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 2017  febbraio 28 Martedì calendario

Salvini allo specchio

Secondo una teoria non priva di fascino, tendiamo a detestare quelle persone che ci restituiscono l’immagine dei nostri difetti come in uno specchio. D’Alema che accusa Renzi di arroganza è un caso di scuola insuperabile. Ma gli investigatori della psiche umana potrebbero dedicarsi con analogo profitto all’esame di quella di Matteo Salvini. L’impresa non richiederebbe loro neanche troppo tempo. Ieri, nel suo quarto d’ora d’odio quotidiano, la Le Pen barbuta se l’è presa con il truccatore italiano che aveva appena vinto l’Oscar, Alessandro Bertolazzi, colpevole di avere dedicato il premio agli immigrati. «Ipocrisia al potere! Facile fare i buonisti col portafoglio pieno», è stato il suo arguto commento.
Ora, lo spirito del tempo impone di attaccare chiunque abbia successo, poiché per il fatto stesso di averlo è un privilegiato in combutta con l’establishment della grammatica. Se però volessimo dare retta alla teoria dello specchio, scopriremmo che Salvini non intendeva criticare il premio Oscar, ma se stesso. Rifletteteci un attimo. Nessuno può mettere in dubbio che Salvini sia un privilegiato. Uno che non ha mai lavorato un minuto in vita sua e viene pagato dai contribuenti per non combinare nulla, dato che al Parlamento europeo non si fa vedere quasi mai, forse per timidezza, e trascorre le giornate a scagliarsi contro quella stessa Europa che gli passa un generosissimo stipendio. Il classico esempio di ipocrisia al potere, direbbe Salvini di Salvini. Facile fare i razzisti col portafoglio pieno.