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 2016  agosto 24 Mercoledì calendario

Gli haters del web vincono là dove i mansueti calano le braghe

Non capisco più di che cosa si parla quando si parla di internet. La copertina di Time sulla “cultura dell’odio che ci sta rubando internet” non sfiora neppure (per esempio) il mio uso personale della rete: come altre persone cerco notizie, dati, articoli e immagini che mi interessano, oppure acquisto cose varie, come se avessi a disposizione, in tempo reale, la biblioteca e l’emeroteca più grandi del mondo e fossi nel più grande bazar mai visto sotto il cielo. Se non mi imbatto negli “haters”, gli odiatori che infestano chat di ogni ordine e grado, social network, eccetera, è perché non metto piede, in nessuna forma, nei social e non leggo i commenti alle notizie dei giornali on line. Di più: affinando le tecniche di autodifesa, salto quelle notizie on line che sono palesemente una scrematura della ciancia social. La ragione non è etica ma puramente funzionale: ho troppo poco tempo a disposizione per sprecarlo. So di essere ignorante e nel rapporto con gli altri cerco di privilegiare chi ha qualcosa da insegnarmi.
Da non esperto, azzardo una previsione: la divisione tra internet “utile” e internet “nocivo” è destinata ad approfondirsi. Per esempio, sono convinto che in tempi abbastanza brevi ogni sito che voglia puntare su qualità e autorevolezza chiuderà del tutto l’accesso ai commenti; oppure lo terrà socchiuso, grazie a un vaglio che nessuno si sognerà di chiamare “censura” e tutti chiameranno, semplicemente, selezione dei contenuti. Gli haters vincono là dove i mansueti calano le braghe.