Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  agosto 24 Mercoledì calendario

Il Lido di Venezia dimenticato dai villeggianti. Un bell’articolo del 1953

Quante mai spiagge, su tutti i mari del mondo, non hanno preso il loro nome dal Lido di Venezia, da questa famosa striscia di sabbia? Quest’isola, già cara ai galoppi di Lord Byron ed agli amori di George Sand, è pure stata una delle prime località d’Europa che abbia conosciuto la moda dei «bagni di mare». Ebbene, contrariamente a quanto si potrebbe supporre da tanta meritata fama, il Lido di Venezia non raccoglie più le simpatie che anni fa godeva tra i villeggianti.
Nel 1938 il Lido di Venezia ebbe 519 mila «presenze». nel ‘48 ne ebbe 245 mila; nel ‘49 ne ebbe 346 mila, e fu il massimo del dopoguerra. Nel ‘50 – Anno Santo – le «presenze» scesero a 297 mila; risalirono a 331 mila nel ‘51, furono 335 mila l’anno scorso.
Ciò è avvenuto mentre la vicina Jesolo, inesistente quindici anni or sono, ha fatto passi da gigante ed è arrivata l’anno scorso a toccare le 800 mila «presenze»; mentre le meno vicine Lignano e Grado hanno raggiunto l’anno scorso la prima 220 mila «presenze» e la seconda 240 mila.
La «stagione» del Lido andava un tempo dai primi di maggio alla fine di settembre. I soggiorni dei villeggianti erano lunghi o lunghissimi e, soprattutto, erano bene scaglionati nel tempo. Nel colmo dell’estate, allorché taluni alberghi di Venezia si spopolavano al punto che l’agosto era in città il mese dei restauri e dei rinnovi, l’attrezzatura alberghiera del Lido si piegava sotto il carico.
Nelle giornate di massima affluenza, anzi, il soprappiù di ospiti del Lido doveva adattarsi a tornare a Venezia per pernottarvi. La situazione oggi si presenta rovesciata.
Da stazione di soggiorno il Lido è divenuto stazione di transito, d’un transito tanto rapido da «rinchiudersi» nei termini d’un sol giorno o di due o di tre per i bagnanti ed i turisti più frettolosi. Oltre a ciò, i soggiorni – assai più brevi di un tempo – si sono per la massima parte concentrati nei due mesi di luglio e d’agosto. (E nulla c’è di peggio, sia per gli albergatori che per i clienti, che il concentrarsi dei soggiorni in brevi spazi di tempo. Da parte dei clienti si è serviti meno bene, si mangia meno bene, si dorme meno bene, si paga meno a buon mercato; da parte degli albergatori si guadagna complessivamente di meno e si ha il dispiacere – ed il danno – di vedere che i clienti se ne vanno insoddisfatti.) All’opposto d’una volta, accade, anche, che il Lido è divenuto – in senso alberghiero – la «valvola di sicurezza del troppo pieno» di Venezia.
Venezia è «full up»? I forestieri vengono mandati a pernottare al Lido. Ci vanno, ci vanno anche volentieri; ma il mattino dopo eccoli tutti a Venezia. Il Lido, insomma, ospita sempre meno villeggianti ed ospita sempre più turisti, e più turisti stranieri che turisti italiani. «L’affluenza straniera è buona – mi dice un albergatore del Lido. – È l’affluenza italiana che scarseggia».
Che al Lido nuoccia, in un certo senso, la troppa vicinanza di quella città unica al mondo che è Venezia? Forse. Forse la fama di Venezia oscura quella del Lido. Ma ci devono essere altre cause a provocare questa relativa – e che si spera temporanea – eclissi del Lido.
Una, importante, consiste nel fatto che fino all’autunno del ‘48 tutto il Lido è stato in mano alleata, requisito a favore di corpi militari. Ciò ha prodotto ritardi nella ricostruzione e nel «riavviamento» delle vecchie clientele. Non poco, inoltre, deve avere influito la relativamente scarsa pubblicità fatta specificamente a favore del Lido. Parecchio, infine, dev’essere imputato al livello dei costi-base che, volenti o nolenti, gli albergatori e gli abi tanti dell’isola hanno finora dovuto sopportare. Tutto, al Lido, viene portato da Venezia, escluse sabbia e acqua di mare. Chi lo direbbe?
Stante questa situazione, è naturale che gli albergatori locali, o almeno la maggior parte di essi, stiano da qualche anno sul chi vive.
Stralcio dell’articolo dal titolo «Sul Lido di Venezia più turisti che villeggianti», uscito sul Corriere della Sera il 7 luglio 1953