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 2016  ottobre 30 Domenica calendario

La capacità di aspettare l’attimo

COME si sperava da una parte e si temeva dall’altra, decide lui, Higuain. Senza esultare. Aveva abbracciato serenamente Sarri prima dell’inizio, aveva avuto pochi palloni (sul migliore, deviazione di Chiriches), non si era depresso né innervosito. Aspettava. L’istinto è sempre quello. Un pallone vagante in area, lui che ci arriva come un treno e di sinistro piazza nell’angolino. Così la Juve batte il Napoli, lo spedisce a meno 7, eppure il Napoli per lunghi tratti ha giocato meglio della Juve. Pressing molto alto, fino all’area di Buffon, e manovre dettate dalle caratteristiche, o dalle assenze, in attacco. Palloni rasoterra, trame fitte, Allan e il giovane Diawara a giocarsela alla pari con Hernanes e Pjanic. Ma davanti, tolto Callejon, troppa leggerezza, pochissima sostanza al momento di concludere.
Il Napoli può rammaricarsi, ma anche fare autocritica, per un motivo. La Juve è già abbastanza forte di suo, non fortissima finché non avrà sciolto il nodo di Pjanic, che rende poco e sembra divertirsi pochissimo. È così forte che non ha bisogno di regali, la Juve. La difesa di Sarri gliene ha fatti due, tutti partiti dal piede di Ghoulam: una svirgolata che diventa un assist per Bonucci, un rimpallo su cui s’avventa Higuain. Al primo gol il Napoli ha reagito con orgoglio e lucidità, costruendo in pochi minuti il meritato pareggio. Il 2-1 è stato una mazzata, Allan era a corto di fiato. Buffon è stato impegnato solo da una capocciata di Koulibaly, attaccante aggiunto. Il meglio della partita nel secondo tempo. Nel primo la Juve ha ceduto volentieri, com’è sua abitudine, l’iniziativa al Napoli. Rallentata la circolazione del pallone in difesa, quasi obbligato il lancio lungo di Bonucci verso le punte, peraltro ben marcate. Manovra un po’ più brillante del Napoli, Juve sorniona: un film già visto. La differenza è che, di questi tempi, la Juve non fa regali e non fa sconti. Difatti vince la partita quando sembrava che non le dispiacesse il pareggio. Tanto più quando Allegri ha dovuto sostituire l’infortunato Chiellini nel primo tempo (coscia destra). Ma scegliendo il sostituto (Cuadrado, arretrando Lichtsteiner, non Benatia) Allegri ha mandato un segnale preciso alla sua squadra, e di riflesso al Napoli: con Cuadrado non mi accontento, voglio far saltare il banco. Da terzino, Ghoulam lo ha limitato, ma i disastri li ha combinati a centroarea. Higuain ringrazia. Prima della partita, Hamsik gli aveva chiesto la maglia da dare a suo figlio. E suo figlio sarà forse l’unico a Napoli che sorride, oggi, pensando a Higuain.