Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  giugno 23 Domenica calendario

Fino a 14 anni, con i riccioli biondi e la vocina flebile, Luca Barbareschi veniva spesso scambiato per una femminuccia

• Fino a 14 anni, con i riccioli biondi e la vocina flebile, Luca Barbareschi veniva spesso scambiato per una femminuccia. Lui, nato sotto il segno del Leone (il 28 luglio del 1956 a Montevideo), ci restava malissimo. Papà Francesco Saverio Barbareschi, ingegnere. Mamma Maria Antonietta Hirsch, detta Popi, gli ha insegnato a leggere Kafka da bambino («è una delle donne più colte che io conosca»). (Inquadratura su Luca Barbareschi)
• Il piccolo Luca ha studiato dai Gesuiti, dall’asilo fino alla maturità scientifica, e aveva una mezza idea di farsi prete. Irrequieto («non al punto di collezionare punizioni, solo una volta papà mi da dato qualche cinghiata per una bugia ”bianca”»), ha cominciato presto a notare le coetanee. Il giovanotto Barbareschi, che suonava rock al pianoforte e sfoggiava moto da cross, non ha mai particolarmente faticato sul fronte delle conquiste femminili. A 19 anni decide che il saio non fa per lui e comincia l’avventura nello spettacolo. (Inquadratura su Luca Barbareschi)
• Papà Barbareschi, partigiano, mise in salvo l’attrice Valentina Fortunato che, parecchi anni dopo, fu felice di presentare il suo figliolo al regista teatrale Puecher. Nel 1975 Luca si ritrova a Verona nel cast di ”Enrico V” («dicevo tre battute e suonavo il tamburo»). Frequenta scuole di recitazione e di regia a Roma e a New York. A 21 anni produce il suo primo film ”Summertime”. (Inquadratura su Luca Barbareschi)
• Non è mai riuscito ad occuparsi di una sola cosa alla volta. Sicuramente Luca, in simultanea attore teatrale, cinematografico, produttore, industriale (è stato titolare per sei anni di un’azienda informatica che gestiva il sito del Vaticano), non smette di interessarsi anche alla pianta di ulivo che ha sul suo terrazzo («l’anno scorso mi ha regalato addirittura mezzo litro d’olio»). In tivvù tanta fiction (da La bella Otero a Casa Ricordi, da Trenta righe per un delitto a Jesus) senza dimenticare le mille puntate di C’eravamo tanto amati. Attualmente il venerdì su Canale 5 con Il grande bluff. (Inquadratura su Luca Barbareschi)
• Da quasi due mesi al suo fianco c’è Alessandra, che Luca definisce ”la mia nuova fidanzata”. Trattasi di bruna fanciulla inglese che, incontrata ad una cena sulla soglia della porta, è impegnata nel settore alberghiero. Barbareschi ha avuto tre figlie (Beatrice, Eleonora e Angelica) dall’ex moglie Patrizia. La sua storia con Lucrezia Lante della Rovere è durata sette anni. «Quando mi ha lasciato ho sofferto molto, non riuscivo a farmene una ragione. Peccato». Il suo tipo di donna? Dotata in egual misura di senso dell’umorismo e di sex appeal. (Inquadratura su Luca Barbareschi)
• Amici dai tempi dell’asilo. Daniele Asti, industriale, si considera ”fratello” di Barbareschi (che ha una sorella, Valentina, di professione restauratrice): «Luca è un uomo coltissimo - spiega entusiasta - con un cuore immenso ed un animo nobile che non tutti comprendono. Appare burbero ma non lo è. Forse il suo carattere non l’aiuta». (Inquadratura su Luca Barbareschi)
• Convinto che il peggior nemico di Luca sia proprio Luca. Barbareschi non nega di avere un carattere piuttosto difficile: «So di essere irascibile, poco tollerante. In passato forse ho addirittura esagerato. Ero troppo esuberante e anche arrogante. Però ho imparato a contenermi». Aggiunge di essere generoso, sensibile («e chi ha la mia amicizia può contare su di me tutta la vita»). (Inquadratura su Luca Barbareschi)
• Mattiniero. Per Barbareschi la sveglia è alle 6 e mezza («poi sto due ore ad approfondire testi di religione ebraica»). Ordinatissimo. All’occorrenza Luca, in versione casalingo, sa stirare, fare il bucato, lavare i piatti. Suona benone jazz al pianoforte e non va in giro senza chitarra e tastiera portatile. (Inquadratura su Luca Barbareschi)
• Si piace da pazzi. Luca però nega di essere fanatico («il fatto è che io mi adoro oggettivamente») e aggiunge di trovare la sua faccia ”mostruosa, irregolare”. Ancora si diverte alla battuta di Dino Risi che, osservandolo, ha trovato che aveva ”occhi da annunciatore radiofonico”. Non si dispiace se, per strada, gli dicono ”ma lo sa che è molto meglio dal vivo?”. Barbareschi usa il profumo Eau Savage dal suo quattordicesimo compleanno. Negli armadi almeno trenta paia di pantaloni sportivi color cachi, accanto ad abiti di Caraceni per le grandi occasioni. (Inquadratura su Luca Barbareschi)
• Gli piace cucinare e mangiare tutto ciò che fa male alla bilancia («e dopo i 40 anni si assimila anche l’acqua del rubinetto»). E’ alto un metro e 90, pesa 97 chili. Ha gusti precisi: non rinuncia ai piatti giapponesi (è un sushi-dipendente) e fa scorpacciate incredibili di frutta. Non esita a definirsi ”godereccio”, non si nega le gioie della tavola e dintorni, anche se ogni tanto si ripete ”se ti ammazzi col cibo poi il cervello funziona peggio”. (Inquadratura su Luca Barbareschi)