha contorni diversi.
Intanto la signora vegana, come le altre, vive in una frazione del comune di Roccastrada, nel cuore della Maremma, e ha un rifugio per animali. Scorrendo la sua bacheca Facebook si legge che “M. è vegetariana per scelta da sette anni!”. Ora, visto che M. di anni ne ha otto, non è ben chiaro come abbia detto no alle bistecche a un anno di vita. Secondo: la signora vegana afferma che cambierà scuola alla bambina ma omette di dire che è la quarta volta in 4 anni. Terzo: sulla bacheca, appaiono articoli pseudo-scientifici in base a cui chi mangia carne è più aggressivo, i bambini che consumano pollo hanno basse difese immunitarie, i bambini diventano obesi perché carnivori, con frasi tipo “l’alimentazione carnea impedisce lo sviluppo armonico dei bambini”. Ci sono post in cui la signora sostiene che i medici non capiscono nulla e si fida di più delle sue diagnosi e poi video sconcertanti, tra cui quello in cui lei siede a una tavola romantica con tovaglia a quadretti, augura buon San Valentino al suo commensale con cui mangia scambiando spesso la forchetta. Il suo amato è un maiale di un quintale circa.
E dopo gli articoli sull’aggressione subita dalle mamme carnivore, seguono i suoi commenti della serie “sono in prima pagina su Il Tirreno!”, con foto e nome di sua figlia sbattuti ovunque. Da notare che i giornali non avevano fatto né il suo nome né quello della figlia.
Decido di ascoltare le altre campane, ovvero le ultras carnivore. “Ci teniamo a dire che sua figlia è una bambina deliziosa e intelligentissima”, mi dice Franca, una delle mamme accusate dell’aggressione. Cosa dice la bimba ai vostri figli? “Che mangiano cadaveri, che quel tonno che hanno nel piatto è un cadavere a cui hanno tolto le budella. Ma a noi non ha dato tanto fastidio questo, quanto le cose che la signora scrive su Facebook”. Cioè? “Racconta che i nostri figli in classe hanno catturato una coccinella e le hanno strappato le ali, quindi a 7 anni i nostri bambini sono già improntati alla violenza”. E non è sola in questa battaglia: “Ha una schiera di fan vegani che definiscono i nostri figli ‘bambini di merda’. Che ci considerano genitori ipocriti, con le tasche piene di sangue. I nostri figli mangiano animali morti, ma rispettano le scelte altrui. Viviamo in Maremma, qui la carne è la base dell’alimentazione”. Avevate provato a risolvere la questione pacificamente? “Avevamo invitato sua figlia a casa, avremmo preparato una pizza speciale con mozzarella vegana, ma non ci ha neppure risposto! La bimba non viene quasi mai alle feste di classe”.
E l’aggressione fuori da scuola? Franca, Cristina e Barbara negano: “No, le siamo solo andate incontro con gli insulti che ci rivolge su Facebook stampati su alcuni fogli, per discuterne. La signora ha dato una gomitata a Cristina, una spinta a un’altra di noi, ha fatto il dito medio e ha detto che non voleva parlarci, che ci stava perfino registrando. Il tutto è durato neanche un minuto, abbiamo molti testimoni”. E l’auto rigata? “La riga c’è, ma di sicuro quel giorno non c’era e non gliel’abbiamo fatta noi!”. La denunciate anche voi? “Certo, per calunnia e diffamazione”. I bambini si sono accorti di quello che sta succedendo? “Qualcosa hanno capito, sì, ma ci teniamo a dire una cosa. La figlia della signora non viene emarginata, è stata perfino la fidanzatina di mio figlio. Siamo disposte a invitarla a un barbecue con una griglia pulita solo per il suo cibo vegano se vuole, ma ci vuole rispetto per tutti”.
Perché la signora sta facendo tutto questo? “Noi ci siamo convinte che stia facendo pubblicità al suo rifugio, altrimenti non si spiega il contattare tutti i giornali e i siti vegani con dei minori di mezzo. E quel video della cena di San Valentino a tavola col maiale l’ha visto?”. Sì, l’ho visto. Così come ho visto il post in cui la signora racconta che in classe sua figlia ha salvato una lucertola da morte certa, l’ha liberata in cortile e la lucertola per gratitudine l’ha seguita fino alla classe. Ecco, non so voi, ma questa storia a me puzza. E non è puzza di cadavere di cervo in umido. È puzza di fanatismo.