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 2017  marzo 09 Giovedì calendario

Quei tre verdetti (diversi tra loro) sulle alluvioni

Tutte le alluvioni sono imprevedibili. Ma quella che il 4 ottobre del 2010 devastò il quartiere di Sestri Ponente e uccise un giovane operaio, lo è di più. Poco importa se gli enti privati e pubblici, tra i quali il Comune di Genova, avevano contribuito a creare il consueto imbuto, evitando di pulire i rivi, cementificando sul letto dei torrenti, barattando la sicu-rezza di un’ampia zona di Genova con i condoni per le mancate opere. Pioveva tal-mente forte, quel giorno, che si trattò di un evento così straordinario da ren-dere inutile la ricerca delle responsabilità. Tutti assolti, addio ai risarcimenti per le decine di commercianti che si erano costituiti parte civi-le. E così sia. Era la terza sentenza sulle recenti allu-vioni genovesi. Tre proces-si, tre verdetti uno diverso dall’altro. Alluvione del Fe-reggiano, 4 novembre 2011, 6 morti: l’ex sindaca Marta Vincenzi è stata condannata per non avere chiuso scuole e strade dopo l’allerta me-teo. Alluvione del 10 ottobre 2014: l’ex assessore regio-nale alla Protezione civile Raffaella Paita è stata pro-sciolta in udienza prelimi-nare dall’accusa di non aver diramato l’allerta meteo per tempo. Il giudice ha ritenuto che non sia giusto addebitare a un politico i compiti di previsione che invece competono ai tecni-ci della struttura. Vincenzi ha pagato perché era l’anello debole della catena. I sindaci sono le figura più esposte e giuridicamente vulnerabili. Tocca a loro gestire l’emergenza dopo l’allarme. Se sbagliano, pagano. Una responsabilità enorme. L’esito di queste tre vicende lascia capire come in Italia sia possibile indagare sul dopo. Sulla gestione dell’evento, sui soccorsi. Mai sul prima, sulle cause che hanno condotto al disastro. L’inchiesta su Sestri Ponente era forse la più ambiziosa. Cercava responsabilità che potremmo definire di sistema. Gli interventi mai fatti da Comune e privati, sanati con i condoni. Una recente inchiesta di Marco Grasso e Matteo Indice del Secolo XIX ha stabilito che nell’ultimo mezzo secolo sono morte di inondazio- ni e alluvioni oltre mille persone, in media 3,5 miliardi di danni all’anno. Nessuno ha mai fatto un giorno di carcere. Le condanne sono state poche e poco rilevanti. Asso-luzioni, prescrizioni. Sono dati che bisogna tenere a mente per l’ondata di indignazione che farà seguito alla prossima disgrazia. Quando piove, piove. E tanto basta.