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 2016  agosto 24 Mercoledì calendario

Il cimitero dei kamikaze, a Gaziantep

Rimane ancora avvolta dal mistero l’identità del kamikaze che sabato scorso si è fatto esplodere a un matrimonio curdo a Gaziantep, provocando una strage con 54 vittime per la maggior parte adolescenti. Il presidente della Repubblica, Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato che l’attentatore suicida aveva fra i 12-14 anni, ma una sopravvissuta all’attentato che ha fatto in tempo a vederlo è certa che non fosse così piccolo. «Non era né un bambino né un anziano, era una persona adulta» ha affermato con certezza dal letto dell’ospedale Muhbet Akdoan, madre dello sposo e viva per miracolo.
Nonostante la sua identità rimanga al momento ignota, si sa già dove verrà sepolto il suo corpo, o almeno quello che ne rimane. Gaziantep, l’ex perla dell’Anatolia, oggi buco nero di Isis in Turchia, vanta anche il triste primato di ospitare le spoglie dei terroristi più sanguinari del Paese, di certo quelli che Isis è riuscito a convertire alla sua causa e a spingere ad uccidere. Il luogo di sepoltura si trova all’interno del cimitero di Yesilkent, alla periferia Sud di Gaziantep, per ironia della sorte proprio poco lontano dalla strada che porta verso la Siria. Qui hanno terminato il loro ultimo viaggio Abdurrahman Alagoz, che a Sucuç ammazzò 34 giovani fra curdi e aleviti, Mehmet Ozturk, che lo scorso marzo si fece esplodere sull’Istiklal Caddesi, uccidendo 5 persone e Ismail Gunes che in maggio si fece esplodere di fronte alla questura di Gaziantep uccidendo due persone.
Le loro spoglie sono tumulate in un quadrato di terra arida, senza un filo di erba, senza un segno che faccia riconoscere la loro fossa, senza un cartello che possa identificarli in qualche modo. Sepolti in terra di nessuno come onta per il male che hanno compiuto e soprattutto perché non diventino oggetto di idolatrie o mitizzazioni, in una Turchia che ha visto negli ultimi due anni migliaia di giovani tentati dal terrorismo islamico.
Venivano tutti dalla «cellula di Adiyaman» la città dove sono stati condotti dopo il reclutamento per essere indottrinati prima di andare in Siria per completare il loro addestramento. Erano stati tutti scelti da Mustafa Dokumaci, in diretto contatto con il Califfato e che ha forgiato almeno 400 terroristi in pochi mesi. Ora è come se si fosse dissolto nel nulla, secondo alcuni giornali avrebbe varcato il confine con la Siria a dimostrazione di quanto questa frontiera sia ancora oltremodo vulnerabile.