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 2002  giugno 24 Lunedì calendario

Chi è Michel Zen-Ruffinen? «Svizzero come Blatter, 43 anni, ex calciatore del Sion ed ex arbitro internazionale, era il segretario generale dal 3 dicembre 1998: sostituì lo stesso colonnello, che aveva preso il posto di Joao Havelange

• Chi è Michel Zen-Ruffinen? «Svizzero come Blatter, 43 anni, ex calciatore del Sion ed ex arbitro internazionale, era il segretario generale dal 3 dicembre 1998: sostituì lo stesso colonnello, che aveva preso il posto di Joao Havelange. La storia dei guai di Blatter parte da qui, dalla rivolta di un peone che nel frattempo aveva acquistato molto potere, accedendo alle stanze protette dove il boss nascondeva i suoi segreti. Che il solerte Michel, subito ribattezzato ”Bruto”, e accusato di aver agito come braccio armato della cordata rivale di Issa Hayatou, ha snocciolato in un dossier di 21 pagine».
• Blatter è azzoppato. Chi è allora il capo? «La gang che ha ispirato le designazioni arbitrali fa capo a un signore turco di 59 anni, Senes Erzik, membro dell’esecutivo Fifa dal 1986 e capo della Commissione arbitri: è lui a decidere e sottoporre a Blatter, che normalmente ratifica, i nomi dei fischietti e degli sbandieratori. Erzik è un affermatissimo manager: tra i suoi molti incarichi, anche quello di direttore di area di una grande casa farmaceutica. Quale area? Asia, e in particolare Corea del Sud» (Colombo).
• Quanti soldi vale il calcio mondiale?
«Almeno 250 miliardi di dollari l’anno» (Richard Tomlinson).
• La Fifa ha più membri delle Nazioni Unite «Sì, perché considera Galles, Nuova Caledonia, Palestina eccetera come Paesi».
• L’Italia è uscita dai mondiali il 18 giugno o il 29 maggio, quando Blatter è stato rieletto? «Durante la sua rielezione a presidente, finita a tarallucci e soldi dopo le denunce e gli insulti, gli è stato messo in braccio il nipotino, figlio di sua figlia Corinne (dipendente Fifa, ne dubitavate?), e mentre Blatter faceva finta di essere commosso il pargolo ha pianto a dirotto. Forse il bimbo voleva manifestare il proprio dissenso, oppure essere solidale con lo sconfitto, il camerunense Issa Hayatou, 56 voti contro 139».
• «Blatter non ha mai corrotto nessuno», ha detto Platini «Un po’ diverso il pensiero di Matarrese: ”Se l’Uefa non riesce neppure a seguire le indicazioni di voto del suo presidente Johansson, vuol proprio dire che rischiamo l’estinzione. Diventeremo una colonia”».
• Chi è Blatter? «Nato nel Vallese 66 anni fa, calciatore amateur, un breve apprendistato da dirigente nell’hockey su ghiaccio, sport nazionale in Svizzera, è nel giro della Fifa dal 1975: detto il colonnello, partito come direttore dei programmi di sviluppo, è approdato nel 1981 alla segreteria generale, funzione che ha cumulato con la carica di direttore esecutivo dal 1990. La sua crescita da dirigente si è svolta all’ombra del patriarca brasileiro Joao Havelange, al quale è succeduto l’8 giugno 1998, battendo nettamente lo svedese Lennart Johansson. Piccolo di statura, stempiato, sempre di fretta, sfuggente, curatissimo nel vestire, ha modi spicci e diretti».
• Ha attraversato tutte le fasi della crescita recente del calcio. «Ne è stato buon gestore in termini di immagine, e anche economicamente, sostiene lui, la sua gestione è esente da errori. Ha citato, a conforto della sua tesi, i 400 milioni di franchi svizzeri che rimarranno nelle casse Fifa al termine del 2002».
