MilanoFinanza, 24 agosto 2016
Anche in Cina arrivano i credit default swap. Conseguenze
La Cina tenta per la seconda di dare il via al mercato dei credit default swap. Il primo tentativo di introdurre i derivati che assicurano contro il rischio di insolvenza dei debitori risale al 2010, sulla spinta della National Association of Financial Market Istitutional Investors (Nafmii). L’iniziativa tuttavia non decollò. A rilanciare il progetto, secondo quanto riferito dal Financial Times, sarà la People’s Bank of China guidata da Zhou Xiaochuan. Il via libera dell’istituto centrale dovrebbe arrivare nei prossimi mesi con l’obiettivo di fronteggiare fallimenti e insolvenze in aumento. Indiscrezioni al riguardo erano trapelate già a inizio mese, quando la Nafmii aveva varato linee guida e contratti standardizzati per tali prodotti, in modo da adeguarli alle norme internazionali, presentando quindi la proposta alla PboC per l’approvazione.
Rispetto a sei anni fa l’ecosistema finanziario cinese è cambiato e le condizioni sembrano rendere necessari tali strumenti. Allora il numero delle insolvenze era quasi a zero, anche perché creditori e debitori erano quasi tutti nel settore pubblico e godevano pertanto del sostegno governativo, che oggi sta venendo meno perché nel progetto di riforma dell’economia nazionale Pechino, almeno nelle intenzioni, sembra decisa a far sì che gli investitori e le aziende imparino a considerate i rischi, senza affidarsi al paracadute statale.
Nel 2010 e fino a qualche tempo fa, assicurare qualcuno contro il rischio di credito era considerato un modo di incassare un premio senza correre il minimo rischio. Inoltre, aggiunge il quotidiano londinese, tutti volevano vendere protezione, ma nessuno intendeva comprare. Senza contare che all’epoca i rating erano ancora poco affidabili. Il mercato infine era limitato alle sole banche che in pratica si rimbalzavano tra loro i rischi, senza eliminare l’esposizione. Adesso almeno 41 aziende sono risultate insolventi su un monte bond di 25,4 miliardi di yuan. A queste si aggiunge un migliaio di declassamenti del merito di credito.
Il trading dei nuovi strumenti, secondo quanto trapelato, dovrebbe svolgersi a Shanghai, mancano però i dettagli del progetto. La prima provincia a permettere l’emissione dei credit default swap potrebbe essere quella settentrionale dello Shanxi. Secondo quanto scriveva a inizio agosto l’agenda ufficiale Xinhua, l’amministrazione locale guarda a questi strumenti per dare nuove opportunità di ottenere credito ai produttori di carbone in difficoltà.