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 2016  agosto 31 Mercoledì calendario

L’accusa del vescovo durante i funerali delle vittime di Amatrice: «A uccidere è l’opera dell’uomo, non il sisma» • Cento edifici sequestrati dalla Procura • Apple deve versare all’Europa 13 miliardi di tasse non pagate • Ucciso ad Aleppo il portavoce dell’Isis


Terremoto 1 Ieri i funerali delle vittime di Amatrice. Il vescovo di Rieti, Domenico Pompili, comincia la messa solenne leggendo ai vivi l’elenco dei 231 morti. Le bare bianche sono due. I feretri, in totale, 28. Dieci non sono riusciti a portarli su dal cimitero perché le ultime scosse hanno fatto crollare in un fumo di macerie anche l’ultimo tratto del muro di cinta. Altri feretri sono rimasti nell’hangar dell’aeroporto di Rieti dove, secondo una primo programma poi ribaltato dalla rivolta degli sfollati, si sarebbe dovuta tenere questa cerimonia. Matteo Renzi prega accanto a un signore con un cerotto sull’orecchio. Arrivando — era di ritorno da una visita al centro storico di Norcia, in Umbria — è stato circondato da alcuni sfollati. «Matté, non ci abbandonare...» (una signora con il naso tumefatto). E lui: «Stia tranquilla. Ve lo prometto. Noi saremo qui anche quando si spegneranno le telecamere...». Un signore tarchiato, con i baffi: «Presidente, noi vogliamo restare qui. Amatrice dev’essere ricostruita qui». Renzi: «E noi il paese lo ricostruiamo qui, pezzo a pezzo». Nella sua omelia, monsignor Pompili usa parole affilate: «I terremoti esistono da quando esiste la terra. I paesaggi, le montagne, tutto è dovuto ai terremoti... Ma il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell’uomo» (concetto che comincia ad essere condiviso anche dalla procura di Rieti). (Roncone, Cds)

Terremoto 2 Oltre un centinaio di edifici sotto sequestro ad Amatrice, a cominciare dalla scuola «Romolo Capranica», dall’ospedale «Francesco Grifoni» e da altri immobili pubblici, gravemente lesionati dal sisma del 24 agosto. È il primo atto dell’inchiesta della Procura di Rieti che sta indagando per disastro colposo: il procedimento è ancora a carico di ignoti. I sigilli sono scattati ieri anche su molti edifici pubblici nel comune di Accumoli e in tutte le località danneggiate dal terremoto. La Procura potrebbe convocare entro qualche giorno tecnici e amministratori (Di Frischia).

Terremoto 3 Per gli edifici privati della Provincia di Rieti ci fu uno stanziamento di 21 milioni di euro. Dovevano servire alla messa in sicurezza degli stabili rispetto al rischio provocato dal sisma dell’Umbria del 1997. Circa 700 mila euro risultano destinati a 4 immobili di Accumoli per 122.536 euro e a 10 di Amatrice per 568.690 euro. Nessuno sa che fine abbiano fatto quei soldi, come siano stati spesi. Si aggiungono agli oltre 2 milioni e 300 mila euro elargiti dopo il terremoto dell’Umbria del 1997 e destinati alle strutture pubbliche crollate dopo la prima scossa della notte del 24 agosto scorso, mostrando di non aver alcun «ancoraggio», o comunque sostegno. Rimane il sospetto che i soldi stanziati per i lavori antisismici siano stati utilizzati in realtà soltanto per effettuare semplici ristrutturazioni. Per questo i magistrati della Procura di Rieti dovranno ricostruire l’iter di ogni intervento, interrogare i progettisti, i responsabili del procedimento e soprattutto i collaudatori. E chiedere poi conto ai responsabili del Comune, arrivando fino ai sindaci che avevano il compito di fornire le indicazioni sull’utilizzo dei fondi. Perché appare sempre più evidente sia la falsificazione dei documenti ufficiali relativi ai lavori effettuati, sia quella sui successivi collaudi. Sono stati alcuni cittadini a raccontare di aver acquistato immobili con i certificati di «messa a norma» e aver poi scoperto che le loro case non avevano subito alcun intervento (Sarzanini, Cds).

Apple La Apple dovrà pagare all’Irlanda 13 miliardi di euro di tasse arretrate, più gli interessi: la Commissione europea ha giudicato illegale il regime fiscale particolare di cui l’azienda di Cupertino ha approfittato, ordinando quindi a Dublino di recuperare il dovuto. La commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager, ha tenuto a sottolineare che non si tratta di una multa, ma di somme da recuperare perché non pagate sulla base dei vantaggi fiscali irregolari, che concedevano alla multinazionale americana una posizione di privilegio rispetto alle altre imprese. In Irlanda la Apple dà lavoro a circa cinquemila persone, ma secondo la Vestager, «il cosiddetto quartier generale irlandese esiste soltanto sulla carta, e non svolge alcuna attività reale». L’unico scopo per l’apertura della sede di Cork, sostiene la commissaria, era attribuirvi gli utili delle attività europee, per usufruire le aliquote estremamente favorevoli concesse da Dublino. Secondo la Commissione europea, i meccanismi di tassazione irlandesi hanno permesso all’azienda americana di pagare sui propri profitti una quota che va dall’1% nel 2003 allo 0,005% nel 2014. Sia Apple sia il governo irlandese hanno annunciato di voler fare ricorso. Tim Cook, amministratore delegato dell’azienda statunitense, definisce «prive di fondamento» le motivazioni della commissione, negando che alla Apple sia mai stato concesso un trattamento speciale. Il manager ha detto che la scelta di Bruxelles «avrà profondi e dolorosi effetti sugli investimenti e sulla creazione di posti in Europa. Se valesse la teoria della Commissione, qualsiasi azienda in Irlanda e in Europa correrebbe improvvisamente il rischio di vedersi tassata in base a leggi mai esistite» (Cadalanu, Rep).

Isis Amaq, l’agenzia dell’Isis, ha annunciato che Abu Mohammad al Adnani, portavoce e numero due del Califfato, l’uomo che ha diretto gli attacchi in Europa, è morto mentre ispezionava i mujaheddin nel settore di Aleppo, Siria. Non si sa per mano di chi (i russi? I ribelli? I curdi? O gli Stati Uniti che parlano di un raid contro un alto esponente jihadista ad Al Bab?), la notizia è stata comunque accolta con la solita prudenza: c’è sempre il timore di una notizia falsa per scrollarsi di dosso i troppi segugi (Olimpio, Cds).

(a cura di Roberta Mercuri)