• Qual è stata la sua politica? «Ha sparso soldi più generosamente dei predecessori. Tra il 1998 e il 2002 ogni associazione nazionale ha preso un sussidio di un milione di dollari diviso in quattro rate da 250.000, più 10 milioni di dollari per ognuna delle sei confederazioni regionali. Certo, è meno del salario di un tecnico in Europa, ma è una piccola fortuna in posti come Haiti e Burkina Faso».
• Dicono che ormai è un ostaggio. Di chi? «Di un gruppo multietnico, trasversale, tenuto insieme da interessi e convenienze che possono mutare da un momento all’altro, ma che in questa particolare occasione, il Mondiale nippo-coreano, ha trovato una granitica unità. un clan del quale l’Italia non fa parte. E si becca arbitri di livello discutibile e guardalinee orbi».
• Allora Blatter non è il grande manovratore? «Da quando pende su di lui un’inchiesta per gestione allegra della Fifa, un buco da 500 milioni di euro, ha perso il suo carisma di leader e manovra ben poco».
• Ne parlavano come di un despota. «Uno abituato a maneggiare denaro, non suo, per crearsi amicizie, clientele, lobby personali. Per comprare voti, premiare i sodali, favorire carriere. Ad aprile, Michel Zen-Ruffinen decise di uscire allo scoperto: in un’intervista a ”Le Temps” aprì ufficialmente la sua guerra personale contro il suo pigmalione, l’uomo che l’aveva aiutato, ragazzo, a farsi strada».
• Nel dossier vengono fatti nomi e cifre. «1) Dal fallimento dell’Isl, agenzia partner nel marketing, la Fifa non avrebbe perso i 31,9 milioni di dollari dichiarati da Blatter, bensì 115,6. 2) Nel 1999, Blatter cancellò senza ragione un debito che la Concacaf, la Confederazione nord e centroamericana del calcio, doveva alla Fifa. Inoltre, non avrebbe rispettato le procedure per l’assegnazione del contributo di un milione di dollari, sempre alla Concacaf, per lo sviluppo del programma ”Gol”, promozione del calcio in paesi in via di sviluppo. 3) Nel settembre 2001, Blatter avrebbe autorizzato un pagamento di 55 mila dollari all’ex presidente della Fifa, il brasiliano Joao Havelange. ”A quale titolo?” si è chiesto Zen-Ruffinen. 4) Il campionato Fifa under 17, ospitato da Trinidad e Tobago nel 2001, ha chiuso con un bilancio costi di 8,21 milioni di dollari, anziché i 4,5 milioni previsti dal budget iniziale. Trinidad e Tobago, per inciso, è il paese del vicepresidente Fifa, Jack Warner. Le regalìe al potente presidente della Concacaf si concretizzerebbero in un contratto molto oneroso per un progetto tecnologico gestito da una società di proprietà del figlio di Warner; e nel pagamento, da parte della Fifa, di un affitto di locazione in una scuola-calcio gestita da un altro figlio di Warner. La scuola, che si trova a Port of Spain, capitale di Trinidad, sarebbe stata costruita con i soldi della stessa Federcalcio. 5) La Fifa avrebbe venduto i diritti tv per i Mondiali 2002 e 2006 al gruppo Kirch con uno ”sconto” di 53 milioni di dollari; sottocosto, 100 milioni di dollari meno, anche la cessione dei diritti negli Stati Uniti. 6) Ci sarebbero anche i 100 mila dollari che Blatter ha accreditato, per «spese» dal 1998 al 2000, a Viacheslav Koloskov, presidente della Federcalcio russa, che in quegli anni non faceva parte dell’Esecutivo Fifa (lo è attualmente)».
• Poi c’è il caso Boucherdeau. «Arbitro del Niger, avrebbe preso soldi per screditare Farah Addo, capo della federcalcio somala che aveva accusato Blatter di aver tentato di corromperlo nella campagna elettorale del 1998. Il colonnello ha ammesso di aver dato soldi a Boucherdeau ma di tasca propria: ” venuto da me con le lacrime agli occhi, era un povero diavolo e non aveva più un soldo”. Boucherdeau non ha fornito la sua versione».
