Corriere della Sera, 24 agosto 2016
La figuraccia di Corbyn sul treno dei pendolari
Uno dei due non la racconta giusta. Chi è il bugiardo? Mister Virgin, ovvero Richard Branson, il ricchissimo padrone dell’impero di viaggi, musica e intrattenimento? O il leader laburista Jeremy Corbyn?
Quella che potrebbe essere una banale storiella estiva di treni strapieni e di politici costretti a sedersi per terra (capita pure a loro), rischia di trasformarsi in un boomerang: o per Corbyn, che nel caso in questione avrebbe fatto il furbetto, o per Branson che avrebbe invece ordito una trama assai poco simpatica per colpire l’integerrimo capo popolo. Chi ha ragione?
Il caso nasce da Yannis Mendez, un documentarista che con telecamera è al seguito del numero uno laburista per seguire la sua campagna di rielezione al vertice del partito. L’undici agosto, al mattino, è sul treno delle linee Virgin da Londra a Newcastle, assieme a Jeremy Corbyn e consorte, oltre allo staff del leader. Lo riprende mentre è accovacciato in corridoio per mancanza di posti in seconda classe. E ne registra il commento: «Questo è il problema che molti passeggeri affrontano ogni giorno, pendolari e viaggiatori di lunghe distanze. Il treno è pieno zeppo. Il personale è magnifico, lavora duramente per aiutare tutti».
Insomma, siamo alle solite: i treni, gestiti dalle compagnie private, in Inghilterra sono puntuali, ma costano l’occhio della testa e sono affollati fino all’inverosimile. Oltre il livello di guardia e di sopportazione. Denuncia in presa diretta. Così il filmato viene consegnato al quotidiano Guardian che lo pubblica nel suo sito internet. E bravo Corbyn che non va in prima classe e che non scaraventa sugli altri il suo status di privilegiato.
Sembra che tutto finisca lì. Ma Richard Branson, padre-padrone della Virgin non ci sta. La vendetta parte con i filmati delle telecamere a circuito chiuso che immortalano sulle carrozze scene assai diverse. In effetti si nota con chiarezza che Corbyn cammina in mezzo a parecchie poltrone vuote, poi lo si vede accomodato in poltrona (di seconda classe). Supportato dalla «prova», Richard Branson ordina di divulgare la sua «verità» che lui stesso affida a Twitter con un commento di poche parole: «Il signor Corbyn e il suo staff hanno passeggiato fra posti vuoti, poi sono andati a girare il film sostenendo che il treno era stracolmo». In altre parole (versione Branson): tutta una montatura politica, tanto è vero che Corbyn si è comodamente seduto con la moglie, come testimoniato dalle riprese. Altro che in terra.
Furbo Corbyn? O in malafede Branson? Siccome ne va di mezzo la faccia, specie per il leader laburista, e siccome l’episodio diventa spiacevole si cercano testimoni. Il documentarista conferma in pieno la versione Corbyn. Spalleggiato da una signora, una viaggiatrice, rintracciata dal Guardian: «È vero non c’erano posti disponibili in seconda classe». Anche quelli che appaiono vuoti erano in verità riservati.
E allora quel Corbyn comodo in poltrona? Semplice (versione Corbyn): la Virgin ha regalato a due passeggeri la prima classe, visto che lo stesso leader laburista l’ha rifiutata, e alla fine ha messo le poltrone di seconda classe, lasciate libere, a disposizione dei coniugi Corbyn. Naturalmente dopo che il documentarista aveva ripreso il leader seduto a terra.
Duello estivo ad alta velocità. Corbyn bugiardo? Ammettiamolo: sinceramente difficile. Solo incauto, perché farsi riprendere a terra, per propaganda politica, e poi andare a sedersi (sia pure in seconda classe) è quanto meno da ingenuo. Tanto più se si viaggia sulla Virgin (piena di «occhi elettronici») del miliardario Richard Branson, ben felice di sgambettare il povero Corbyn.