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 2017  marzo 26 Domenica calendario

Salvini a sorpresa. «Sono favorevole ai corridoi umanitari»

LAMPEDUSA «Si può lavorare insieme. Ma questo diciamolo a telecamere spente». In una inattesa versione ecumenica, Matteo Salvini stringe la mano a Giusi Nicolini, sindaca di Lampedusa, emblema renziano della politica delle braccia aperte agli immigrati. È fra la sede del Comune e il cimitero dei naufraghi che il leader della Lega, per la prima volta nell’isola di frontiera, ripone in modo plateale le armi. Lo stesso segretario che due anni fa invitava «a lasciare al largo» gli extracomunitari ora si dice favorevole ai corridoi umanitari: «Permettiamo a chi ha diritto di partire da zone di guerra di farlo in modo sacrosanto e tranquillo. E agli altri garantiamo un futuro tranquillo nei loro Paesi», dice Salvini. «Mai stato contrario a quest’idea», ribadisce. Spiazzando Nicolini: «Non dico che l’ho convinto ma forse siamo sulla strada buona...», scherza la prima cittadina.
Salvini in realtà mostra due volti, nella sua puntata nel cuore del Mediterraneo ideata come risposta alle celebrazioni del Trattato di Roma. Il capo del Carroccio si sofferma davanti alle tombe dei bambini morti in mare ma poi ironizza su Twitter pubblicando la foto di alcuni immigrati che giocano a calcio: «Pomeriggio impegnativo per i richiedenti asilo di Lampedusa». Nelle sue quattro ore sull’isola si tiene lontano dal centro di accoglienza che oggi ospita 650 extracomunitari però fa di tutto per accattivarsi il consenso degli abitanti. Si fa ritrarre volentieri davanti a un vassoio di cannoli ancor prima di lasciare l’aeroporto di Palermo, scambia il suo numero di telefono con alcune mamme che in volo gli raccontano che la mancanza di adeguate strutture a Lampedusa può far costare una gravidanza in trasferta anche 12 mila euro. Si indigna per la benzina che da queste parti costa 1,9 euro al litro («il doppio di Livigno», rimarca). E parla pure con pescatori e operatori del turismo: «Questo non può essere solo un mare di morte».
L’accoglienza, è bene dirlo, è molto diversa da quella ricevuta a Napoli, dove due settimane fa la sua visita provocò tumulti. Qui ci sono applausi all’arrivo in aeroporto e solo qualche striscione di dissenso esposto vicino alla Porta d’Europa: «No alla Lega dell’odio», c’è scritto, ma anche «all’Ue delle banche». Nessuna protesta eclatante. Anzi, Salvini fa il pieno di pacche sulle spalle e incoraggiamenti, nel pomeriggio, durante un’assemblea organizzata dalla candidata sindaca della Lega a Lampedusa, l’ex senatrice Angela Maraventano. C’è persino chi si presenta con il fazzoletto verde al collo. Il clima, per Salvini, è quello da campagna elettorale: «Il mio populismo? Quello di un partito che esprime due governatori, come Maroni e Zaia, in cima alle classifiche di gradimento. Il populismo di Crocetta invece cosa ha prodotto?». Il tutto condito da una raffica di messaggi sui social che si concludono con un «grazie» e un «arrivederci Sicilia». «Tornerò qui in vacanza», promette Salvini mentre l’aereo che lo riporta a casa sorvola Cala Francese, dove Berlusconi nel 2011 comprò una villa per promuovere il turismo. Ma Pietro Bartolo, il medico protagonista del film «Fuocammare», non si fa incantare: «Questo è un paese, ahimè, piuttosto indifferente alle passerelle. Credo che Salvini vada via con il sacco vuoto».