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 2016  agosto 24 Mercoledì calendario

Un terremoto nella notte ha devastato il Centro Italia

L’Italia piange ancora una volta, scossa e dilaniata da un altro terribile terremoto che ha colpito il cuore del Paese. Nella notte un forte sisma di magnitudo 6,0 ha devastato l’area fra Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, provocando morti e feriti. La prima scossa, violentissima, alle 3.36 del mattino ha buttato giù dal letto migliaia di persone, sentita molto forte da Rimini fino a Napoli. L’epicentro è nei pressi di Accumoli, in provincia di Rieti, nel Lazio, a soli 4 chilometri di profondità, un paese equidistante da Amatrice e Norcia. E proprio ad Accumoli e nella vicina Amatrice si registrano i danni più gravi: il centro di Amatrice è polverizzato, Accumoli è stato cancellato. "Il paese non c’è più. Sotto le macerie ci sono decine di persone": è la prima, drammatica, testimonianza del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi.
La gravità della situazione è confermata anche dal responsabile della Croce Rossa locale che ha parlato di un ponte pericolante, quello di Tre occhi, che costringe ad entrare nel paese solo a piedi rallentando i soccorsi e di una importante fuga di gas. Nell’area ci sono stati altri movimenti sismici successivi, con scosse più forti di magnitudo 5,1  alle 4.32 e 5.4 alle 04.33 con epicentro a 5 chilometri da Norcia. Moltissime le chiamate alla protezione civile e ai vigili del fuoco da tutto il centro Italia.
Secondo le informazioni diramate da Protezione civile, sindaci, vigili del fuoco e Ansa sono 66 le vittime accertate, compresa la famiglia di 4 persone di Accumoli - mamma, papà e due bambini piccoli - che per ore i soccorritori hanno tentato di salvare. Già nelle prime ore della mattinata il fotografo Emiliano Grillotti aveva descritto il lavoro frenetico di almeno 15 persone che stavano scavando a mani nude per tirarli fuori: "Si sentono le urla della mamma e di uno dei bimbi" aveva detto. Purtroppo quando sono stati raggiunti erano già tutti morti.
Il dato provvisorio è aggiornato di ora in ora dal Dipartimento della Protezione Civile: in particolare, i morti ad Amatrice sono almeno 35, altri 7 e 4 dispersi sono ad Accumoli, mentre sono 20 i morti accertati dalla Protezione civile delle Marche. Al Pronto soccorso di Ascoli e di San Benedetto del Tronto sono arrivati almeno 81 feriti, di cui 7 in gravi condizioni, 153 sono ricoverati nelle strutture del Lazio. "La situazione è drammatica. Peggio che a L’aquila a livello di crolli stutturali. Tutte le case del centro in pietra sono crollate così come quelle vecchie. In quelle di cemento sono esplose le tamponature. Il risultato è che si vedono tre piani schiacciati che diventano uno" ha detto Paolo Crescenzi, responsabile della Protezione civile della Valle del Velino. "Credo che il numero delle vittime salirà moltissimo. Molte case si sono richiuse su se stesse e questo non permette di accedere all’interno facilmente. Ora si sta cercando di pulire le strade per poter accedere nelle abitazioni. La fase più critica forse deve ancora arrivare quando entreremo nelle abitazioni. Troveremo solo dei cadaveri. Penso che questa seconda fase inizierà già da stasera". Per  il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio "si tratta di un prezzo importante. Il bollettino è destinato a crescere".
Tra le vittime una bimba di nove mesi estratta senza vita dalle macerie di Arquata e un’altra di 18 mesi, morta in ospedale ad Ascoli Piceno, di Amatrice ma che si trovava ad Arquata coi genitori. Questi sono stati salvati e ricoverati. La madre della piccola era scampata al terremoto de L’Aquila e si era trasferita ad Ascoli dopo quella terribile esperienza. Da Arquata arriva almeno una buona notizia: due bimbi di 4 e 7 anni sono stati estratti vivi dalle rovine. La nonna li aveva fatti infilare insieme a lei sotto al letto. La donna è stata estratta viva dopo diverse ore, mentre non ce l’ha fatta il nonno. Nel paese ci sono intanto gli agenti del Corpo forestale che hanno già estratto decine di persone.
Ad Accumoli, Amatrice e Posta, nel reatino e a Pescara del Tronto, frazione di Arquata, in provincia di Ascoli Piceno, si registrano i danni più gravi. Numerosi gli edifici crollati: distrutta la chiesa di Amatrice, inagibile l’ospedale Grifoni con medici e infermieri hanno allestito un punto di primo soccorso all’aperto. Crollato il campanile di Castelluccio di Norcia. Evacuato l’ospedale di Amandola, gravemente danneggiato. I viglili del fuoco parlano di danni anche a Gualdo e Mogliano nel Maceratese. Mentre Stefano Petrucci, sindaco di Accumoli, lancia l’allarme: "Nessuna casa è agibile, serve urgentemente una tendopoli". Sono attivi i numeri della Protezione Civile: 840840 e 803555.
