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 2016  agosto 24 Mercoledì calendario

Oltre trenta incendi a Roma. Sono dolosi?

Alessia Marani per Il Messaggero
Roma brucia. Con gli aerei antincendio che caricano acqua dal Tevere, le squadre dei vigili del fuoco che fanno la spola da un quartiere all’altro, i volontari della protezione civile mobilitati su tutta la provincia. Ieri sera si contavano ancora 40 roghi attivi in tutto il Lazio, di cui 13 di dimensioni più vaste solo nella Capitale, con due Canadair, un Ch 47 dell’Esercito, tre elicotteri delle Regione, del 115 e del Corpo Forestale, in volo. In città per tutto il giorno il Cupolone è apparso oscurato dalla coltre di fumo che si è alzata dal Parco del Pineto, nella zona di Monte Mario: tra i 30 e i 50 ettari di bosco e rovi sono finiti in cenere, con le fiamme che hanno pericolosamente lambito le abitazioni, minacciato una casa di riposo per anziani e le 64 suore ospitate in un convento – tutti evacuati per precauzione – fino ad avvicinarsi pericolosamente al policlinico Agostino Gemelli, l’ospedale del Papa. 
PIÙ FRONTI
Il fuoco si è aperto su due fronti, tanto che i vigili urbani hanno dovuto chiudere numerose strade. Alcuni appartamenti sono stati evacuati da via Ettore Stampini e sono rimasti col fiato sospeso persino gli 007 dell’Aise, la base dei servizi segreti di Forte Braschi immersa nel verde, nella non distante via della Pineta Sacchetti. Nel pomeriggio sopralluogo al Pineto del vicesindaco Daniele Frongia insieme con il comandante della Municipale Diego Porta. 
Solo intorno alle 20, dopo nove ore di duro lavoro insieme alle squadre dei volontari e della protezione civile comunale, i pompieri, stremati, hanno decretato la fine dell’emergenza, lasciando a presidio per la notte un equipaggio. 
IPOTESI DOLO
«Gli incendi al Pineto sono chiaramente dolosi, provocati – spiega Maurizio Gubbiotti, commissario straordinario di RomaNatura, l’ente di gestione delle aree naturali comunali – Oggi abbiamo pagato anche un po’ di ritardo degli interventi dei Canadair perché c’era una situazione di emergenza generalizzata nel Lazio». È da lunedì che Roma e provincia sono strette nella morsa del fuoco, alimentato dal forte vento che soffia da Nord con punte di 14 nodi e dalle temperature in salita. Le fiamme hanno messo a rischio più di una volta anche i collegamenti con l’aeroporto di Fiumicino. Lunedì per ore era rimasta bloccata la ferrovia per un vasto incendio alla Magliana che ieri, nel tardo pomeriggio, in alcuni tratti è tornato a rialimentarsi. Ottocento cani ospitati nel canile comunale della Muratella erano stati messi in salvo dai volontari. Ieri mattina, invece, stop di un’ora al traffico sull’autostrada Roma-Fiumicino fino allo svincolo per il Gra per un rogo di sterpaglie che si è sviluppato nei pressi del centro commerciale Parco Leonardo. Ferma anche la circolazione ferroviaria tra Maccarese-Fregene e Cerveteri-Ladispoli. Un altro importante incendio ha coinvolto l’area del Corviale, a Ponte Pisano, sempre a Sud-Ovest, dove alcuni residenti in preda al panico hanno lasciato le abitazioni. 
Altri roghi dovuti a sterpaglie hanno reso difficile percorrere alcune delle principali arterie capitoline: la via Salaria, la via Cristoforo Colombo, via Pietralata, la via Collatina, la via Aurelia, la via Portuense e la via Pontina (all’altezza di Pomezia), quest’ultima già duramente colpita dall’emergenza incendi lo scorso mese. Fiamme anche a Ostia Antica. Sotto accusa la scarsa manutenzione delle aree verdi, con le operazioni di sfalcio spesso inesistenti. In serata fiamme anche sul lungotevere Gassman dove alcune auto in un parcheggio sono rimaste danneggiate. 

