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 2017  gennaio 15 Domenica calendario

Vita (dura) da bimbi prodigio

ROMA Non chiedete a Edoardo Cavallari, 7 anni, cosa vuole fare da grande. Non, perlomeno, se non siete adeguatamente preparati: «Voglio fare il paleozoologo perché studiare i resti degli animali antichi è utile per capire la storia del mondo e anche il suo futuro, in qualche modo». Edoardo è nato nel 2009, il 15 aprile, lo stesso giorno di Leonardo da Vinci, con lo stesso quoziente intellettivo di Albert Einstein, e quando aveva un anno, prima di iniziare a parlare, aveva già imparato a riconoscere tutte le lettere dell’alfabeto.
Lui è al top dei top di un gruppo di ragazzini plus dotati, tutti con menti che voi umani non potete immaginare, riuniti in un’associazione, Aget Italia, dove non si entra se il tuo quoziente intellettivo è inferiore a 130 e dove Edoardo è al top con il suo 158 (Einstein aveva 160) anche rispetto ad altre associazioni italiane.
Già, perché non ce ne è soltanto una di associazione a sostegno dei piccoli geni. Perché anche loro hanno bisogno di associazioni di sostegno. O, meglio, soprattutto loro ne hanno bisogno, verrebbe da dire, perché sono tanti i papà e le mamme di questi geni che ti spiegano come l’eccesso di cervello crei sacche di grande disagio, soprattutto fra i banchi di scuola.
Valeria Fazi, presidente di Aget, il disagio tra i banchi non lo ha ancora sperimentata, il suo piccolo genio ha soltanto tre anni e mezzo e nonostante l’eccesso di materia grigia ieri pomeriggio è rimasto tutto il tempo a disegnare mentre Giuseppe Rufolo, ingegnere aerospaziale, spiegava come e perché gli aerei volano, senza timore di osare con le parole, perché quando si svetta sopra i 130 imparare in fretta è l’ultimo dei problemi.
«Questo è un esperimento, un laboratorio per iper stimolare i nostri figli», ha spiegato Fazi che ha voluto fare questo incontro nella sede della PwC, la PricewaterhouseCoopers, tra lavagne luminose e muri che sono lavagne di plastica, laboratori all’avanguardia a disposizione di questi bambini che annaspano assieme ai coetanei.
«La nostra idea è di proteggere questi ragazzi plus dotati, un patrimonio per il Paese», aggiunge Valeria Fazi mentre accanto a lei Francesca, mamma di Valerio, 14 anni, scuote la testa: «Ho conservato i diari di mio figlio, sono pieni di note, dalla prima elementare alla terza media. Non sapevano come gestirlo e gli davano sempre una punizione».