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 2017  febbraio 27 Lunedì calendario

Emanuela, del ‘23, e Nicole in fasce. «Noi, famiglia con 6 generazioni»

ACIREALE (CATANIA) Quando la trisavola Maria, 75 anni, ha saputo che la pronipote era rimasta incinta, a soli 16 anni, ha perso la pazienza: «Ma insomma, non sapete proprio aspettare!». «Lei – racconta Maria – mi ha fatto un sorrisetto malizioso: “Nonna, ma perché ti lamenti? Ho fatto esattamente come te”». In effetti anche la trisavola ha alle spalle una fuga d’amore (la fuitina) ad appena 13 anni per poi diventare mamma tre anni dopo. La storia si è ripetuta sessant’anni dopo, il 31 gennaio scorso, quando all’ospedale di Acireale è venuta al mondo la piccola Nicole.
Ma precoci sono state tutte le donne di famiglia. La mamma di Maria, Emanuela Raneri, che oggi ha 93 anni, l’ha messa al mondo a 19 anni. E poi la figlia e la nipote di Maria sono diventate mamme rispettivamente a 18 e 20 anni e si sono sposate quando erano già incinte. Una media da record che ha permesso all’ultima arrivata di poter godere delle amorevoli attenzioni di altre cinque generazioni di mamme, tutte ancora in vita. Si va dalla quadrisavola Emanuela, alla trisavola Maria, alla bisnonna Emanuela Cavallaro, di 54 anni, a nonna Mariella di 36, alla neomamma Nadia Di Bella.
«Fino a qualche anno fa spesso mi confondevo – racconta Nadia – per non sbagliare dopo mia madre, tutte le altre le chiamo nonne». Col suo compagno, Dario Scalia, 21 anni, convive da tre anni, in attesa della dispensa per potersi sposare. «Quando è nata Nicole – dice lui – le ho detto: “Ma ti rendi conto, nostra figlia ha persino una trisavola ancora in vita”. “Trisavola? mi ha ripreso mia suocera, c’è anche la quadrisavola”. La nonna Emanuela non sapevo nemmeno che esistesse, l’ho scoperto sono dopo che è nata la bimba». In effetti lei vive un po’ in disparte. Ma è sufficientemente lucida per spiegare il perché. «Mi sono sposata a 18 anni – ricorda – l’anno dopo è nata Maria. Mio marito intanto era partito in guerra. Gli venne concessa la licenza per vedere la bambina. Era il ‘42. Tornò giusto in tempo per tenerla in braccio qualche giorno, poi di nuovo al fronte da dove non è mai tornato. Ufficialmente disperso sul fronte russo». Anni dopo Emanuela si risposò e mise al mondo altri dieci figli, tanto che oggi può vantare circa 80 tra nipoti e pronipoti.
«In quanto figlia di un disperso in guerra – aggiunge Maria, la memoria storica della famiglia – io ottenni il lavoro all’ospedale di Acireale. Per 30 anni ho prestato servizio proprio nel reparto maternità e di bambini ne ho visti nascere veramente tanti, compresi tutti i miei nipoti e pronipoti».
Per festeggiare l’ultima donna di casa qualche giorno fa si sono riunite tutte dalla «supernonna» Emanuela e hanno posato assieme per una foto ricordo. Sei generazioni di donne, quasi un secolo di vita, sullo stesso divano. Un concentrato di maternità in cui c’è spazio anche per le note tristi. «Proprio in questi momenti di gioia – si commuove la trisavola Maria – ricordo il fratello di Emanuela. Morì a Carnevale, a 10 anni, cadendo da un carro allegorico. Sono passati 43 anni». Proprio ieri Acireale era una città sotto assedio per quello che viene considerato il più bel Carnevale di Sicilia. «Puoi avere mille figli e nipoti – aggiunge – ma non ne dimentichi mai nessuno».
Se poi provi a chiedere a tante donne la ragione di questa tradizione di maternità precoce ti rispondono tutte con lo stesso sorriso e un’alzata di spalle: «E chi lo sa? Siamo fatte così. Sappiamo solo che la nostra è sempre stata una famiglia felice e piena di allegria». Pure Dario sorride soddisfatto nel vedere tante mamme premurose nel passarsi di mano e coccolare la piccola Nicole. Ma pensa che con sua figlia si interromperà la tradizione. «Non ci tengo a battere altri record. Almeno spero».