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 2017  gennaio 31 Martedì calendario

Incertezza nei sondaggi, ma Le Pen resta in testa

PARIGI. Le primarie socialiste avrebbero dovuto chiarire gli equilibri politici per la corsa all’Eliseo. È successo il contrario. La vittoria a sorpresa del radicale Benoît Hamon ha gettato nello scompiglio l’ala moderata della sinistra, orfana del candidato Valls, che ora potrebbe addirittura sostenere Emmanuel Macron. Ieri alcuni deputati socialisti hanno annunciato di volersi unire al movimento del giovane ex ministro dell’Economia. All’estrema sinistra il candidato gauchiste, Jean-Luc Mélenchon, incassa un duro colpo e non è più così sicuro di superare il socialista al primo turno.L’incertezza aumenta anche a destra con François Fillon in rapida caduta di consensi per lo scandalo del presunto lavoro finto pagato a sua moglie Penelope. L’ex premier è stato ieri lungamente interrogato dai magistrati. Se venisse ufficialmente indagato, ha promesso di abbandonare la corsa. Se invece rimarrà in sella dovrà scontare un danno notevole d’immagine. Il candidato della destra, che subito dopo le primarie di novembre viaggiava intorno al 30% delle preferenze per il primo turno, ora è precipitato al 22%, secondo uno studio pubblicato ieri dall’istituto Sofres. Subito dietro, al 21%, lo incalza Macron, il gran beneficiato degli ultimi eventi, con un’ascesa folgorante.Molti esperti ormai non escludono più che possa essere Macron ad accedere al ballottaggio contro Marine Le Pen. La leader del Front National è l’unico punto fisso dello scenario politico ma qualcosa cambia anche per lei. Secondo Sofres, Le Pen è sempre in testa con il 25% dei voti, ma perde da 3 a 5 punti in meno rispetto a qualche settimana fa. La distanza che la separa da Fillon e Macron si è accorciata. A sinistra, Hamon potrebbe andare meno peggio del previsto, al 15%, strappando voti a Mélenchon, che è calato fino al 10%, perdendo almeno sei punti dopo la svolta radicale del partito socialista. Difficile insomma prevedere cosa accadrà il 23 aprile, data del primo turno per l’elezione del nuovo capo dello Stato. Le presidenziali di quest’anno erano già diventate eccezionali per la mancanza di ricandidatura del presidente in carica, François Hollande. Ora lo stanno diventando per il grado di incertezza che rende quasi impossibile fare una previsione sui favoriti al ballottaggio e, ancora di meno, sul possibile vincitore.