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 2016  ottobre 30 Domenica calendario

L’amaca di Michele Serra

COME ogni anno Halloween è preceduta da un accanito dibattito sulle sue origini, se cristiane oppure hollywoodiane, e se quei morticini debbano essere accolti come “nostri” oppure respinti alla Orbán, diciamo così. Un indizio non secondario, direbbe un appassionato di enigmistica, è che Halloween e Hollywood hanno in comune la metà delle lettere, per giunta nello stesso ordine.
Qualunque sia la matrice di Halloween (le stive del Mayflower? La ricchissima iconografia di sante mutilate e santi sbudellati tanto cari alla tradizione pop cattolica? I Templari, che vanno così di moda? Una catena di giocattoli con un ufficio marketing particolarmente agguerrito? I poteri forti?), è una ricorrenza della quale non si sentiva molto la mancanza non per ragioni identitarie o etiche, ma pratiche. A riprodurre l’orrore e la morte in forma seriale già ci pensano le news a rullo dei notiziari, i volti insanguinati e sfigurati ci sono familiari almeno quanto al pubblico del Colosseo, i beccamorti dell’Isis e i bombardamenti di ogni ordine e grado ci tengono molto aggiornati sulle tecniche di scempio del corpo umano, il sangue cola, le esequie si sommano, insomma gli spaventi veri abbondano, l’immagine della morte trionfa. Che un pirla, anche se giovanissimo pirla, ci faccia “buh!” con una maschera di gomma, non è dunque elaborazione scherzosa del lutto. È puro accanimento.