Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  settembre 30 Venerdì calendario

La Casaleggio dice l’ultima parola sulle scelte della Raggi

Virginia Raggi non è stata lasciata sola ad affrontare la sempre più complicata ricerca degli assessori che da un mese devono completare la sua giunta. Secondo le ricostruzioni delle ultime ore, basate su due fonti diverse ascoltate dalla
Stampa
, la sindaca di Roma sta condividendo la selezione dei nomi con la Casaleggio Associati. Almeno due persone contattate dal Campidoglio come potenziali assessori al Bilancio hanno riferito di aver ricevuto durante i colloqui, assieme a infinite raccomandazioni sulla necessità di non parlare con i giornali, la seguente risposta: «Il suo profilo dovrà essere valutato anche a Milano». Milano, per chi è ormai è avvezzo al M5S, vuol dire Casaleggio Associati.

Appena cinque giorni fa a chi le chiedeva delle nomine, Virginia Raggi rispondeva così: «Li scelgo con i miei consiglieri, a Roma». Una dichiarazione di autonomia rilasciata all’uscita dell’Hotel Posta di Palermo, dove si era intrattenuta tutta la mattina per una riunione con Beppe Grillo e Davide Casaleggio. Uno è il capo politico, l’altro è sulla carta il titolare dell’azienda che si dovrebbe occupare dei sistemi operativi del Movimento. Ma di fatto ha assunto il ruolo di stratega mediatico. Con loro Raggi ha parlato anche delle numerose difficoltà nel trovare le figure chiave per la macchina del Campidoglio: due assessori, al Bilancio e alle Partecipate, il capo di gabinetto, l’amministratore unico di Ama e il dg di Atac. Da trenta giorni le sedie sono vacanti.
Com’è noto, nell’affannato scouting di queste settimane, Raggi si era già rivolta al suo ex datore di lavoro, l’avvocato Pieremilio Sammarco, ex socio dello studio Previti, dal quale aveva ricevuto il suggerimento di puntare su Raffaele De Dominicis. Poi, le cose si sono complicate. Salvatore Tutino, altro consigliere della Corte, si è sfilato perché finito nel tritacarne della guerra interna al M5S nazionale e locale. Un pasticcio che ha spinto alla decisione di valutare assieme alla Casaleggio e a Grillo i curricula, in modo da selezionare un profilo inattaccabile innanzitutto per le logiche del M5S. E infatti, per le Partecipate ora spunta come probabile titolare Massimo Colomban, imprenditore veneto vicino a Gianroberto Casaleggio a capo della Confapri, associazione che ha usufruito del fondo per le Pmi dei parlamentari grillini e considerata a tutti gli effetti la prima lobby grillina.
Lo screening condiviso avrebbe però causato ulteriori ritardi, proprio quelli che hanno convinto Tutino a lasciar perdere. Per esempio, tra i nomi in lizza da settimane, è stato riesaminato Ugo Marchetti, ex comandante generale della Guardia di Finanza, che però avrebbe come unico neo di essere stato designato da Alfio Marchini per la sua giunta se avesse vinto le elezioni a Roma. Stesso discorso per Nino Galloni, economista vicino alle posizioni anti-euro del Movimento ma dichiaratamente favorevole alle Olimpiadi. Mentre gran parte dei candidati è ancora sulle spine, in alcuni casi senza una telefonata dal Campidoglio da dieci giorni, Raggi si è vista rimbalzare l’offerta da un funzionario scartato inizialmente e poi ricontattato. L’attenzione, comunque, è ancora concentrata sulla Corte dei Conti, dal quale spuntano altri due nomi in pole: quelli della procuratrice Donata Cabras e del consigliere Tommaso Viciglione.
Raggi, però, ha anche altri due problemi da risolvere. La Procura di Roma ha indagato Giovanni Fiscon, ex dg di Ama ai tempi di Gianni Alemanno, già imputato in Mafia Capitale. Il reato è abuso d’ufficio, in merito alle consulenze affidate alla futura assessora grillina Paola Muraro, a sua volta indagata per abuso d’ufficio e illeciti ambientali. La gioia per la mozione passata ieri in consiglio che ha formalizzato il no alle Olimpiadi potrebbe durare poco ed è stata già oscurata dall’annuncio del Ragioniere generale del Comune, Stefano Fermante, e dal suo vice, Marcello Corselli, pronti a rimettere le deleghe. L’ultimo sfogo di Fermante è stato via sms con Alfonso Sabella, magistrato ed ex assessore di Ignazio Marino: «Ho provato a ragionarci ma con questi è impossibile».