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 2002  giugno 23 Domenica calendario

Giulio Scarpati è nato a Roma il 20 febbraio 1956

• Giulio Scarpati è nato a Roma il 20 febbraio 1956. Segno zodiacale dei Pesci. Papà Francesco avvocato con la vocazione dell’attore. Mamma Flavia impiegata al Ministero dell’Ambiente. Il fratello, Luigi, impegnato in negozi di prodotti biologici. La sorella, Irene, scrittrice di romanzi rosa sotto pseudonimo anglosassone. Da segnalare: il nonno materno Giulio nato in Svizzera ed emigrato a Napoli dove ha aperto uno studio dentistico, il nonno paterno Luigi gioielliere a Fondi e con il gusto delle battute scherzose, sua moglie Maria che da nonna tradizionale raccontava favole, infarcendole di aneddoti familiari. (Inquadratura su Giulio Scarpa࿠i)
• Un’infanzia sottolineata qui e là dalle botte da orbi. Insomma, all’apparentemente fragile Giulietto, con l’espressione serafica, spesso piaceva giocare al pugilato con il fratello. Se la prendeva pure con Irene, la piccola di casa. Addirittura ammette di essere stato con lei una specie di terrorista. «Mi fingevo abitante di un pianeta misterioso e con questa scusa mi divertivo a spaventarla. Irene è convinta di aver subìto un trauma e ancora non riesce a perdonarmelo». Non basta. «In realtà sono stato un bambino buonissimo ma mi piaceva, chissà perché, cantare per strada a squarciagola. Il mio cavallo di battaglia era ”Volare”». (Inquadratura su Giulio Scarpa࿠i)
• ”Giulio sta facendo il pazzo”, così si capiva che il presunto angelo Scarpati si esibiva in liberatorie performances canterine o ballerine. A proposito, un rock ’n’ roll particolarmente agitato gli ha lasciato il ricordo di quattro punti in testa. Tra un gorgheggio e l’altro faceva anche scorpacciate di partite di pallone e gare con la pista delle automobiline elettriche. Aveva 12 anni quando ha debuttato sul palcoscenico, grazie ad una vicina di casa argentina attrice di teatro. (Inquadratura su Giulio Scarpa࿠i)
• La precoce esperienza della ribalta lascia il segno (anche perché in ”Passo falso” interpretava il ruolo di un fanciullino preso a schiaffi). Giulio, con le idee fino a quel momento poco chiare («fare l’avvocato come papà? oppure diventare attore come papà non ha fatto?»), decide comunque di tenere il piede in due staffe. Frequenta il liceo classico («con l’impegno no stop al Movimento studentesco»), poi si iscrive a Legge, ma nel frattempo prendeva lezioni in una scuola privata di recitazione. A 22 anni dopo aver cambiato facoltà (nel 1993 ha però mollato Lettere ad un passo dalla tesi) ecco il fatale incontro con il teatrale ”Gruppo G.”. Ormai Giulio non sa pensare ad altro che al suo futuro mestiere di attore. Dal 1981 le prime proposte professionali di buon livello. (Inquadratura su Giulio Scarpa࿠i)
• Forse non è facilissimo ricordarsi dell’esordiente Giulio Scarpati, protagonista nel 1984 del film ”ll lungo inverno”. Seguono altre pellicole (da ”Roma Paris Barcellona” a ”La riffa”, da ”Chiedi la luna” al pluripremiato ”Mario Maria e Mario” di Ettore Scola ). Più semplice invece ripensare a lui come ”Il giudice ragazzino” del 1994, al fianco della Sabrina Ferilli, o come interprete di ”Cuori al verde” con Margherita Buy e Gene Gnocchi. Sempre tanto teatro di qualità (ad esempio proprio in questi giorni sta per debuttare a Gubbio con ”L’idiota” di Dostoevskij, dal 18 marzo al Mercadante di Napoli) e anche fiction tivvù. Ma di solito l’hanno scelto per ruoli non particolarmente scanzonati. Nulla a che vedere con la serenità di Lele Martini (malgrado la vedovanza, un papà e numerosa prole a carico) cioé di Un medico in famiglia, che sta spopolando la domenica sera su Raiuno. (Inquadratura su Giulio Scarpa࿠i)
• A differenza del medico in famiglia Lele, che appare sempre in bilico tra la collega Irene e la cognata Alice, Giulio da 18 anni è legato senza indecisioni a Nora Venturini. Si sono sposati nel 1986. Due figli: Edoardo di circa 11 anni e Lucia di 4. Nora, regista teatrale, l’ha conosciuta al tempo del ”Gruppo G”. Qualche problema («eravamo tutti e due già fidanzati») prima di dichiararsi reciproco amore. «Mi piacciono le donne spiritose che abbiano uno spiccato senso dell’umorismo. E che, soprattutto, non siano troppo alte». (Inquadratura su Giulio Scarpa࿠i)
• Irene Scarpati conferma sorridendo: «Effettivamente mio fratello ha sulla coscienza il mio trauma infantile. Però, anche quando mi terrorizzava con storie di alieni mostruosi, a suo modo era dolcissimo. D’altronde non era molto peggio di un altro nostro gioco, che consisteva nel ripetere la stessa frase in continnuazione per tutto il giorno. E come ignorare la sua giovanile mania per le pulizie di casa? Era fissato, passava ore a spolverare, a passare il battitappeto. All’epoca pensavo che sarebbe diventato un maggiordomo perfetto. Figurarsi che si era messo in mente di regalare alla mamma con i suoi risparmi un’aspirapolvere ultimo modello. Ci è riuscito». (Inquadratura su Giulio Scarpa࿠i)
• Abita a Roma nel quartiere Prati, in un appartamento arredato sul classsico. Non ha il pollice verde. Ha l’hobby della musica («da piccolo studiavo pianoforte») e degli scacchi. Si considera dolce e paziente. Permaloso come lo sanno essere gli attori che leggono una critica non esaltante. Stesso ”capro espiatorio” professionale per qualche punta di egoismo («è fatale, quasi indispensabile per chi fa questo mestiere»). Idem dicasi sul fronte finanziario («chi non ha un reddito fisso deve imparare a sapersi amministrare, non è questione di saggezza ma di sopravvivenza»). Da anni non compra una macchina nuova, preferisce quelle di seconda mano. Chi lo incontra non può non riconoscergli gentilezza, disponibilità e sacrosasanta predisposizione all’autoironia. (Inquadratura su Giulio Scarpa࿠i)
• Gli piacerebbe essere più alto. Per il resto Giulio non è tipo da specchio. E neanche da guardaroba curato nei minimi particolari. E’ stato capace di farsi trascinare dalla consorte e da un’amica costumista per comprare il cappotto nuovo. Unica eccezione le camicie a tinta unita, che compra da solo in un negozietto in Toscana. (Inquadratura su Giulio Scarpa࿠i)
• E’ alto un metro e 70. Pesa 75 chili. «A tavola non sono un esempio di virtù. Però forse mi so controllare anche quando perdo la testa per le creme». Ai fornelli ammette di non sapersela cavare. Un cruccio che rasenta il dispiacere se i figli lo sgridano perché non sa preparare neppure una tazza di cioccolata calda. (Inquadratura su Giulio Scarpa࿠i)