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 2017  gennaio 09 Lunedì calendario

Mr. Chip sbanca Wall Street: +245% in un anno

Da 32 a 111 euro, in dodici mesi. Tanto valevano le azioni di Nvidia all’inizio e alla fine dell’anno appena trascorso: un balzo del 245% che ha fatto la gioia degli investitori. Ma, soprattutto, quella di Jen-Hsun Huang, ceo, presidente e fondatore taiwanese della società di processori grafici americana. In soli dodici mesi il valore di Borsa di Nvidia è salito di quasi 40 miliardi. Nel 2017 il tirolo è un po’ sceso e oggi quota intorno ai 102 dollari.
Fondata nel 1993 e quotata nel 1999, la società ha resistito allo scoppio della bolla tech grazie a ottime partnership. Con Sony, per esempio, per la quale Nvidia ha progettato la componente grafica della Playstation 3. E con Microsoft, per la quale invece ha realizzato i componenti grafici per l’Xbox. Tra i clienti c’è anche Tesla, con una linea dedicata alle elaborazioni delle immagini tridimensionali. Partita con la produzione di processori grafici, schede madri e componenti per pc, Nvidia si è quindi buttata nel campo delle console, del wireless e del video.
Svolte
La svolta è di un paio d’anni fa. Dal 2014 la società si è impegnata in quattro settori-pilastro: gaming, grafica, automobili e datacenter. È in quest’ultimo ambito che Huang sta fiutando il nuovo affare, che potrebbe far cambiare pelle una terza volta all’azienda: i microprocessori per datacenter.
Se il titolo è salito così tanto, nel 2016, è anche per i rumors che vorrebbero Nvidia nel mirino di un altro colosso del tech, Intel. Ma, a prescindere da questo, il settore dei microprocessori per datacenter è uno dei nuovi campi di battaglia del tech: gli attuali, infatti, non sono in grado di gestire le applicazioni basate sull’intelligenza artificiale. E, dal momento che l’intelligenza artificiale è uno dei settori «caldi» per il futuro sviluppo del comparto, se Nvidia si muovesse in fretta potrebbe arrivare prima fra i fornitori di componenti ad hoc.
Trattative
Soprattutto se l’accordo con Intel andasse in porto: il colosso del computer ha una fetta di mercato pari al 90% nei microprocessori per data center e garantirebbe quindi alla società di Huang, da subito, di fare la parte del leone. I rumors parlano di acquisizione, oppure di una partecipazione importante. A farne le spese sarebbe Amd, storica rivale di Nvidia nel settore dei processori per pc, che invece sta cercando di guadagnare posizioni nel segmento desktop e in quello del gaming (secondo le indiscrezioni starebbe trattando anche con Intel, che in questo modo riuscirebbe a controbilanciare l’appoggio a Nvidia, limitandone l’espansione).
L’obiettivo di Huang, però, va oltre l’ambizione di accaparrarsi un nuovo settore. A fine novembre, in occasione della conferenza annuale sul SuperComputing (nel corso della quale ha anche annunciato nuove partnership con Ibm e Microsoft), il manager ha spiegato come l’intelligenza artificiale rivoluzionerà la nuova generazione di computer, cambiando sia i prodotti che il rapporto degli utenti con la tecnologia stessa. Il cuore del cambiamento sarà il deep learning, cioè la capacità dell’intelligenza artificiale di imparare dai dati raccolti senza bisogno di intervento umano.
Sul fatto di imparare dagli errori, Huang ne sa qualcosa. Nato a Taiwan 53 anni fa, si è trasferito con la famiglia prima in Thailandia e poi negli Usa. Niente scuole prestigiose, per lui: da giovane ha frequentato gli istituti scolastici del Kentucky, guadagnandosi la fama di allievo difficile. Una delle punizioni che il ceo ancora oggi ricorda è la pulizia della toilette della scuola, ogni giorno dopo le lezioni. Il castigo ha funzionato: anni dopo, Huang è entrato a Stanford.
Posizioni
Non è la figura più nota del tech, non è nemmeno il ceo più ricco. L’ultima volta che è entrato in una delle classifiche di Forbes era il 2008: finì in 61esima posizione nella lista degli amministratori delegati più pagati. Dopo otto anni di silenzio, ecco il balzo del 2016, premiato da Standard & Poor’s come miglior performance in Borsa di un’azienda americana. Se la crescita del valore delle azioni di Nvidia continuasse, e se il fatturato dell’anno scorso raggiungesse le previsioni di 7,9 miliardi, c’è da scommettere che Huang tornerà presto a far capolino nel prestigioso elenco, magari guadagnando anche qualche posizione.