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 2016  agosto 24 Mercoledì calendario

Una missione europea per rimpatriare i migranti • Il 18enne afgano che ha viaggiato per 400 km legato sotto a un camion • Il bambino kamikaze fermato in Iraq era stato addestrato dal padre • L’uso di adolescenti da parte di Isis nel corso di un anno è triplicato • Decine di incendi a Roma • L’ex ballerino di Amici che ha strangolato il compagno • Come Donald Trump conobbe Melania • In Europa ci sono 60 milioni di tatuati

  Migranti La questione dei rimpatri dei clandestini e degli immigrati irregolari potrebbe nel prossimo futuro diventare materia europea e non più affidata ai singoli Stati nazionali. Se n’è discusso due sera fa, a cena, nel corso dell’incontro sulla nave «Garibaldi» fra Matteo Renzi, Angela Merkel e François Hollande. Anche per motivi giuridici — che si traducono in lunghi e complessi accordi bilaterali con i Paesi di provenienza — se la competenza dei rimpatri fosse affidata ad una regia e a una forza europea, probabilmente quella dell’agenzia Frontex, il dossier rimpatri sarebbe più in discesa e acquisterebbe anche maggiore efficacia. In linea di massima sia Parigi che Roma sono d’accordo sul possibile cambiamento di competenze, e dunque sull’avanzare una proposta che possa essere adottata già nel prossimo Consiglio europeo. La cancelliera tedesca invece si è mostrata più prudente (Galluzzo, Cds).

Camion L’afgano Mahdi Nawrozi, 18 anni, fuggito da Kabul dieci mesi fa per raggiungere i fratelli in Francia, è stato scoperto dalla Polstrada legato al semiasse di un Tir sulla A1. Dopo aver attraversato Iran e Turchia a piedi o chiedendo passaggi di fortuna, è arrivato in Grecia, ha passato tre mesi in un campo profughi, poi ha provato a partire per l’Italia. È andato al porto di Patrasso e si è messo in coda, nella speranza di poter saltare sotto un camion e guadagnare un passaggio. «Ho pagato 900 euro un signore che mi ha indicato su quale camion saltare e mi ha aiutato a farlo». Quindi ha trascorso 22 ore senza acqua né cibo, agganciato a un semi asse, le mani e le braccia strette a una sbarra di ferro, la cintura che passava sotto la schiena per tenerlo a ottanta chilometri all’ora di media il più stretto possibile a pochi centimetri dall’asfalto. Dopo quattrocento chilometri è stato scoperto sull’autostrada A/1 all’altezza di Ferentino, in Ciociaria, perché un automobilista si è accorto che penzolava una gamba da sotto un camion. Per ora è stato accolto dalla Caritas di Frosinone. Ma gli è stato intimato di lasciare l’Italia entro 7 giorni. Se per quella data non lo avrà fatto, o non avrà chiesto asilo, sarà ufficialmente clandestino (Foschini, Rep; Piccolillo, Cds).

Bambini kamikaze 1 Il bambino fermato tre giorni fa a Kirkuk, in Iraq, con indosso una cintura esplosiva nascosta sotto la maglietta del Barcellona, ha detto agli agenti che lo hanno salvato arrestandolo: «Nostro padre ci ha addestrati e incoraggiati a farci esplodere». Un’ora prima su fratello si era fatto esplodere vicino a una moschea sciita della città ferendo due persone. La fotografia e il nome del ragazzino morto sono stati diffusi da Isis sul canale Telegram Khilafah News che lo annovera tra gli «Istishhadi» (i martiri). «Possa Allah accettare colui che ha distrutto il tempio degli rafidi (gli apostati, ndr) politeisti (ossia gli sciiti, ndr )» recita l’eulogia. Sulle spalle, uno zainetto militare (Serafini, Cds).

Bambini kamikaze 2
Secondo un rapporto della Georgia State University, l’uso di adolescenti da parte di Isis nel corso di un anno è triplicato. Un dato indicato al Corriere anche da John Horgan della Georgia State: «I leoncini (come vengono chiamati dalla propaganda, ndr ) sono usati per attentati kamikaze, come combattenti, cecchini e spie». Per il Combating terrorism centre, il 39 per cento è morto facendo saltare veicoli, il 33 da combattente, il 18 infine ha perso la vita in azioni suicida. La maggior parte proviene dalla Siria e dall’Iraq. Vengono rapiti. Ma spesso sono gli stessi genitori a mandarli nei campi di addestramento, attirati dalla promessa di cibo e di denaro (ibidem).

