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 1998  giugno 08 Lunedì calendario

Il 6 maggio scorso il presidente russo Boris Eltsin e quello uzbeko Islam Karimov hanno firmato un accordo con il Tagikistan per la formazione di una ”trojika” contro l’influenza islamica nell’area petrolifera caucasica

• Il 6 maggio scorso il presidente russo Boris Eltsin e quello uzbeko Islam Karimov hanno firmato un accordo con il Tagikistan per la formazione di una ”trojika” contro l’influenza islamica nell’area petrolifera caucasica. Scopo principale: ostacolare la diffusione del fondamentalismo e del Wahabismo (frangia conservatrice dell’Islam Sunnita). Durante un discorso al Parlamento il premier uzbeko ha accusato i wahabiti di minacciare la stabilità dello Stato aggiungendo che «Ci sono persone che meriterebbero una pallottola in testa. Se necessario sono pronto a sparargliela io personalmente». Durante la sessione il Parlamento ha approvato leggi per la restrizione delle libertà religiose.
• Il Turkmenistan ha stretti legami con l’Iran (sciita). La ferrovia verso l’Iran (linea Sarraks-Meshed-Tedjen) aperta nel maggio ’96 e il gasdotto Korpedzhe-Kuy, l’hanno reso indipendente da Mosca (nel maggio ’97 il Turkmenistan aumentò il prezzo del suo gas da 32 a 42 dollari per 1.000 metri cubi; Mosca fece una controfferta di 36 e Teheran di 40). Il gas turkmeno è richiesto anche dalla Turchia che lo compra dalla Russia ad un prezzo doppio, ma le prospettive di esportazione sono state ridotte dal confronto nucleare tra India e Pakistan. Il progetto di un gasdotto dai giganteschi giacimenti di Dauletabad verso il Pakistan (1.460 chilometri fino ai terminali pakistani di Karachi e all’Oceano Indiano attraversando le città di Herat e Kandahar nell’Afghanistan occidentale) è stato sospeso. Sia i Talebani che il loro avversario Massud avevano dato il loro assenso (per costruirlo si è costituito un consorzio controllato dalla texana Unocal al quale partecipano compagnie saudite, coreane, giapponesi e pakistane: la russa Gazprom ne faceva parte ma ha ceduto la propria quota). Sempre per via delle atomiche indo-pachistane diminuiranno anche le esportazioni di gas turkmeno verso l’Iran. Quando l’estrazione dai giacimenti di South Pars sarà a pieno regime (grazie alla riduzione delle sanzioni Usa) l’Iran disporrà di grosse quantità di gas che avrebbe potuto esportare in Pakistan ma che dovrà destinarle al consumo interno. Se ciò accadrà il Turkmenistan potrà vendere gas solo alla Russia (e limitarsi all’utilizzo dei suoi oleodotti).
• I tre fratelli Khacilayev, leader dei separatisti musulmani del Daghestan. Nadirshah, poco più che trentenne, ex parlamentare russo, giornalista del periodico ”Oktyabr” e musulmano convinto (presidente e fondatore dell’Unione dei Musulmani Russi) ebbe un ruolo cruciale nelle trattative che portarono alla fine della guerra in Cecenia come consigliere di Alexander Lebed (trattò con il presidente ceceno Maskhadov); Magomed, il maggiore, capo della rivolta di Makhachkala, fino a poco tempo fa ministro della pesca, ora presidente della Dagryba (l’associazione dei pescatori, da cui il nomignolo di ”direttore del Mar Caspio”); Adam, popolare atleta, venne ucciso durante la guerra russo cecena, dove combatteva con i separatisti musulmani. I due Khacilayev sopravvissuti si appoggiano alla Umma (nazione) Islamica dell’Emiro Khattab e di Movladi Udugov, il movimento armato wahabita considerato una quinta colonna islamica nel Caucaso. I rivoltosi daghestani e ceceni sono legati ai gruppi criminali locali le cui principali attività sono i rapimenti, il traffico illegale di caviale e quello di petrolio rubato.
• Ogni giorno vengono rubate dai pozzi ceceni circa 500 tonnellate di greggio. Il governo ha concesso speciali poteri alla polizia (la ”sicurezza della Sharia”) per bloccare il commercio di petrolio rubato: gli agenti potranno sequestrare e distruggere camion e macchinari utilizzati dai trafficanti. La settimana scorsa sono state sequestrate sei autobotti, altre cinque sono state distrutte perché le persone a bordo si erano rifiutate di arrendersi ed avevano sparato agli agenti. Sono state recuperate 150 tonnellate di petrolio, 30 delle qualiconcesse in premio alle unità di polizia che hanno partecipato all’azione.
• Il caviale pagato ai raccoglitori clandestini 50 dollari al chilo e venduto a Mosca per 150, in occidente è venduto anche a 1.300 (per le qualità più pregiate). La mafia del caviale compie attentati contro la polizia quasi ogni giorno. Nel 1996 a Kaspiisk, in Daghestan, fece saltare in aria un condominio abitato dagli agenti e dalle loro famiglie uccidendo 49 persone e ferendone un centinaio. Molti agenti (guadagnano circa 50 dollari al mese) si lasciano corrompere. Negli ultimi quattro anni il traffico illegale è cresciuto di sedici volte: i pescatori di frodo pescano gli storioni quando non sono ancora maturi e senza rispettarne il ciclo riproduttivo, con gravi danni per l’ecosistema del Caspio (nel 1992 gli storioni erano circa 200 milioni, oggi meno di 45) e fornendo, per giunta, caviale di bassa qualità. Per cercare di arginare il contrabbando ad un posto di blocco della strada tra Astrakhan e Volgograd il sergente Aleksander Zibikov usa due gatti (il gatto Vashka e la gatta Masha).