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 2017  marzo 28 Martedì calendario

Le confessioni di Martin Schulz: «A casa faccio la lavatrice»

Bild am Sonntag: Signor Schulz, il 100% (la percentuale con la quale è stato eletto presidente della Spd, ndr) è un trionfo o un fardello?

Martin Schulz: «Naturalmente mi ha fatto un enorme piacere, ma mi chiedo anche cosa stia succedendo. Grazie a Dio nella mia vita ho avuto alti e bassi. Conoscere questa alternanza mi aiuta a non montarmi la testa. Ho trovato un mio equilibrio interiore perché so com’è la vita quando si sta molto in basso nella scala sociale». (...)
Le viene rimproverato di aver procurato posti ai suoi collaboratori da presidente del Parlamento europeo. La Commissione per il controllo dei bilanci le ha fatto pervenire una nota di biasimo. Ha commesso degli errori?
«L’amministrazione del Parlamento ha accertato che il mio comportamento è stato corretto. Nella Commissione per il controllo dei bilanci si è formata la maggioranza solo perché antieuropeisti, conservatori e verdi si sono coalizzati. Non ci posso far niente».
Cosa di lei dà sui nervi a sua moglie Inge?
«La mia costante assenza».
Sua moglie ha seguito il congresso del partito a casa davanti alla televisione. Come ha reagito al 100%?
«Non rivelerò cosa mi ha detto al telefono. Diciamo che intendeva: ci mancava anche questa. Mia moglie è una persona molto ragionevole e assennata che mi esorta a stare con i piedi per terra».
Dorme male in questo periodo?
«Dormo troppo poco, ma in quel paio d’ore di sonno dormo bene». (...)
Schulz ha davanti un vassoio di biscotti, ma beve solo una tazza di caffè nero senza zucchero. Nell’ultimo anno ha perso 12 chili. Solo una volta alla settimana si concede qualche peccato di gola.
Il cognome Schulz è al nono posto tra i nomi più diffusi in Germania. Quali sono gli obiettivi che si pone il cancelliere Schulz?
«Una politica che non guardi solo ai grandi nomi, ma che si occupi del lavoro e della vita dei comuni cittadini. Io stesso cerco di vivere come tanti nel nostro Paese».
Insomma, ha la scorta, un’auto di servizio, un grande ufficio, incontra personaggi potenti, è sempre in viaggio...
«Eppure vengo definito un provincialotto. Passi pure. Abito ancora nella città dove sono nato e dove ho fatto il sindaco, dove vivono i miei genitori e i miei fratelli. I vicini alla mia sinistra hanno un bambino piccolo, alla mia destra abita un vecchio compagno di scuola, di fronte il capo dei vigili del fuoco volontari e dall’altra parte una coppia di pensionati, in cui il marito è gravemente malato. Ecco dove vivo, in mezzo a persone normali».
Ma quanto tempo ci trascorre il candidato cancelliere della Spd tra queste persone normali?
«Lì non sono il candidato cancelliere. Lì sono Martin e basta. Anche se qualche volta sarebbe più pratico dormire in albergo, cerco comunque di tornare a casa due giorni alla settimana».
I suoi detrattori l’accusano di gettare fumo negli occhi, ma pochi fatti. Qual è la prima cosa che cambierebbe se fosse eletto cancelliere?
«Affronterei subito due cose: un chiaro impegno per il rafforzamento dell’Unione europea e l’abolizione di una delle maggiori ingiustizie, cioè il fatto che per lo stesso lavoro le donne guadagnano meno degli uomini. La prossima settimana al Bundestag approveremo una legge a favore della trasparenza che consentirà alle donne di verificare se sono svantaggiate e se possono esigere salari più alti. Si tratta di un primo passo importante. Ma non basta».
Le donne guadagnano di meno anche perché fanno il part-time.
«È vero. Il part-time si può rivelare una trappola per le donne, che spesso poi non riescono ad aumentare l’orario di lavoro. In Germania deve essere finalmente introdotto il diritto di tornare al tempo pieno. La Cdu lo blocca».
In Germania gran parte del lavoro casalingo viene ancora svolto dalle donne. Come funziona a casa sua?
«Quando ci sono faccio molto».
Lo dicono tutti gli uomini.
«Okay, non so cucinare. Quando tocca a papà cucinare, si scatena la ricerca degli orari di apertura di tutti i ristoranti della città. Ma so usare tutti i cicli della lavatrice e so stirare. Una cosa che mi riesce molto bene è fare i letti. Poi ovviamente spalo la neve e porto fuori la spazzatura. Altro?». (...)
Sono anni che la Spd vuole fissare un tetto agli stipendi dei manager. Perché gli elettori dovrebbero credere che lei lo farà?
«Ha ragione, lo chiediamo d a tanto tempo e finora non siamo riusciti a imporci con la Cdu. Nella prossima seduta della coalizione porremo gli stipendi dei manager in cima all’ordine del giorno e se la Cdu continuerà a restare immobile, questo diventerà un importante tema della campagna elettorale. Prometto che, se sarò eletto cancelliere, metterò la legge sulla limitazione degli stipendi dei manager nel mio programma per i primi 100 giorni». (...)
Schulz in genere dà risposte rapide. Solo a una domanda fa seguire un silenzio più lungo: quella riguardo alla sua fede. Il capo della SPD è un profondo conoscitore della Bibbia, sa citare i versetti a memoria, ma il suo rapporto con Dio è più complesso.
Lei ha frequentato una scuola cattolica. Crede in Dio?
«È una domanda molto intima. Sin da ragazzo quando avevo 16 o 17 anni facevo interminabili discussioni con il padre superiore della mia scuola, una delle persone che più hanno contribuito alla mia formazione. Ho sperimentato sulla mia persona quanto la fede possa aiutare nelle situazioni più difficili. Personalmente, non ho certezze; proseguirò la mia ricerca fino alla fine dei miei giorni».

(Traduzione di Maria Franca Elegante)