Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  agosto 31 Mercoledì calendario

Oggi Renzi chiederà alla Merkel un po’ di flessibilità per finanziare Casa Italia

Matteo Renzi aveva scelto gli stabilimenti Ferrari di Maranello, luogo simbolo dell’eccellenza italiana, per parlare con Angela Merkel del rilancio dell’Unione dopo la Brexit. Ma inevitabilmente sarà il sisma che ha devastato il centro Italia a monopolizzare il vertice. E proprio in queste ore a Roma inizia a prendere forma Casa Italia, il piano con il quale il premier vuole lanciare l’ammodernamento del Paese nei prossimi 15-20 anni. Una sfida che potrebbe costare fino a 4-5 miliardi all’anno. Ma serve il via libera Ue a non contare questi soldi nel deficit per evitare le taglione del Patto di Stabilità. Di tutto questo, seppure in termini generici, Renzi parlerà oggi alla Cancelliera.
Appena nove giorni fa al largo di Ventotene il premier aveva affrontato con Merkel e Hollande il rilancio dell’Unione, incassando anche un sorta di patto di non belligeranza da parte degli ospiti che avrebbero sostenuto la sua esigenza di ottenere una decina di miliardi di flessibilità extra da Bruxelles per il 2017. D’altra parte se a Berlino e Parigi c’è preoccupazione per il referendum di novembre, anche Merkel e Hollande corrono verso le elezioni e cercano il sostegno dei partner sui dossier Ue più sensibili. Ma poi tutto è cambiato, appena due giorni dopo Ventotene il sisma ha sconvolto l’Italia e l’Europa, tanto che ieri il portavoce di Merkel spiegava che «le consultazioni saranno caratterizzate dall’unità nel dolore».
A Maranello – dove a fare gli onori di casa sarà Sergio Marchionne – Renzi sarà accompagnato da Padoan, Calenda, Gentiloni, Alfano, Pinotti e Delrio che incontreranno i propri omologhi tedeschi. Ma al di là del rilancio dell’Unione in vista del summit europeo del 16 settembre a Bratislava – sicurezza, difesa, migranti, crescita – ora conta l’emergenza terremoto. Il premier vuole un piano spalmato su due decenni che ieri al Tesoro definivano «molto importante» in quanto «riguarderà la manutenzione di tutto il Paese». Il governo lo sta assemblando proprio ora e, per usare le parole del vice ministro alle Infrastrutture Riccardo Nencini, sarà «un piano strabico, con un occhio all’oggi e uno al futuro». Le cifre sono ancora ballerine, a Palazzo Chigi e al Tesoro non hanno ancora finito i calcoli, ma e al momento si stimano circa 3-4 miliardi per la ricostruzione delle zone distrutte dal sisma da spalmare su un quinquennio chiedendo alla Ue di scorporarli dal deficit. Poi la parte che guarda alle prossime generazioni: circa due miliardi e mezzo all’anno per mettere in sicurezza le zone sismiche, poco meno per le altre emergenze, come quella idrogeologica, per un totale di 4-5 miliardi da spendere ogni anno per una ventina di anni coprendo così tutto il Paese, non solo le aree sismiche. Su questo oggi Renzi insisterà con Merkel.
Al momento Bruxelles è pronta a non contare nel deficit le spese per la gestione immediata dell’emergenza, la gestione degli sfollati o la messa in sicurezza del territorio. E in parte le potrebbe anche finanziare direttamente. Ma da qui ad autorizzare 20 anni di spesa pubblica ce ne passa. Renzi dirà che si tratta di un piano virtuoso che coniuga riforme, considera tale l’ammodernamento del Paese, a investimenti che evitando catastrofi comportano risparmi. Ma la partita è difficile e quello di oggi sarà un primo, delicato, scambio politico. Poi la prossima settimana partirà il vero negoziato con la Commissione in vista del quale il premier cerca un clima di concordia nazionale per garantire che anche i futuri governi proseguiranno su Casa Italia.