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 2004  agosto 28 Sabato calendario

Parole contro

• ”Andarsene senza salutare”. In italiano: ”andarsene all’inglese”; in Calabria: ”andarsene alla spagnola”; a Venezia: ”andarsene alla romana”; in Inghilterra: ”to take french leave”, ”prender congedo alla francese”; in Francia: ”s’en aller à l’anglaise”; in Germania: ”sich auf französisch verabschieden”, ”congedarsi alla francese”.
• Portoghese. Epiteto attribuito in Italia a quelli che evitano di pagare il biglietto, deriva da un episodio realmente accaduto nel XVIII secolo: avendo l’Ambasciata del Portogallo a Roma organizzato a sue spese uno spettacolo al teatro Argentina al quale tutti i portoghesi potevano partecipare gratis, molti romani si spacciarono per portoghesi per non pagare l’ingresso.
• Ghetto. Dal nome della zona di Venezia dove furono confinati gli Ebrei nel 1516, sede di fonderie in disuso (in veneto gheto o geto, letteralmente, ”getto”, da ghetar, ”gettare”).
• Moro. Termine documentato in italiano tra il XIV e il XV secolo (dal latino Maurus, ”abitante della Mauritania”, all’incirca l’attuale Maghreb, che nelle cronache medievali indicava gli invasori provenienti dal Nordafrica), divenne ben presto sinonimo di ”uomo dalla pelle scura”.
• Saraceni. Dall’arabo sarq, ”orientale”, diventato sarakenós in greco; ma secondo un’altra etimologia dal nome proprio Saraka, città dell’Arabia, citata nel II secolo d.C. da Tolomeo, ma anche regione della penisola del Sinai, menzionata da Stefano di Bisanzio nel IV secolo. Dal luogo comune del colore più scuro della pelle dei Saraceni, il verbo usato nel Bolognese, sarasinér, per indicare l’imbrunire dell’uva per maturazione. Nell’Aretino, a Soci, si dice che nell’uva c’è entrato il saracino. Con accezione negativa da questo etnonimo derivano le denominazioni popolari della Aristolochia clematitis L. (erba dall’odore disgustoso, dal sapore amaro e dall’effetto narcotico): sarrasine (in francese), saracin e saracen’s herb (in inglese), saracenkraut (in tedesco), Sarrasijnskruid (in olandese).
• Arabeschi. Così come l’arabo è la lingua incomprensibile per antonomasia, arabesco indica un insieme di segni indecifrabili o "scrittura decifrabile a fatica" (Zingarelli 1986). In Spagna hablar en arábigo, sta per ”parlare in modo incomprensibile”, per indicare ”lingua e scrittura incomprensibile”, e per estensione ”pronuncia storpiata e confusa”, ”discorso confuso e prolisso”. Nel Medioevo, per significare ”linguaggio incomprensibile”, si diceva ”latino”, e nell’antico francese latiner significava ”parlare incomprensibilmente”.
• Kafir. Parola araba attestata dal tempo del profeta Maometto col significato di ”miscredente”, venne poi usato dai Musulmani per indicare l’europeo o l’africano, abitante in zone del continente non islamizzate. Etimologicamente derivate da kafir, nell’italiano del XVI secolo cafir significava invece ”non cristiano”. Sempre da kafir, nel Ponente ligure caffón sta per ”scarafaggio”, mentre nella val Roia cafár sta per ”nostalgia”.
• Mulatto. In origine mulato, dal latino mulus, ”mulo”, significava ”animale nato da uno stallone e da un’asina” (il suffisso ”ato era usato di solito per le cucciolate di animali), ma nello spagnolo del XVI secolo passò a indicare chi era nato da un ”europeo” e da un ”moro”.
• Zingari. Presente nelle lingue europee dal XII secolo, il termine risale al greco medievale Athinganoi (’gli intoccabili”, dal greco thínganein, ”toccare con le dita”), nome di una setta gnostico-manichea diffusasi a partire dall’VIII secolo nell’Anatolia occidentale e forse proveniente dall’India. Quando gli ”zingari” giungono nell’Europa orientale, intorno XV secolo, sono indicati anche col termine Bohémiens (ovvero ”della Boemia”, perché il duca di quella regione all’inizio del Quattrocento concesse loro un salvacondotto di libera circolazione) e di gitanos, gitani, gypsies, per la presunta provenienza dall’Egitto. Tutti questi nomi assunsero comunque col tempo in Europa una connotazione spregiativa, per cui adesso sono censurati dai media, che ricorrono al termine ”nomadi” (dal greco némein, ”pascolare”), sebbene statisticamente gli ”zingari” presenti attualmente in Italia siano per lo più stanziali. I due autònimi degli zingari italiani sono Sinti e Rom.
• Eretici. L’italiano ”buggerare” (in antico veneziano buzzerone), dal latino tardo bulgari, poi bugeri, ”Bulgari”, per antonomasia ”eretici”, avendo abbracciato l’eresia patarina; la parola lombarda zanévrega, ”luogo di miscredenti”, da Ginevra, città della supposta ”eresia” di Calvino.