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 2017  marzo 10 Venerdì calendario

Gay, riconosciute le adozioni all’estero

Per la prima volta in Italia sono state riconosciute due adozioni congiunte ad altrettante coppie di padri. È successo a Firenze, dove mercoledì il Tribunale dei minori ha stabilito che sono valide anche nel nostro Paese le adozioni di due fratellini da parte di due uomini, cittadini italiani ma residenti nel Regno Unito, sancite dalla competente corte britannica. Ieri ha fatto lo stesso per quella statunitense relativa all’adozione di una bimba da parte di un americano e di un italiano. Ai bambini viene così riconosciuto lo status di figli e la cittadinanza italiana.
«Si tratta di una vera e propria famiglia e di un rapporto di filiazione in piena regola che come tale va pienamente tutelato», scrivono i giudici nel provvedimento relativo alla coppia del Regno Unito. Il Tribunale ha accolto tutte le richieste dell’avvocata dei due padri Susanna Lollini di Rete Lenford, in particolare di trascrivere a norma di legge le adozioni fatte all’estero da italiani a patto che questi vi soggiornino da tempo, abbiano la residenza lì da almeno due anni e che sia «conforme ai principi della Convezione dell’Aia» sui minori. I giudici chiariscono che la Convenzione non pone limiti allo status dei genitori adottivi, quindi non esclude di per sé le coppie gay né i single, ma richiede solo di verificare se i futuri genitori siano idonei all’adozione (esame qui fatto dalle autorità inglesi) e che la trascrizione non sia contraria all’ordine pubblico. Basandosi sulla sentenza della Cassazione n.19599 del 2016, i magistrati rilevano così che se anche la doppia paternità non è prevista dalle leggi italiane, non è per questo contraria all’ordine pubblico.
Un’argomentazione analoga è stata seguita dal collegio che ha esaminato la vicenda dei padri italo-americani, rappresentati dal legale Gianluca Poli. Nel loro caso il Tribunale scrive che dalla «copiosa giurisprudenza» in materia emerge un’«idea pluralistica dei modelli familiari» e la «rilevanza giuridica anche ai fini dell’adozione di qualunque modello familiare, ivi compreso quello omosessuale». Critiche sono arrivate da Scienza e Vita e Forum delle Famiglie.
Sempre più spesso le coppie gay italiane che hanno avuto figli all’estero sono riconosciute come genitori a pieno titolo anche in Italia. Cosa che non succede a quelle i cui bimbi nascono in Italia. «Una inammissibile disuguaglianza» dice la presidente di Rete Lenford Maria Grazia Sangalli.