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Valentina Errante e Sara Menafra per Il Messaggero

Il fascicolo è un atto dovuto, perché sugli incendi di ieri e dei giorni scorsi, divampati in una zona dove non ci sono neppure insediamenti agricoli, i sospetti sono pesanti. Questa mattina gli uomini del Nucleo investigativo antincendio boschivo della Forestale e quelli dei Vigili del fuoco faranno altri rilievi. Poi consegneranno in procura le informative sugli ultimi fatti di Roma e partirà formalmente l’indagine, con l’ipotesi iniziale d incendio doloso. Il fascicolo dedicato ai fatti di queste ore potrebbe confluire negli accertamenti avviati a luglio dal procuratore aggiunto Lucia Lotti, che stava già coordinando le prime verifiche sul rogo al campo nomadi di Castel Romano.
GLI ALLARMI
L’ultima notizia del bollettino di guerra di ieri, arriva in serata. Un incendio di grosse dimensioni sulla banchina del Tevere che da Ponte Marconi arriva fino al lungotevere Gassman. Ieri è stato il giorno di fuoco a Roma Nord: le fiamme hanno consumato tra i 30 ed i 50 ettari di boschi, canneti e sterpaglie all’interno del Parco del Pineto, alle pendici della collina di Monte Mario, e a ridosso del Forte Braschi, sede degli uffici dell’Aise, e del Policlinico Gemelli. Non lontano dall’ospedale sono state evacuate, ma solo in via precauzionale, una casa di cura per anziani e un istituto con 64 religiose. Ieri è scoppiata l’emergenza ma nei giorni scorsi era stato un susseguirsi di allarmi: Pontina, Ostia, Aurelio. Ancora ieri sera le fiamme continuavano a divampare, a Fiumicino e Ostia.
I SOSPETTI
Finora non è stato possibile stabilire da dove sia partito il fuoco, i rilievi di questa mattina diranno di più. Vigili del Fuoco e Guardia Forestale hanno lavorato per tutto il giorno senza riuscire a spegnere completamente i roghi, ma non hanno ancora rintracciato alcun elemento sospetto e neppure l’indizio di una fiamma fortuita. Dunque, le prime relazioni consegnate ai vertici non contengono elementi utili. Al momento non si fanno ipotesi, ma il sospetto, comunque, è che ci siano stati più fronti e che si tratti di più incendi dolosi. È questa l’ipotesi di reato con la quale dovrebbe essere aperto il fascicolo, non appena le informative arriveranno in procura. «Non è stato trovato l’innesco degli incendi - spiega Luca Cari dei Vigili del Fuoco - è chiaro però che non si accendono da soli». È molto probabile che la procura decida di avviare un’inchiesta omnibus, che contenga tutti gli episodi, ipotizzando una regia comune, vista la contemporaneità dei fatti. 
LE TELECAMERE
I roghi più allarmanti sono stati probabilmente quelli del parco del Pineto e nella zona di Corviale. Il numero complessivo, che ieri è arrivato a 13, è talmente consistente da far pensare ad un unica regia, anche se le condizioni meteorologiche, tra vento e siccità, oltre all’incuria alla quale sono sottoposte le aree verdi cittadine, potrebbero aver trasformato in tragedia episodi accidentali.
A questo punto gli investigatori stanno verificando se ci siano telecamere nelle zone interessate. Qualche negozio o banca, oltre agli strumenti di protezione delle aree dei parchi, potrebbero aver registrato i movimenti degli ultimi visitatori delle aree verdi. La situazione potrebbe avere alcuni aspetti in comune con i roghi di Castel Romano. Una delle ipotesi su quegli incendi era che qualcuno volesse attirare l’attenzione sulla zona. L’indagine era stata affidata alla Guardia forestale che nei prossimi giorni potrebbe consegnare a piazzale Clodio una nuova informativa.