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 2016  agosto 21 Domenica calendario

I primi dieci giorni di Frank de Boer in nerazzurro

Li ha già conquistati i ragazzi. Dieci giorni sono bastati a De Boer per portare dalla sua parte testa e gambe di un gruppo uscito sballottato e disorientato dal caso Mancini. «Sono entusiasta della disponibilità mostrata dai giocatori in ogni momento dei vari allenamenti- dice il tecnico olandese dell’Inter -. Davvero, non vedo nulla di negativo finora. E finalmente si gioca per i tre punti. La carica è massima».
ESORDIO IN CIFRE
Frank de Boer (due ore di italiano al giorno per lui: full immersion volontaria) ha un discreto rapporto con gli esordi, sia da giocatore sia da tecnico. Una sola sconfitta a livello di club, alla prima assoluta con l’Ajax, quando, 18enne, perse 4-1 in casa del Pec Zwolle, giocando comunque appena 30’. Poi, nel 1999 il trasferimento al Barcellona e subito (14 febbraio) un prestigioso 3-0 al Real Madrid (in campo 90’): esordi vincenti pure con il Galatasaray in Turchia (2-1 casalingo al Diyarbakirspor) e i Rangers in Scozia (1-0 in casa del Patrick Thistle). Da tecnico, De Boer ha guidato solo l’Ajax: prima panchina in Champions, Milan-Ajax 0-2; esordio in Eredivisie, successo per 1-0 in casa del Vitesse. Certo, in questo inizio di avventura nerazzurra non mancheranno gli alibi, in effetti «ho avuto poco tempo per curare fisico e tattica – spiega l’olandese -, però sappiamo cosa fare, abbiamo voglia di migliorare, di imparare. Da parte dei ragazzi, in particolare, è fondamentale credere in ciò che stiamo facendo».
GESTIONE FISICA
È soprattutto la situazione fisica in generale a preoccupare De Boer, che infatti sta calibrando e personalizzando fin dai primi giorni i carichi di lavoro. Proprio alla Gazzetta aveva spiegato quanto fosse pericoloso entrare in corsa con i propri metodi senza tenere conto di ciò che era stato fatto «da chi ti ha preceduto. Penso a Klopp – ricordava – che arrivò a Liverpool in ottobre e scelse di imporre immediatamente un lavoro energico, sullo stile del suo Borussia, col risultato di incappare in almeno nove infortuni. A volte è meglio rallentare...». Su Candreva, per esempio, «credo che abbia nella gambe 45 minuti, massimo un’ora. Anche Medel finora non ha mai giocato una partita intera. Faremo grande attenzione, non tutti hanno al momento la condizione fisica necessaria per reggere fino in fondo». De Boer punta a un’Inter «che gara dopo gara dovrà imporre sempre più il proprio gioco. A me piace dominare in campo, ma per arrivare al top servirà la giusta condizione fisica. Intanto, a Verona mi accontenterei di vedere già una squadra vera, compatta, con tanto cuore. Per il momento conta soprattutto il risultato. Lo scudetto? Sono qui per portare a casa trofei importanti, non so se ci riusciremo subito, al primo anno, di sicuro scenderemo in campo sempre per vincere. Più in là faremo i conti, e vedremo se alla portata ci sarà lo scudetto o un posto Champions. Mi piacerebbe divertire la nostra gente, non sono comunque legato solo alla scuola olandese, sono aperto a ogni evoluzione, e non perdo in realismo, perché ogni situazione va valutata di volta in volta». Di Inter e di Serie A «ho parlato con il mio amico Winter e anche con Seedorf, ho preso informazioni, io però non devo perdere la mia identità perché l’Inter ha voluto Frank De Boer...». L’Inter di stasera? Senza Murillo, squalificato, dentro Ranocchia, giocatore da recuperare sia tecnicamente sia mentalmente: «Andrea è fondamentale per noi. Fino a due anni fa era un difensore importante, io farò di tutto per riportarlo a quei livelli, ma deve avere fiducia in se stesso. Ce la farà».