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 2016  ottobre 28 Venerdì calendario

Vero o falso

Anche gli altri violano le regoleDa tempo Renzi punta il dito contro le altrui infrazioni alle regole sui conti pubblici stabilite dai trattati europei. «Mettiamola così – dice il premier – di violazioni alle regole Ue ce ne sono tante: la Francia è da 9 anni sopra il 3%, la Spagna ha un deficit doppio del nostro. Certo il nostro debito è cresciuto dello 0,1 mentre in altri paesi molto di più, Germania a parte. Non vado avanti per conto mio, ma per conto dell’Italia e abbiamo rispettato tutte le regole».
VERO
Le regole sui conti sono spesso aggirate con il consenso o meno delle istituzioni dell’Unione. Il deficit di Parigi è stabilmente oltre il 3% del pil da anni. La Germania viola il principio che limita gli squilibri macroeconomici: questo è il decimo anno che supera la soglia per l’export. La Spagna, però, ha un deficit 2016 stimato al 3,5% del Pil. Doppio di quello che l’Italia “dovrebbe” avere. 


Diamo 20 miliardi
, ne riceviamo 12
Il presidente del Consiglio Renzi ripete che, sulla
base della divisione del bilancio tra i vari paesi membri decisa in sede Ue dal governo guidato da Mario Monti, «noi diamo 20 miliardi all’Europa e l’Unione Europea ce ne restituisce 12». Secondo i dati più recenti, il bilancio 2014-2020 dell’Unione vale 970 miliardi. Circa 300 miliardi tornano ai governi nazionali sotto forma di aiuti: si tratta dei fondi strutturali, dei fondi di coesione (riservati alle capitali dell’ultimo allargamento), dei sussidi agricoli, al sociale e di altre decine di programmi europei.
VERO
Guardando i dati 2014, l’Italia ha effettivamente un saldo
negativo tra dare
e avere, anche se il rosso è di 4,4 miliardi, 
e non di 8. Il più grande contributore netto al bilancio Ue è la Germania, con un saldo passivo di 15,5 miliardi. Seguono Francia (-7,1 miliardi), Gran Bretagna (-4,9), Olanda (-4,7) e Italia (-4,4), che nell’ultimo negoziato condotto da Monti nel 2013 ha migliorato di due miliardi il saldo.

Le tasse
 non salgono
«La manovra non aumenta le tasse», ha affermato il premier Matteo Renzi. «È finito il tempo – ha assicurato nei giorni scorsi – in cui i politici consideravano i cittadini come un bancomat, non riuscivano a coprire le spese e mettevano una tassa. Invece con me presidente del Consiglio, le tasse non aumenteranno». 
QUASI VERO
Vero, ma fino a un certo punto. In questa manovra non ci sono aumenti delle imposte, anzi in alcuni casi ci sono riduzioni di aliquota. L’Ires passa dal 27,5% al 24%, la pressione fiscale scende al 42,1% dal 43,6% del 2013. Tuttavia, è possibile 
che le entrate in rapporto al Pil aumentino, con il gettito della “Voluntary 2”
e le misure per il recupero dell’Iva. 

Possibile il veto 
al bilancio Ue
Negli ultimi giorni il presidente del Consiglio ha lanciato in diverse occasioni una dura minaccia alle autorità di Bruxelles, se davvero venisse bocciata la legge di bilancio appena varata dall’Italia. «Se non sarà approvata chiederò al Parlamento italiano – ha detto martedì sera ancora una volta, durante un’iniziativa sul referendum ad Avellino – di essere autorizzato a dare questa linea: se non tutti gli altri Paesi fanno la propria parte sull’accoglienza degli immigrati noi metteremo il veto sul bilancio dell’Unione europea».
FALSO
È una formula adottata sia Berlusconi che Monti, ma che – se immaginata come penalità per i paesi che non accolgono i migranti – è un’arma spuntata. Inutile. Il bilancio annuale dell’Ue è approvato a maggioranza qualificata. Se pure si avesse una minoranza di blocco, non fermerebbe le erogazioni visto che si riproporrebbe la contabilità dell’anno precedente divisa in dodicesimi. Possibile il veto per la revisione pluriennale. Ma anche qui la spesa resta.

Sforamento colpa 
di migranti e sisma
Secondo il ministro Padoan, «le spese per il terremoto e per la pressione dei migranti sono il motivo principale per cui il deficit nel 2017 sarà al 2,3%». Se non ci fossero state da prevedere queste spese, il rapporto deficit/pil «sarebbe a meno del 2%». Secondo il Def, si parla di 0,16 punti di Pil per l’emergenza profughi in Italia, 0,02 punti per affrontarla nei Paesi d’origine e 0,3 punti per la prevenzione sugli edifici del rischio sismico. 
FALSO
La Commissione Europea ricorda che per il 2017 l’Italia si era impegnata ad arrivare a un rapporto deficit/Pil dell’1,8 per cento, e non del 2,0 per cento. In altre parole, pur considerando queste spese straordinarie ipotetiche per terremoto e migranti, si sarebbero dovute aggiungere all’1,8 per cento e non al 2,0 per cento. 


Equitalia chiusa 
cambio epocale
Per il ministro Padoan, «Equitalia sarà chiusa dal luglio 2017 e confluirà in una sezione speciale dell’Agenzia delle Entrate. Siamo di fronte a un cambiamento epocale che non riguarda Equitalia ma tutta l’Agenzia delle Entrate; c’è un nuovo principio che si chiama cooperazione virtuosa tra Agenzia delle Entrate e contribuente». Un cambiamento «strutturale che riflette le migliori pratiche internazionali». Renzi spera che «il Parlamento riduca l’aggio ed elimini i superinteressi».
VERO IN PARTE
Vero, ma anche falso. Equitalia che fino a ieri era una Spa partecipata dal Tesoro sarà sciolta, ma a partire dal primo luglio 2017 al suo posto sarà istituito l’ente pubblico economico “Agenzia delle Entrate-Riscossione”, sottoposto all’indirizzo del Mef. Presidente sarà il direttore dell’Agenzia delle Entrate. Diventa il braccio operativo dell’Agenzia quando si tratta di riscuotere le tasse non pagate.


L’Italia rispetta
 le regole europee
Secondo Matteo Renzi, la legge di bilancio varata dal governo italiano è perfettamente legittima e regolare e si basa sul pieno rispetto delle regole europee. 

FALSO
Tesi discutibile. Sul deficit strutturale (al netto di ciclo e una tantum; aumenta dello 0,4%), Bruxelles sottolinea che il cambiamento per il 2017 “è negativo”. L’Italia si era impegnata a una correzion dello 0,6% del deficit strutturale. Che non c’è.