• E la storia dell’Isl? «Nel ’96 la Fifa vendette i diritti commerciali e radiotelevisivi delle coppe del Mondo 2002 e 2006 a 1,6 miliardi di dollari. Il contratto radiotelevisivo fu sottoscritto da un consorzio costituito dalla Isl, una società controllata dalla svizzera Ismm e dal gruppo tedesco Kirch. Nel maggio dell’anno scorso, la Isl fece bancarotta. Kirch, che aveva i diritti televisivi per Europa e Stati Uniti, si prese anche quelli per il resto del mondo».
• La Isl però aveva anche gli altri diritti commerciali. «Dai contratti di sponsorizzazione, ai diritti di riprodurre le divise di gioco ufficiali, al merchandising. Soluzione di Blatter: nel giugno dell’anno scorso portò la sezione calcio della Isl dentro la Fifa, come se fosse una società totalmente controllata, la chiamò Fifa marketing, stesso amministratore delegato e stessi manager di prima, più circa il 60 per cento dei vecchi dipendenti. Il comitato esecutivo della Fifa approvò la manovra come ”misura d’emergenza”, ma secondo Zen-Ruffinen non approvò mai la struttura della Fifa marketing e ne rifiutò persino il nome. Inoltre, Zen-Ruffinen sostiene che la Fifa marketing assorbe un sacco di soldi, circa 100 milioni di dollari tra il giugno 2001 e il dicembre 2002, il 40 per cento di quanto la Isl avrebbe dovuto dare alla Fifa tra il 1999 e il 2002 , ”un’opzione molto più costosa del contratto con un terzo”».
• Nel frattempo anche Kirch stava andando in bancarotta. «Questa volta la risposta di Blatter comportò l’autorizzazione di una rapida ristrutturazione della Kirch Sport, società solvibile controllata da Kirch Media che aveva gestito il pacchetto mondiale per conto dell’insolvente casa madre. Da aprile Kirch Sport ha controllato direttamente i diritti per la coppa del Mondo. La Fifa ha ricevuto quasi tutti gli 800 milioni di diritti per i mondiali del 2002 con i restanti 60 milioni garantiti da Credit Suisse First Boston».
• Conclusione? «Il problema è che non si può sapere quali sono i numeri giusti. L’11 aprile Blatter ha sospeso il comitato interno di verifica dicendo che c’era stata una fuga di notizie. I risultati non saranno disponibili prima della fine dell’anno. La Kpmg, comunque, ha criticato la Fifa per aver contabilizzato nel 2000 gli incassi per i diritti del marketing ai mondiali 2002 e 2006. Se Blatter fosse l’amministratore delegato di una Spa sarebbe sotto l’assedio degli azionisti».
• In gergo tecnico questa operazione viene definita securitization. «E ha fruttato 420 milioni di dollari, cioè circa 440 milioni di euro. Per i bilanci della Fifa è una provvidenziale boccata di ossigeno. Peccato che 150 milioni di dollari siano stati incassati sulla base di contratti televisivi ancora da firmare».
• Alla fine Blatter se l’è cavata alla grande. «Cosa succede se il presidente di una grande multinazionale viene sfiduciato da buona parte del suo consiglio di amministrazione? E come va a finire se gli stessi accusatori denunciano il loro capo sollevando sospetti di ruberie e affari poco chiari? Che dire poi se la multinazionale in questione perde decine di milioni di euro all’anno? Una regola non c’è, ma negli ultimi mesi un plotone di top manager americani ed europei ha perso il posto per molto meno».
• Zen-Ruffinen ha pagato per il ”tradimento”. «Il colonnello ha ”dimissionato” l’ex pupillo, che lascerà l’incarico dopo il Mondiale. Saranno tempi duri per lui, ma anche per il presidente: la Procura di Zurigo proseguirà l’inchiesta, partita dalla denuncia di 11 membri dell’esecutivo Fifa. Ciò che non è accaduto all’assemblea Fifa, potrebbe arrivare da una sentenza di tribunale».
