Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  marzo 26 Domenica calendario

L’ultima impresa di Arrogate, il cavallo più «ricco» del mondo

È a suo modo una ex vittima di «bullismo» il purosangue americano più ricco del mondo. Quand’era piccolo, Arrogate fu scalciato dai puledri compagni «d’asilo» nella scuderia del principe saudita Khaled Abdullah, e ne uscí con alcuni denti rotti che gli causarono una brutta infezione, una permanente lentezza a mangiare, e la perdita di quasi due anni di gare. Ma siccome alle aste era costato 560.000 dollari, il suo allenatore californiano Bob Baffert lo ha aspettato, e «the silver horse» (come lo esaltano le tv yankee a motivo del suo raro mantello grigio) da metà del 2016 ha iniziato a ripagarlo in dollaroni sonanti: giungendo ieri con il successo anche in Dubai, nella World Cup sui 2000 metri in sabbia, a diventare con 17 milioni di vincite il più ricco cavallo al mondo, e presto (visto che ormai gli manca poco per superare le imprese 2011-2014 dei giapponesi Orfevre e Gentildonna) anche di tutti i tempi.
Il suo fantino Mike Smith lo vezzeggia soprannominandolo «il mio piccolo LeBron», argutamente paragonando alle leve e allo strapotere del più forte giocatore del basket Nba le strane lunghe zampe e la potenza di Arrogate. Impressionante ieri in Dubai: partito malissimo a 20 lunghezze dai primi, senza punti di riferimento e infastidito dalla sabbia sollevatagli sul muso da tutti i 13 avversari, sulla curva ad almeno 8 lunghezze ne aveva davanti ancora 10, a 200 metri gliene restavano 3 da agguantare, a 100 metri li ha sorvolati, sul traguardo li ha staccati di 3 lunghezze.