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 2017  febbraio 25 Sabato calendario

L’amaca

Per avere un’idea abbastanza nitida del caos italiano, un esercizio utile è mettere in fila tutte le voci che si sono espresse, a titolo davvero molto vario, a proposito del nuovo stadio della Roma. In ordine di competenza il Campidoglio viene per primo; e fin qui, tutto bene. Poi c’è la proprietà americana della Roma che preme per realizzare l’opera, e anche qui siamo nell’ambito della normalità. Poi c’è la Sovrintendenza, che tra i rovi e i calcinacci del fu ippodromo di Tor di Valle ha scovato tribunette di gran pregio, e ci si è seduta sopra. Poi ci sono gli ultras della Roma, che per rabbonirli non solo devi costruire lo stadio della Maggica, ma anche demolire quello della Lazio. Poi ci sono le radio calciodipendenti (a Roma sono migliaia, più che in tutta l’America Latina) che non parlano d’altro. Poi ci sono i tassisti tifosi, lacerati dal dubbio se Raggi sia ‘n’amica o ‘na nemica a seconda che siano più tassisti o più tifosi.
Infine c’è Beppe Grillo che non ha alcun incarico pubblico, non è urbanista ed è genoano, ma gira per Roma dicendo questo sì e questo no avendone la stessa identica titolarità che avrei io a pronunciarmi sulla costruzione del nuovo aeroporto a Vienna. Anzi, già che ci sono ve lo dico: sono contrario al nuovo aeroporto di Vienna.