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 2017  marzo 26 Domenica calendario

Soldi sì, ma con giudizio. La guida con le regole d’oro per la paghetta ai figli

A volte, lo sa bene Paperon de’ Paperoni, tutto può cominciare da una sola moneta da 10 centesimi. L’importante è iniziare da bambini a comprendere il valore del denaro, a capire che il risparmio non è una specie di tortura, ma una strada verso la possibile realizzazione di un desiderio. Perché i soldi non sono né buoni né cattivi, ma è il modo in cui li si usa a fare la differenza.
Ben venga allora il vecchio salvadanaio, quel maialino che chiunque, almeno una volta nella vita, ha fatto a pezzi con gli occhi luccicanti di aspettative. Una piccola cassaforte in cui possono prendere forma i sogni: un giocattolo, la bicicletta nuova, un videogame. Se un salvadanaio non basta, per capire come formare i risparmiatori di domani ora c’è una guida: «Paghetta&COnsigli. Conoscerla, capirla, sperimentarla»: un volumetto realizzato dal Museo del Risparmio di Torino, che spiega come comportarsi per mettere i figli nella condizione di maneggiare correttamente il denaro. La parola d’ordine è «pianificare»: l’obiettivo è insegnare ai più piccoli come farlo, ma, prima ancora, far capire ai genitori che l’argomento non è un tabù. «Molti pensano che sia sempre troppo presto per parlare di soldi e posticipano il più possibile il momento in cui affidare piccole somme ai figli – spiega la direttrice del museo, Giovanna Paladino –. In realtà attraverso la paghetta i piccoli imparano a identificare i loro bisogni prioritari e a risparmiare per un progetto».
E imparare può essere anche divertente. Una sezione della guida, che oggi sarà distribuita ai visitatori ma che è online sul sito del museo, presenta alcuni giochi a tema: un esercizio per riconoscere le monete e capire «quanto costano i desideri», un «Cruciverba del risparmiatore» con domande ad hoc e un test per capire se si è cicale o formiche. Le ultime pagine sono dedicate a uno strumento che ricorda i quadernetti sui quali le nonne appuntavano entrate e uscite, gli stessi al centro della mostra «Quel genio di mia nonna» che si conclude oggi. La versione più attuale di quei quadernetti è il kakebo giapponese, che da qualche tempo sta prendendo piede anche in Italia. Qui ne hanno fatto una versione per bambini e l’hanno chiamata «Mikebo», dal nome della formichina Mika, la mascotte del museo che insegna ai bimbi a tenere d’occhio le spese ma anche a pensare agli altri: una sezione del libro è infatti riservata alla solidarietà.