Corriere della Sera, 24 agosto 2016
Gli orologi svizzeri non si vendono più
Gli orologi svizzeri non battono più. Non è che non battano più il tempo – cosa che segnano proverbialmente in modo ineccepibile – ma non battono più i record di vendite registrati fino a poco tempo fa. Ieri la federazione dell’industria svizzera ha dato l’ennesimo dato negativo dell’export:- 14,2% a luglio su anno. Hong Kong, il mercato di sbocco più grande, perde il 32,7% e il calo dura da diciotto mesi. A metà luglio Swatch ha lanciato un profit warning. Il gruppo guidato da Nick Hayek (foto) ha tagliato le stime sul primo semestre, correggendo l’attesa sugli utili del 50-60%. Che cosa sta succedendo a uno dei prodotti mito della Svizzera? Le società avevano scommesso soprattutto sul boom dei consumi in Asia. Qualcosa è andato storto. Il calo del turismo per shopping a Hong Kong e la campagna anti corruzione in Cina che ha bloccato l’attività di lobbying hanno svuotato i negozi. Le cose non vanno tanto meglio in Europa, con la Francia che segna -27,8%. In questo calo generalizzato soffrono tutte le fasce di prezzo, in particolare gli orologi sotto i 200 e quelli sopra i 3.000 franchi. Ed è il «superfranco» (la valuta a inizio 2015 si è impennata e oggi è sotto 1,1 nei confronti dell’euro) il motivo della crisi, analizza Swissquote. Per la società svizzera dell’online banking, finché la moneta rimane così alta una ripresa è difficile. Ma, per quanto si sia ridotta a 3,55 a 2,93 miliardi di franchi, la bilancia commerciale rimane positiva.