• Erzik è amico di Blatter? «Ha molto ascendente su di lui, ma non ne è affatto amico: il suo nome compare nella lista degli undici dirigenti, tutti membri dell’Esecutivo, che alla vigilia dell’assemblea elettiva di Seul firmarono una denuncia penale contro il colonnello. L’accusa: impiego illecito di fondi. La denuncia è stata ritirata un paio di giorni dopo il 29 maggio. Degli undici firmatari, nove fanno ancora parte dell’attuale governo della Fifa, dove ha acquistato peso specifico il sudcoreano Mong-Joon Chung, oggi vice-presidente e co-presidente del Comitato organizzatore dei Mondiali: la sua stretta alleanza con Erzik è una delle chiavi per capire che cosa è successo».
• Mong-Joon Chung, è stato lui a farci fuori? «Vicepresidente Fifa, è l’uomo che distribuisce il veleno più potente. lui che manda il pallone dove vuole. Dice anche di non aver deciso se si presenterà alle elezioni presidenziali di dicembre, anche se è andato in visita dagli altri capi di stato, per farsi spiegare come si fa. Ha 51 anni, ha studiato a Cambdrige, una sua pubblicazione si intitola non a caso Ideologia del business. Dice di non voler approfittare dei Mondiali per farsi pubblicità, ma il partito all’opposizione, il Grand National Party, l’accusa proprio di sfruttare il calcio. lui l’imperatore del male, è lui che in questo momento di anarchia, in cui ognuno si batte solo per se stesso, dirige il traffico della Fifa, l’uomo che si è impuntato per fare arrivare in Corea il torneo, già destinato al Giappone. lui che avrebbe avuto la forza, la voglia, il potere di orientare il corso delle cose».
• Lo chiamano signor Hyundai. «Se il nome vi dice solo macchina vi sbagliate di grosso, giacché è anche elettronica e petrolio, commercio per mare e costruzioni; è anche scuole e ospedali per i dipendenti, e una intera città, Uslan, che è tutta Hyundai. Ha fatto tutto il papà, che nacque nella Corea del Nord quand’era tutt’una e a 16 anni fuggì a Seul approfittando della vendita di una mucca di suo padre. Lavorò, il padre, per un negoziante di riso e alla fine il negozio era suo; arrivarono i giapponesi e glielo tolsero, e lui si fece il camionista: si comprò il camion, il garage, l’officina e cominciò la Hyundai. Questo suo figlio ha l’aria di volersi comprare la Corea: anche a suon di calci di rigore».
• Altri membri della ”cricca”? «Nell’Esecutivo sono molto operanti, anche il brasiliano Ricardo Terra Texeira, 55 anni, genero di Havelange, e lo spagnolo Angel Maria Llona Villar, avvocato cinquantenne, presidente della Federazione spagnola. Entrambi nella Commissione arbitri, sono i pilastri del partito del colonnello, che ha ricevuto formidabili puntelli anche da Francia e Germania, premiate con l’ingresso nell’Esecutivo di Michel Platini e Gerhard Mayer-Vorfelder».
• Nessuna traccia di dirigenti italiani. «Bruciante la defenestrazione del nostro calcio, maturata ad aprile con la sonora bocciatura di Franco Carraro al Congresso Uefa, battuto da un ignoto lussemburghese. Ma ben più pesante, l’assenza dal governo Fifa, dove negli ultimi anni ci ha rappresentato, a titolo sostanzialmente personale, Antonio Matarrese, in aperta inimicizia con Carraro e oggi fuori dai giochi per aver appoggiato Hayatou. Litigi, debolezza politica, errori strategici: il complotto anti-Italia, se c’è stato, non ha trovato ostacoli seri».
• Dicono che Carraro non voleva diventare presidente della Figc «Perché pensa di essere già arrivato molto più su e perché forse non si sente più abbastanza cattivo e spietato per governare un calcio di dinosauri feroci».