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 2017  marzo 28 Martedì calendario

L’ex carabiniere-broker che aveva simulato la vita di una famiglia perfetta

TRENTO Su per i tornanti che portano verso l’ex hotel Panorama, in malora da anni. Gabriele, 43 anni, romano, figlio di un funzionario Alitalia in pensione, una vita nei carabinieri e dal 2013 via dall’Arma per mettersi a fare il promotore finanziario, stringe il volante di un Suv Volvo Xc90, prezzo di listino di 53 mila euro.
Sono le 10 e 30 e l’ex militare un’ora prima ha ucciso due dei suoi tre figli a colpi di martello: prima il più grandicello di quattro anni, e poi il piccolo di due. Sopra Trento il cielo è spettacolare. Attorno al belvedere ci sono l’Adige e le Alpi che scendono con lentezza. Proprio lì sotto c’è pure l’elegante quartiere «Le Albere» pennellato dall’archistar Renzo Piano e inaugurato quattro anni fa, dove l’ex maresciallo si è comperato la casa da sogno – un attico su due piani, un gran balcone, valore di milione di euro – dove è avvenuto il doppio infanticidio.
L’uomo lascia la macchina qui, davanti alla ringhiera che divide l’asfalto dal vuoto. Poi si butta. Giù per centocinquanta metri. Il cadavere viene ritrovato dopo un paio d’ore. Nel frattempo a Trento tutti hanno già saputo quello che è successo. Davanti all’istituto paritario Sacro Cuore, dove andava all’asilo il bimbo più grande, una mamma è in lacrime: «Li ho visti pochi giorni fa alle giostre, sembravano affiatati tra loro. Sono sconvolta».
Tanti ricordi uguali, come quello della ragazza che lavora al bar delle «Albere». «Una famiglia perfetta». «Una coppia da Mulino bianco» dice un vicino di casa: «Gabriele mi aveva detto che stava per firmare il rogito della casa in cui viveva da due anni». Invece non era così.
Quello inventato dall’ex militare era un insieme di menzogne e finzioni sconosciuto persino alla moglie. Convinta di dover andare dal notaio assieme al marito ieri, verso mezzogiorno, proprio per perfezionare l’acquisto dell’abitazione descritta da uno degli investigatori della polizia come «signorile e quasi simile a un asilo: pensata per i bambini, con giochi dappertutto».
L’uomo, si è scoperto, era in pieno tracollo finanziario. L’acquisto dell’attico era eccessivo e incomprensibile. Da mesi non era più in grado di pagare le rate del «rent to buy» – in totale circa 36 mila euro —, un affitto con riscatto al termine del quale avrebbe acquistato casa versando una grossa somma, circa mezzo milione di euro.
Gli investigatori stanno passando al setaccio i suoi conti. Si era indebitato – si sta cercando di capire con chi – e alcuni investimenti fatti erano finiti male. Soldi in fumo, tra questi anche la liquidazione – circa 60 mila euro – che il padre aveva ottenuto come «scivolo» dall’Alitalia che lo aveva «prepensionato» nella raffica di tagli del 2008. «Vieni qui a Trento, che stai a fare a Roma da solo» gli aveva detto il figlio, trovandogli un appartamento in affitto sempre alle «Albere».
Dalle indagini emerge un curriculum di carabiniere esemplare. Da sempre nell’Arma, poi il trasferimento al Nord, alla stazione di Riva del Garda. Fiuto da investigatore, impiegato in indagini delicate, anche su una tangentopoli «gardesana», tanto da passare al nucleo operativo della compagnia. Poi la passione per il volo: brevetto da elicotterista, il nuovo impiego nel reparto aereo di Bolzano. Un suo collega a Riva del Garda racconta: «Quando passava in volo ci chiamava: guardate verso l’alto, sto arrivando».