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 2017  febbraio 27 Lunedì calendario

Milan, la vittoria avvelenata che chiude l’era Berlusconi

REGGIO EMILIA Fra la via Emilia e l’Est, tra il Mapei Stadium non più proibito per il Milan (1-0 alla quarta visita, dopo 3 batoste) e il mistero d’Oriente vicino al disvelamento, c’è quest’ultima partita dell’era Berlusconi («me l’ha detto lui, stavolta lascia davvero», conferma Arrigo Sacchi): partita ispida e polemica, con l’ingegner Calvarese da Teramo a prendersi la scena per una serie di errori così pacchiani da essersi trasformati nel migliore spot per il sistema Var, il videosassistente arbitrale. In attesa del passaggio di proprietà del club – i soldi delle banche dati in arrivo mercoledì prossimo, il closing venerdì e sabato la presentazione dei nuovi padroni cinesi, il cui esponente visibile sarà David Han Li, manager di studi americani e di dichiarati trascorsi calcistici scandinavi – nella domenica dell’annunciato epilogo il protagonista è stato l’arbitro: non il fresco maggiorenne Donnarumma, né il fresco centenario (100 presenze in A) Berardi.
Calvarese e i suoi assistenti, in particolare l’addizionale Di Paolo sorpreso più volte controsole a farsi schermo con la mano, sono riusciti nell’impresa di non vedere parecchie cose, ma soprattutto Bacca che scivolava, nel calciare il rigore decisivo, e colpiva dunque per due volte il pallone, di destro e con la punta del sinistro: fallo e punizione per il Sassuolo, da regolamento. Tra le vistose sviste – ossimoro voluto – spicca la cecità su Paletta che nella ripresa ha divelto Politano. Così è finita con le urla negli spogliatoi. Urla del clan del Sassuolo, talmente irritato da dare voce all’accusa che, data la ricorrenza, non potesse esserci risultato diverso: «Siete sempre i soliti, vergognatevi: è stato ancora peggio dell’andata». Urla del clan del Milan, convinto che i meriti vengano sempre offuscati da critiche prevenute: «Dovete vergognarvi voi, non fate altro che lamentarvi». I due allenatori amici hanno dichiarato che lo resteranno, sbollita la rabbia. Però ieri Montella era nero: «Se ci fosse stata la Var, il rigore di Bacca sarebbe stato da ripetere: c’erano tre giocatori in area. Sono troppo amareggiato per godermi la vittoria: ho visto atteggiamenti spiacevoli».
Nell’intervallo, ha raccontato Bertolacci, Montella ha raccomandato di non cadere nelle provocazioni avversarie. Di Francesco è di ben altra opinione: «Gli episodi sono troppo clamorosi, per non parlarne: anche il fallo di Aquilani sul rigore non c’era. Non penso alla malafede, ma all’incapacità. Ho fatto i complimenti ai miei, perché sono riusciti a restare calmi, in particolare Berardi».
In verità, dopo essere stato ingiustamente ammonito per simulazione dall’arbitro della sua ultima espulsione in campionato, Berardi ha sperperato con un sinistraccio a lato il rigore del possibile 1-0 (fallo di Kucka su Duncan) e poi il potenziale pareggio, su percussione di Politano, in un secondo tempo giocato dal Sassuolo in costante assalto. Il Milan è stato più efficace, soprattutto col pressing di Deulofeu, sempre più a suo agio in A, contropiedista, tiratore e assistman. La squadra di Montella ha prodotto più tiri, incluso il gol di testa di Bacca annullato per fuorigioco, e ha sfiorato per due volte il 2-0 in contropiede con lo stanco Suso. I cui peccati sono tuttavia veniali, in confronto a quelli dell’ingegnere col fischietto.