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 2017  marzo 26 Domenica calendario

Peter Fill, i segreti del Signore della velocità: «Oltre lo sci, ecco le mie passioni»

È l’Alpe di Siusi, nel cuore delle Dolomiti, il «buen retiro» di Peter Fill. L’approdo sicuro dell’azzurro che vola sulla neve e che, per il secondo anno di fila, ha conquistato la coppa di discesa nello sci alpino, unico italiano nella storia a centrare l’impresa.
È un legame profondo quello dell’uomo-jet con la sua terra, l’Alto Adige. «Sono malato di montagna e fortunato di essere nato lì», racconta con un sorriso complice. E aggiunge: «Adoro tutto di quelle zone, a partire dal cibo, perché vado matto per la cotoletta con i funghi champignon, ma solo quella che mangio nel mio ristorante preferito vicino a casa. Conosco tutti i miei monti, ogni sentiero, le passeggiate. Così appena arriva la primavera li “ripasso”, camminando a lungo con mia moglie e i bimbi, Leon e Noah. Tra le mie passioni c’è anche l’arrampicata. Adrenalina pura. In vacanza, però, andremo al mare. Ha organizzato tutto Manuela. Un po’ di caldo farà bene anche a me. Però non più di due settimane!».
Mondo solido e vero
Benvenuti a casa Fill, il mondo solido e vero del campione che ricarica le batterie tornando in famiglia e giocando con i figli nella casa che è frutto del suo atipico lavoro: pagata con il mutuo integrato dai premi della vittoria ottenuta l’anno scorso a Kiztbuehel, in Austria, e dei due prestigiosi trofei di specialità.
Sono semplici i valori di Peter. La famiglia su tutto: «Mia moglie cresce i nostri figli mentre io sono via, la serenità è merito suo». Poi, naturalmente, lo sci, la grande passione: «Ho lavorato davvero tanto, fisicamente e tecnicamente, per arrivare a questo livello. Vincere la seconda coppa è stato un sogno, ancora più dell’anno scorso. Ho dimostrato di avere carattere, confermarsi non era facile, ho sciato bene, mi ha aiutato l’esperienza. È un momento molto importante della mia vita, della mia carriera. Adesso sono in alto e non voglio fermarmi. Il futuro? Non ci penso troppo, mi sto concentrando a tempo pieno solo sullo sci e sulle gare, ho ancora molto da dare». Il bilancio di un anno sportivo lungo e faticoso chiude in positivo: «Sono molto fiero di me stesso e questo grande successo mi dà forti motivazioni anche per l’anno prossimo. Il sorpasso in classifica è arrivato all’ultimo respiro, all’ultima gara, anche se avevo già fatto ottime prove in Norvegia, a casa del mio rivale Jansrud. Ad Aspen, poi, nell’ultimo appuntamento, ho chiuso il cerchio: ero più in forma e la coppa sono andata a prendermela, la volevo».
Ora quel trofeo di cristallo sta lì, saldo nelle sue mani: «È più importante di una medaglia ai Mondiali, perché è il premio di un’intera stagione, non solo di una giornata. A Castelrotto hanno organizzato una bellissima festa in paese per me. È stata una grande emozione. Grazie ai risultati di tutta la squadra lo sci è tornato nel cuore della gente e in prima pagina. Speriamo di continuare ad esserlo, l’Italia in questo è un po’ viziata, i tifosi pretendono sempre l’acuto».
Ma non di sola neve si nutre la passione sportiva di Peter. Ci sono il calcio, le auto e il golf. «A pallone abbiamo giocato tutti da ragazzini, io tifo Juventus e sarò allo stadio per la partita con il Barcellona. Sono ottimista, L’anno scorso, invece, non è andata come avrei voluto. Nel giorno stesso in cui ho vinto la classifica di discesa la mia squadra è stata eliminata in Champions e mi ha fatto molto male». I campioni preferiti? «La Ferrari e Valentino Rossi, due miti dello sport italiano. Ho la velocità nel sangue e vedere la Formula 1 e la motoGp è spettacolo puro. Ma amo anche trascorrere giornate sul green, il mio idolo è Tiger Woods. Sì, certo, è molto diverso da me come personaggio, ma io guardo solo l’aspetto sportivo».
Provare i materiali
Archiviata la coppa del mondo, Peter può finalmente concedersi un po’ di relax. «Ma non troppo... devo ancora provare i materiali per l’anno prossimo. Nel 2018 ci saranno le Olimpiadi in Corea, conterà anche la fortuna, ma io ci sono e inseguo un altro sogno. Sono in forma, so di essere forte. E chissà... potrei vincere la terza coppa. E visto che voglio il terzo figlio, dovrò vincere un trofeo anche per lui».