Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  dicembre 06 Martedì calendario

L’amaca di Michele Serra

RESTO dell’idea che della Costituzione importi nulla a una buona metà degli elettori del No; e che l’altra metà, quella alla quale la Costituzione sta molto a cuore, non abbia i numeri e le forze per fare niente più di quello che ha già fatto, e cioè far cadere il governo Renzi. Detta all’ingrosso, i due trenta per cento (inconciliabili tra loro) che hanno surclassato, sommandosi, il quaranta per cento di Sì, non assomigliano neanche lontanamente a una maggioranza politica. Li accomuna solo la legittima contentezza di avere finalmente mandato a casa, nel più democratico dei modi e in una tranquilla giornata elettorale – molto più tranquilla dell’esagitata immagine del Paese che danno ogni giorno quasi tutti i media – il detestato giovanotto toscano. Ora, per dirla in allegria, ci sarà da divertirsi. Perché ovviamente, nel vuoto politico, sarà il famigerato establishment a dirigere il gioco, con viva meraviglia di chi saluta il trionfo del No come sconfitta dell’establishment. Si spera che Mattarella non sia Napolitano-tris e cerchi la maniera di andare finalmente a votare, magari perfino con una legge elettorale scelta nel ricco bouquet disponibile. Nel frattempo le vedremo tutte: il ritorno trionfale di Berlusconi e D’Alema (nella categoria “Nuove proposte”), Salvini che trumpeggia, Grillo che sospende i vaffanculo per darsi un tono da statista. Quanto alla proposta di Micromega di un governo Rodotà-Zagrebelsky sono entusiasta, a patto che l’Economia vada a Rosa Luxemburg, la Cultura a Catullo e lo scudetto all’Inter.