Incendi In due giorni a Roma ci sono stati decine di incendi, tredici solo ieri . Nel bilancio non ci sono feriti, ma sono due i Vigili del fuoco rimasti lievemente intossicati e centinaia le persone evacuate dalle loro abitazioni. Dopo il maxi rogo di lunedì alla Magliana con 50 auto andate in fiamme, una collina distrutta e la corsa a proteggere il canile della Muratella, ieri un vasto incendio è divampato da decine di focolai nel Parco del Pineto a Monte Mario, bruciando 50 ettari di terreno verde, con sterpi, arbusti e alberi distrutti. La cupola di San Pietro è rimasta avvolta dal fumo per tutto il giorno, finché dopo nove ore le fiamme sono state domate, poco prima del tramonto. «Tra ieri e oggi abbiamo tenuto una tabella di marcia da guerra» è stato il commento a fine giornata dal comando centrale dei Vigili del fuoco. In campo 135 uomini (oltre ai Vigili del fuoco, Protezione civile e Forestale, polizia, carabinieri e vigili urbani, volontari e associazioni), 27 automezzi e diversi mezzi aerei, tra i quali due Canadair e quattro elicotteri compreso il Ch47 dell’Esercito. Il fuoco alle 10 di mattina si è propagato tra i quartieri di Balduina a ridosso del Policlinico Gemelli, Valle Aurelia e Pineta Sacchetti dove è stata evacuata la sede dell’Aise di Forte Braschi, la casa di cura Roma Tre e l’Istituto Regina Mundi. Tanta la paura tra i 90 anziani portati via dai famigliari e le 64 suore aiutate dai carabinieri. «Rimanete a casa, non uscite» è stato l’invito della Protezione civile impegnata a proteggere le abitazioni a ridosso del parco urbano, ma quando il vento ha spinto le fiamme verso alcuni palazzi dell’Aurelio, i residenti sono stati evacuati. La comandante del Corpo forestale del Lazio, Rosy Patrone: «È quasi certo che l’incendio si sia sviluppato da un accampamento alle pendici della Roma nord, nella zona di Valle Aurelia, da una situazione di estremo degrado» (Pelati, Cds).

 Delitto Bernardo Almonte, 27 anni. Americano, viveva in un appartamento nel quartiere del Bronx, a New York, col fidanzato con Marcus Bellamy, 32 anni, fisico palestrato, ballerino, conosciuto in Italia per aver partecipato al talent Amici nel 2008 e nel 2009, piuttosto noto a Broadway per essere stato nel corpo di ballo di diversi recital tra cui Spider-Man e Tarzan. L’altro giorno tra i due, in cucina, scoppiò un litigio che terminò solo quando il Bellamy strinse le mani attorno al collo del compagno finché non smise di respirare. Quindi prese in mano lo smartphone e scrisse su Facebook: «Perdonami. L’ho fatto perché ti amo». E ancora: «I’m god», io sono dio. «Oh cielo». «Io sono». Quindi spense il cellulare, uscì dall’appartamento, si raggomitolò in lacrime sul pianerottolo e quando si affacciò una vicina le chiese di chiamare la polizia (Fulloni, Cds).

Melania Il manager di modelle Paolo Zampolli, amico di Donald Trump e di sua moglie Melania, racconta che i due si conobbero nel 1998, a una festa al club Kit Kat per la fashion week: «Melania era una ragazza riservata, non usciva spesso. Però era diventata molto amica della mia fidanzata di allora, vivevamo nello stesso palazzo vicino a Union Square, e lavorava per noi. Quindi decise di venire. Donald arrivò accompagnato da un’altra ragazza, l’ereditiera norvegese Celina Midelfart, ma appena vide Melania rimase colpito» e le chiese il numero di telefono. «Melania rispose che non dava il proprio numero, e per vedere quanto fosse serio Donald gli chiese il suo. Qualche settimana dopo invitai Trump a cena a casa mia, e con una certa sorpresa lo vidi arrivare accompagnato da Melania». Era successo che «Melania era andata in Europa per un lavoro, al ritorno aveva chiamato Donald. Così era cominciata la loro storia. Questo rapporto è stato serio fin dall’inizio. Lui non era più un ragazzino, lei era una donna di 28 anni molto elegante, educata, istruita. Lo ha affascinato nel suo complesso» (Mastrolilli, Cds).

Tatuaggi Secondo un report della Commissione Europea sono oltre 60 milioni gli europei che sfoggiano un tatuaggio (Penna, Sta).

(a cura di Roberta Mercuri)