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 1998  giugno 08 Lunedì calendario

Dopo quarant’anni, la Nasa si è decisa ad affrontare la questione dell’amore nello spazio, questione su cui tutti gli astronauti hanno sempre scherzato e di cui tutto il mondo ha sempre discusso, ma che è sempre stata accantonata

• Dopo quarant’anni, la Nasa si è decisa ad affrontare la questione dell’amore nello spazio, questione su cui tutti gli astronauti hanno sempre scherzato e di cui tutto il mondo ha sempre discusso, ma che è sempre stata accantonata. Un gruppo di esperti, il ”Sex group” come è stato subito chiamato, la dibatte al Centro di Houston in vista del cambiamento delle esplorazioni cosmiche: il varo della grande stazione orbitale Alfa e, tra 20-30 anni, una missione su Marte. «Mille giorni di astinenza - ha dichiarato lo psicologo della Nasa Al Holland - sarebbero un problema per qualsiasi astronauta». Mille giorni, o tre anni, è il minimo previsto per il viaggio di andata e ritorno e una breve permanenza sul pianeta rosso. «Meglio inviare coppie stabili».
• Per ora, la Nasa non è giunta ad alcuna conclusione. Anzi, si è spaccata in due. Da un lato, c’è chi fa presente, come Holland, che «gli equipaggi misti funzionano meglio», anche se finora sono stati tutti, per cosi dire, forzatamente asessuati: il clima a bordo è più rispettoso e più disteso, e la collaborazione più spontanea. L’astronauta Shannon Lucid, che detiene il primato femminile di permanenza nello spazio - nel ’96 trascorse sei mesi sulla Mir con due cosmonauti russi - caldeggia l’impiego di coppie sposate: «La mia esperienza personale è che la mancanza dell’amore dopo qualche mese diventa alquanto pesante» ha ammesso imbarazzata. Sulla Mir ho dedicato il tempo libero ai libri fino a costruirmi una piccola biblioteca: non è stata una compensazione sufficiente.
• Ma dall’altro lato, c’è chi sostiene che l’ultima cosa di cui la Nasa ha bisogno è il ”sesso cosmico”. Uno di questi è Norm Thagard, primo americano a volare sulla Mir. «Sarebbe una catastrofe se in una missione si creassero rivalità sessuali - ha ammonito-. Anche se ci fossero solo coppie, cosa che non sarebbe affatto facile, come si garantirebbe l’armonia coniugale? Nel cosmo, i motivi di tensione sono molti. Che cosa accadrebbe se una coppia si sciogliesse, o se si verificasse un tradimento?». Secondo il russo Musa Manarov, un altro veterano della Mir, rimasto nello spazio un anno e mezzo, nei ”mille giorni” la presenza di donne a bordo dovrebbe essere evitata a tutti i costi. «Sarebbe come tenere in casa un fucile carico» ha spiegato. «Senza di loro, la vita è peggiore ma sicura. Si è obbligati a concentrarsi sul lavoro». Il ”Sex group” non ha punti di riferimento. In quarant’anni, nessuno ha fatto l’amore nello spazio. L’unica volta che la Nasa mandò marito e moglie sullo stesso Shuttle, Mark Lee e Jean Davis nel ’92, si preoccupò che lei avesse il turno di giorno e lei quello di notte. E non si è mai registrato un caso di molestie: « il nostro codice d’onore - ha sottolineato Michael Foale, uno dei candidati alla missione Marte -. Le donne non si toccano». Il «Sex group» è costretto così a rifarsi ai diari dei grandi esploratori del passato, che trascorrevano molti mesi in condizioni monacali. Ma i marinai e i soldati, ha ammonito Holland, si rifacevano sulle donne indigene.
• Come sarebbe possibile l’amore in assenza della gravità? Il «Sex group» ritiene che i problemi tecnici inclusa l’intimità delle cuccette sarebbero facilmente sormontabili. A suo parere la questione di fondo è psicologica. E quanto più viene protetta dal riserbo, tanto meglio è. Un esempio. Nel dibattito sono intervenute le femministe accusando di maschilismo i nemici degli equipaggi misti. «La castità obbligata non deve essere una scusa per escludere le donne dalle esplorazioni cosmiche, neppure inzialmente - ha protestato la loro vestale Gloria Steinern - sappiamo bene che la Nasa non sceglierebbe mai un equipaggio esclusivamente femminile». Ma le femministe sono d’accordo che occorre prevenire gelosie e drammi. L’ultima parola l’ha avuta Manarov. «Tre anni di astinenza sarebbero un supplizio - ha commentato -. Ma al loro ritorno trionfale, gli astronauti avrebbero tutte le donne ai loro piedi».