Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  ottobre 01 Sabato calendario

Perché Roma cade letteralmente a pezzi

Egregio Augias, 
s’è parlato, giustamente, della scalinata di piazza di Spagna. Ma si ha presente in che stato si trovino le mura Aureliane? Durante il governo papalino, avevano un loro Curatore; sono un monumento unico, una mostra storica di tecniche costruttive, da Aureliano, Onorio, Belisario, i vari secoli e papi del Medioevo, tutte diverse in ragione della fretta, del denaro disponibile, dei barbari alle porte; sono anche un libro di storia di 2000 anni, in quanto ogni tratto ha la sua origine, i suoi restauri, le “armi” della famiglia papale cui si deve una ristrutturazione, le sue iscrizioni, ma, di più, ogni tratto e ogni porta hanno un collegamento con un evento, la storia della capitale; spesso inglobano preziosi monumenti più antichi che le mura in costruzione preferirono includere anziché aggirare. Oggi sono abbandonate all’inciviltà e ignoranza di chi le sporca, le usa come pattumiera, ricovero notturno, vespasiano o parco per cani; c’è un solo tratto in apparente restauro (fra porta Maggiore e Viale Castrense) ma, di fatto, non si restaura un bel nulla tranne lasciare in bella mostra un cartello di annuncio lavori risalente al 2008; non hanno più un Curatore, tanto meno un’identità come monumento; sono percepite dal turista come tanti, separati ruderi. Una turista straniera mi ha avvicinato, vedendomi attento a osservare il tratto delle Mura nei pressi di Porta Pia e mi ha chiesto: “Ma questo è un monumento importante? Se è così, perché tutto sporco, non curato?”. Che cosa avrei dovuto rispondere?
Ing. Riccardo Piunti – riccardo.piunti@gmail.com
Che cosa avrebbe dovuto rispondere l’ingegner Piunti? Cara signora, avrebbe dovuto dire, sono ridotte così perché Roma non ha da anni un’amministrazione degna del nome, e manca un sufficiente livello di consapevolezza – dovrei dire di cultura, cara signora ma non lo dico perché mi vergogno – che sappia dare valore a monumenti unici al mondo. Ogni tanto un pezzo della veneranda cinta delle Mura cade e viene restaurato. Così avvenne pochi anni fa nel tratto tra porta san Sebastiano (ex Porta Appia) e la Cristoforo Colombo. Interventi straordinari. Per la manutenzione ordinaria invece: abbandono, degrado, sporcizia. Pensare che le Mura potrebbero essere anche una fonte di reddito, se utilizzate come si deve. Esiste per la verità un museo delle Mura, collocato all’interno della citata porta san Sebastiano, la più imponente, con i suoi due alti torrioni che scavalcano la via Appia Antica. Il gerarca fascista Ettore Muti l’aveva privatizzata trasformandola in una garçonnière, se ne vedono ancora le tracce, tra le quali due o tre notevoli mosaici d’epoca rifatti alla maniera romana (tesserine bianche e nere) con il Duce a cavallo che sconfigge imprecisate truppe nemiche. Esiste un museo, dicevo, ma pochi lo conoscono anche se in Rete si trovano tutte le indicazioni. In questa situazione drammatica e umiliante, il soprintendente dell’area archeologica Francesco Prosperetti ha annunciato giorni fa che «per la cura dei monumenti i soldi sono finiti». Così, mentre la sindaca Raggi, smarrita tra i suoni, si è gingillata con un governo che non riusciva a fare, la città continua ad andare in rovina.