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 2016  settembre 01 Giovedì calendario

Se la diplomazia viaggia in Ferrari

Nella vetrinetta della sua residenza Angela Merkel da oggi potrà esporre un pezzo del motore Ferrari con cui Michael Schumacher vinse il mondiale nel 2004. Un singolare souvenir – una presa di raffreddamento del cofano motore… – del suo viaggio italiano, iniziato con l’appuntamento proprio in piazza Schumacher dove Matteo Renzi l’aspettava alle 15.45 davanti alla casa che Enzo Ferrari si fece costruire nel bel mezzo della pista di Fiorano, così da godersi meglio la musica dei suoi pistoni. Una location inedita per un incontro ufficiale tra due premier e una dozzina di ministri, fra tute rosse e alte uniformi. Con tanto di inni nazionali suonati dai Lanceri di Montebello e picchetto d’onore dell’Accademia di Modena, per un giorno la fabbrica di auto più famosa del mondo è diventata una sede governativa istituzionale. Perché in fondo la Ferrari è essa stessa un’istituzione. «Un luogo simbolico dell’industria italiana cui è legato anche il ricordo delle vittorie di Schumacher» ha detto la cancelliera, prima di andare a cenare in fabbrica anche col connazionale Sebastian Vettel. «Qui – ha spiegato Renzi – c’è un pezzo di Italia che lavora quotidianamente insieme alla Germania».
Il cuore rosso del Made in Italy pompa ancora forte, sebbene vada anche detto che il cervello sia ormai in Olanda e il portafoglio a Londra (sedi legali e fiscali della capogruppo Fca). Se in pista il fascino della Ferrari ultimamente romba un po’ meno (ultimo titolo vinto nove anni fa, tedesche Mercedes sempre davanti), Maranello rimane comunque la Mecca dei motori e la vetrina più luccicante di un’Italia che va: una cittadella hi-tech dove tremila uomini distillano ogni anno 8 mila bolidi da strada destinati a 62 diverse nazioni (Stati Uniti i primi importatori con liste d’attesa di un anno); un’isola lussureggiante dell’economia italiana che non conosce crisi, giacché anche nella prima semestrale record del 2016 ha visto i ricavi Ferrari salire del 27 per cento (su 1,5 miliardi di fatturato).
Se a Mirafiori Sergio Marchionne ha appena firmato coi sindacati la solidarietà per 2369 operai, qui ha potuto accogliere la Merkel nell’unica azienda della sua galassia che non delocalizza neanche un bullone, sfoggiando con orgoglio l’ultima GTC4 Lusso: un gingillino da 270 mila euro al volante del quale l’ad di Fca e presidente di Ferrari (sempre in pulloverino girocollo, stavolta nero) ieri si muoveva per Maranello. Dopo aver fatto gli onori insieme a John Elkann e Piero Ferrari nell’abitazione del Drake, conservata a piano terra così come l’ha lasciata l’ingegner Enzo, Marchionne ha portato la cancelliera – lei invece su Maserati – a visitare il reparto assemblaggio vetture, un’officina che pare la Nasa. Successivamente, Renzi le ha presentato i 12 rappresentanti dei corpi civili e militari che hanno prestato soccorso ad Amatrice, incluso il labrador Leo – salvatore della piccola Giorgia tra le macerie – che pure ha dato la zampa ad Angela («È l’unico cane di cui non ho paura», ha detto evocando un meno gradevole precedente con un cane di Putin).
Non s’era forse mai visto un vertice bilaterale concludersi con una conferenza stampa tra due cavallini rampanti, scenario più da podio che da summit, come quelli bianchi su sfondo nero della sala rossa nel Centro Sviluppo Prodotto disegnato da Massimiliano Fuksas, accanto alla Galleria del Vento di Renzo Piano.
Anche Hollande era stato in vista alla Ferrari nello scorso settembre, quando Renzi scelse l’eccellenza gastronomica dell’Osteria Francescana (la Ferrari dei fornelli) per il vertice con la Francia. Ogni partita, il suo campo: coi francesi a tavola, ma coi tedeschi si deve giocare sulla tecnologia e allora stavolta lo chef Massimo Bottura ha portato le sue delizie a domicilio per la cena riservata a una cinquantina di ospiti delle delegazioni, tra cui alcuni imprenditori italiani e tedeschi. I piloti Vettel e Raikkonen hanno donato ai premier, oltre ai cimeli della monoposto di Schumi, anche un bel pezzo di Parmigiano, mentre la Ferrari ha annunciato che metterà all’asta pro terremotati il 500esimo modello “LaFerrari”, prima ibrida rossa. Prezzo di listino: 1 milione e 200 mila euro. Certificati, scarichi e software in regola.