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 2017  gennaio 09 Lunedì calendario

Bitcoin: pagamenti virtuali, brividi reali

Moneta virtuale, volatilità reale. Sulle montagne russe dei rendimenti adesso ci sono finiti i Bitcoin, che hanno brindato al nuovo anno con uno strappo senza precedenti. Il valore della più famosa, e discussa, divisa digitale negli scambi sulle piattaforme dedicate, ha toccato quota 1.006 dollari la domenica di Capodanno per arrivare (giovedì 5 gennaio) a toccare il livello record di 1.140 dollari, con un brusco ripiegamento successivo.
Insomma, un rally di volatilità in piena regola: ai primi di dicembre il prezzo era attorno a quota 900 dollari. Chi all’inizio del 2016 avesse acquistato un Bitcoin, oggi registra un incremento in portafoglio superiore al 120%. «Ma attenzione, si tratta di ritorni tipici di un asset speculativo. Invece di scommettere, per esempio, nell’oro o nei diamanti, vediamo investitori che puntano sul Bitcoin», avverte Massimo Amato che alla Bocconi di Milano insegna «Istituzioni e crisi del sistema finanziario». Un anno fa ha pubblicato (con Luca Fantacci) Per un pugno di Bitcoin un pamphlet sui rischi e le opportunità delle monete virtuali, ma oggi il docente lancia una provocazione: «A queste condizioni, mi rifiuto di chiamarla “moneta”. Come riserva di valore, infatti, non è stabile, il mercato di riferimento è troppo piccolo. Basta pensare che secondo alcuni studi internazionali, circa 10 mila persone in tutto il mondo tengono in mano i due terzi della capitalizzazione del mercato dei Bitcoin, un ammontare di 16 miliardi di dollari». Tutto ciò, a parere dell’esperto, finisce per introdurre nel sistema gravi rischi di aggiotaggio.
A livello mondiale, tra le motivazioni del rally di Capodanno, vengono considerati il calo di valore dello yuan, valuta cinese che ha perso lo scorso anno il 7% nei confronti del dollaro, spingendo in alto gli scambi con la criptomoneta, molto usata proprio nel Paese del Dragone. Un’altra ragione sarebbe da ricercare in India nella reazione alla improvvisa decisione del governo di ritirare le banconote di alto taglio come freno nei confronti della corruzione. Nelle ultime settimane del 2016 c’è stato un boom nei download delle applicazioni (come Zebpay) usate per l’acquisto di Bitcoin. Che evidentemente è percepito come un porto sicuro per conservare la ricchezza.
Del resto, e senza andare troppo lontano, lo stesso professor Amato ritiene che «quando sui mercati finanziari i rendimenti dei Bund tedeschi sono in territori negativo e invece questo asset digitale cresce del 30% in un mese, per investitori o speculatori non ci sono molte alternative. Il market sentiment è attento a cogliere subito questi segnali di cambiamento. Però, occorre stare in guardia. A tali condizioni, il valore di questa divisa può andare da mille dollari a zero anche in poco tempo».
In tutto questo scenario sulle criptovalute che circolano sulla Rete, rimane aperta una questione: funzioneranno nella vita reale, ad esempio per gli acquisti? «Nella situazione attuale, lo escludo. Il Bitcoin non può essere usato come strumento di scambio. E spero che nemmeno diventi uno strumento di massa. Infatti, chi può accettare che il proprio stipendio sia pagato con un tale tasso di volatilità?».
Eppure, le iniziative in questo senso non mancano. Magari a livello sperimentale. Nei mesi scorsi la cittadina svizzera di Zoug (con l’omonimo cantone) ha aperto la strada al pagamento delle tasse comunali attraverso moneta digitale fino a un massimo di 200 franchi. Più numerose sono le aziende private che accettano il pagamento. Tra queste, PayPal, la piattaforma Expedia di prenotazione dei viaggi e il colosso dell’informatica Dell. È il sito stesso della società a spiegare come fare, e quali sono i vantaggi. Tra questi, per il cliente la garanzia che il proprio portafoglio e il conto corrente non risultano legati ad alcuna istituzione finanziaria, non possono essere congelati. Quindi, nemmeno controllati. Torna cioè il sogno di chi ha lanciato la criptovaluta, nata per bypassare le banche centrali. E rendere ogni mossa finanziaria poco tracciabile.