Una frana sarebbe avvenuta sulla parete Est del Corno Piccolo del Gran Sasso, lo conferma a Repubblica Luca Mazzoleni del rifugio Franchetti, appunto sul monte a 2433 metri, dopo averlo raccontato su Facebook. "Abbiamo sentito i rumori di una frana. Aspettiamo le prime luci per capire meglio di cosa si tratta".
Un’altra fortissima scossa si è sentita alle 4.34, più lunga, di entità 5,4. Per ora il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio parla di diversi feriti, crolli e danni ad edifici: "Si tratta di un sisma paragonabile a quello de L’Aquila di 7 anni fa". Squadre di vigili del fuoco sono arrivate da Lazio, Abruzzo, Toscana e Marche, comprese alcune unità cinofile. Il 118 Lazio è intevernuto ad Amatrice ed Accumoli, con mezzi di movimento terra per liberare le strade di accesso. La colonna mobile regionale è arrivata con tende, cucine da campo e tutto quello che serve. Le eliambulanze stanno portando negli ospedali romani i feriti di Amatrice.
Una nuova violenta scossa, di 4.9 di magnitudo, è stata avvertita intorno alle 13.50 ad Arquata del Tronto: il terreno del campo sportivo dove è stato allestito il campo di primo soccorso ha letteralmente sobbalzato per qualche secondo scatenando il panico tra gli sfollati accorsi al centro di raccolta.
Il sisma è stato sentito con particolare forza anche a Roma, dove molti palazzi hanno tremato per ben due volte e per circa 20 secondi. La notizia si è diffusa rapidamente sui social. Le scosse sarebbero ormai più di cento, 55 di intensità superiore al 3,0. Facebook ha subito attivato il Safety check che consente agli utenti di segnalare che sono in sicurezza. Cresce di ora in ora il numero degli sfollati, mentre si chiede ai tanti turisti nella zona di tornare nei loro luoghi d’origine anche per non intralciare i soccorsi.
La Protezione Civile sta attrezzando due tendopoli, ad Accumoli e ad Amatrice, con "due moduli della Regione Lazio da 250 posti ciascuno". Altri ’moduli’ sono pronti ad essere allestiti secondo le eventuali necessità, ha indicato il Dipartimento: la dirigente dell’ufficio emergenze, Titti Postiglione, ha accennato alle strutture da 250 posti che possono mettere velocemente in campo Abruzzo, Friuli ed Anpas, ed al ’modulo’ da 450 posti del Molise.
Pochi minuti dopo la prima scossa è intervenuto anche il premier Matteo Renzi che con un tweet ha fatto sapere di essere in contatto con la protezione civile. Visiterà la zona nel tardo pomeriggio: "Ringrazio tutti coloro che sono impegnati nell’opera di soccorso".  E sempre su Twitter, l’appello dell’Avis provinciale di Rieti: "C’è urgente bisogno di sangue di tutti i tipi". L’invito a recarsi all’ospedale San Camillo de Lellis della città è stato già accolto da centinaia di persone. Su Twitter è intervenuto anche il commissario europeo Christos Stylianides, responsabile degli aiuti umanitari e della gestione della crisi: "Ue pronta ad aiutare". Aiuto ribadito anche dal presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Junker, in una lettera a Renzi: "Saremo solidali in ogni modo utile". Il presidente francese Hollande: "Anche noi pronti ad aiutarvi". Intanto però si chiede di non intasare Twitter usando l’hashtag #terremoto per commenti polemici e per tutto quello che non è di servizio: alle 10 del mattino c’erano già oltre 200mila post e non tutti opportuni.
Il Presidente Sergio Mattarella sta rientrando a Roma da Palermo per seguire da vicino la situazione. Allertato anche il Ministero dei Beni Culturali per valutare gli eventuali danni al patrimonio artistico.
Appresa alle 3.52 di questa notte la notizia del terremoto, il vescovo di Rieti monsignor Domenico Pompili - in pellegrinaggio a Lourdes - si è imbarcato sul primo volo disponibile per l’Italia: nel pomeriggio si recherà sui luoghi del sisma. "Alle 7 ho ricevuto una telefonata da parte di Papa Francesco", ha affermato Pompili "che ha detto di aver subito celebrato
la messa pregando per le persone coinvolte. Mi ha invitato a non avere paura, e mi ha rivolto parole di vicinanza e di incoraggiamento che vorrei immediatamente portare alla popolazione".