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 2016  agosto 24 Mercoledì calendario

Scorte alimentari e rifugi sicuri: la Germania si prepara all’emergenza

Quando c’era il muro di Berlino, i tedeschi – sia dell’Est che dell’Ovest— erano abituati a sentire almeno una volta alla settimana il suono delle sirene piazzate sui tetti di scuole o altri edifici pubblici. Era un modo per testare il funzionamento degli apparecchi, ma anche per tenere pronta la popolazione e abituarla a riconoscere il segnale di allarme. Con la caduta del muro, la fine della Guerra Fredda e la riunificazione della Germania, le sirene hanno smesso di suonare. E un intero Paese, dai vertici della classe politica alla gente, ha progressivamente e felicemente scordato i brutti tempi andati. Per circa 25 anni.
Il governo tedesco ha però intenzione di cambiare. Non tornano, almeno per ora, le sirene settimanali, ma se già circola la voce di una possibile reintroduzione del servizio civile obbligatorio, subito smentita, (la leva militare imposta per legge era stata invece abolita nel 2011), è in arrivo il nuovo grande piano di difesa e protezione civile – che il ministro dell’Interno Thomas de Maizière dovrebbe presentare oggi – con cui la Germania vuole preparare una popolazione di 80 milioni di persone ad affrontare emergenze di vaste proporzioni: attentati terroristici multipli, attacchi con armi chimiche o biologiche, e, scenario ritenuto «inverosimile», una guerra sul suolo tedesco. Ma «le forme di conflitto da attendersi in maniera dominante sono, stando alle valutazioni attuali, i cosiddetti conflitti ibridi, con avversari sia statali che non statali».
Un dossier di 70 pagine denominato «Konzeption Zivile Verteidigung», piano di protezione civile, dovrà così diventare il manuale di sopravvivenza in caso di emergenza. Per il singolo cittadino ma anche per organi e vertici governativi: in caso di necessità, una pubblica autorità deve essere in grado di operare in rifugi sicuri.
La notizia del lancio del nuovo piano è stata anticipata tre giorni fa dalla Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung, l’edizione domenicale del quotidiano liberal-conservatore di Francoforte. La «Faz» afferma di aver potuto visionare parte del testo stilato dal ministero dell’Interno e, tra le poche righe trapelate, c’è quella per cui «la popolazione è esortata a tenere una scorta personale di cibo di dieci giorni» o «una scorta d’acqua potabile di due litri a persona al giorno». La notizia ha scatenato immediatamente un grande dibattito che, unito al proverbiale zelo tedesco, ha visto qualcuno prendere d’assalto gli scaffali dei supermercati.
Sui social network, tra il serio e il faceto, è diventato virale l’hashtag «Hamsterkäufe», termine che in tedesco significa «fare la spesa nel panico», letteralmente «accaparrare come un criceto». E se qualcuno ironizzava postando immagini frigoriferi stipati di birra, qualcun altro invece mostrava di aver provveduto a rifornire la dispensa. Nel frattempo si è diffusa la lista della spesa stilata dall’Ufficio federale per la protezione civile e l’assistenza in caso di emergenza (Bbk) per la sopravvivenza di una persona per due settimane: 28 litri d’acqua; 4,9 chilogrammi di pane, pasta, riso e patate; 5,6 chili di verdure e legumi (possibilmente precotti); 3,6 chili di frutta secca.
Al di là dell’ironia, la mossa del governo di Angela Merkel arriva in un momento di preoccupazione interna – gli attentati del «luglio nero», due dei quali rivendicati dall’Isis – ma anche di tensione esterna: le recenti mosse della Russia in quella che ormai molti analisti definiscono «guerra ibrida» con l’Ucraina preoccupano Berlino. E se, per ora, un’invasione della Germania è ritenuta ufficialmente «inverosimile», l’esecutivo tedesco preferisce comunque che la popolazione sia preparata a fronteggiare un’emergenza totale. Le sirene della Guerra Fredda non suonano più, ma l’eco, dopo un quarto di secolo, si sente ancora.